Non profit
Croce rossa anti casta
Nomine Parla il neo commissario: «Certi privilegi non saranno più sopportati»
di Redazione
Uomo di area An, allievo di don Luigi Di Liegro, con un passato da operatore della Caritas, il nuovo numero uno Francesco Rocca annuncia il suo programma: «Voglio una struttura efficiente con deleghe definite». Per questo «sarà cruciale valorizzare i volontari» L o slogan è già confezionato: «Meno Stato, più volontariato». L’esordio dell’avvocato Francesco Rocca al timone della Croce Rossa italiana nelle vesti di nuovo commissario straordinario non è certamente di quelli scontati. Rocca da circa un mese ricopriva l’incarico di direttore delle Politiche sociali del Comune di Roma. Adesso il ritorno in via Toscana, dove fino allo scorso settembre era stato, per poco più di un anno e su indicazione proprio dell’ex presidente Massimo Barra di cui oggi ha preso il posto, il capo del dipartimento socio-assistenziale della Croce Rossa.
Vita: «Meno Stato, più volontariato»: da dove nasce questo imperativo?
Francesco Rocca: Per oltre dieci anni ho lavorato in Caritas. Il mio maestro è stato don Luigi Di Liegro. La valorizzazione dei nostri 150mila volontari sarà uno dei punti qualificanti del mio mandato.
Vita: È in carica da pochi giorni e ha già provveduto a sostituire il colonnello Pietro Ridolfi con Roberto Orchi nel ruolo di ispettore nazionale del corpo militare. Da cosa deriva tanta urgenza?
Rocca: Mi auguro che le vicende giudiziarie che hanno coinvolto il colonnello Ridolfi gli diano modo di provare la sua estraneità ai fatti contestati. Mi è sembrato importante dare subito un segnale di discontinuità.
Vita: Quali altri cambiamenti di rotta ha in programma?
Rocca: Negli ultimi anni dietro alla Garavaglia, Scelli e allo stesso Barra, nelle seconde linee della Croce Rossa è prosperata una sorta di piccola casta che teneva i fili dell’ente. Ecco, con me, questa sacca di privilegio non sarà più tollerata.
Vita: Qual è oggi il primo provvedimento in cima alla sua agenda?
Rocca: La stabilizzazione dei 1.900 precari. Una parte di loro verrà assorbita direttamente dall’ente, per gli altri, invece, pensiamo ad accordi regionali con le strutture per le quali coordiniamo i servizi.
Vita: Dai rumors la Croce Rossa internazionale non è molto soddisfatta del nuovo commissariamento?
Rocca: Teniamo presente che il caso italiano non è l’unico. Ogni volta che cambia il presidente francese, salta anche il capo della Croce Rossa di Parigi. Poi, anch’io, preferirei che l’autonomia della Cri fosse più definita. Ma questo risultato si ottiene liberandosi dalla dipendenza economica nei confronti dello Stato. Che, finché mette i soldi, giustamente pretende anche di indirizzare le attività.
Vita: A cosa pensa in concreto?
Rocca: A un’attività di fund raising strutturata sul modello delle grandi organizzazioni.
Vita: La sua però rimane una nomina prettamente politica?
Rocca: Il mio mandato è quello di ridare fiato alle casse dell’ente, procedendo a una riorganizzazione interna più efficiente e meno dispersiva. Poi sono convinto che per un dirigente lo scudo contro le ingerenze sia il grado di professionalità. Se i risultati arrivano, la politica resta fuori. I problemi nascono nel caso contrario.
Vita: Come valuta l’esperienza siciliana della Sise, la spa del comitato regionale di Palermo?
Rocca: Il modello della società per azioni in sé potrebbe anche essere esportabile. Tutto dipende dai risultati che produce. Sul caso specifico sto provvedendo a una verifica per valutare se intorno alla Sise non si siano verificate irregolarità.
Vita: In ambienti leghisti si parla di un buco nella vostre casse di 90/100 milioni di euro. Conferma?
Rocca: Le cifre definitive non le ho ancora, ma non siamo su questi livelli. Comunque, per non perdere il controllo finanziario occorre alleggerire il peso del comitato centrale a favore del territorio.
Vita: Cpt, rom, missioni all’estero: cosa cambierà sul versante dell’operatività?
Rocca: Poco o nulla. Almeno dell’immediato. Questo perché con il governo dovremo quanto prima aprire un tavolo di discussione sul quale vengano ben precisate quali siano le nostre deleghe. Fino ad ora siamo stati dei tuttologi, non è detto che sarà così anche in futuro.
Vita: Un’ultima domanda. Dove ha sbagliato Barra?
Rocca: Nei confronti di Massimo nutro davvero tanta stima. A livello internazionale la sua presidenza ha dato un grandissimo lustro al nostro ente. Detto questo, se è stato commissariato qualche errore l’avrà commesso. E se devo dire la mia, lui e il suo consiglio non sono stati sufficientemente risoluti nell’intervenire su alcuni aspetti strutturali che in questi anni hanno danneggiato la Croce Rossa.
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