Non profit
croce viola:se dici ambulanzadici donna
sotto la lente In aumento la presenza femminile
di Redazione

Nel 2009 compirà sessant’anni: è la Pubblica Assistenza Croce Viola, fondata nel novembre del 1949 a Dergano, quartiere della zona Nord di Milano che oggi, con i suoi venti dipendenti e 83 volontari opera con il 118 nel capoluogo lombardo e nell’area Nord dell’hinterland. «Stiamo già pensando a una grande festa per l’anno prossimo», annuncia il presidente di Croce Viola, Luca Giavarini, volontario da quattordici anni. In sessant’anni le cose sono molto cambiate, basta guardare le immagini storiche riportate dal sito dell’associazione per rendersi conto di come dalle prime attività di soccorso si sia arrivati oggi a una realtà convenzionata con il 118 milanese. «C’è un forte ricambio tra i volontari, i corsi sono abbastanza pesanti», spiega Giavarini. «Stiamo parlando di 120 ore di corso più i turni, in pratica si tratta di almeno tre sere a settimana in associazione. Per questo ci sono molti giovani, è più difficile per una persona con famiglia tra i 35 e 40 anni avere questa disponibilità, ma stiamo notando un aumento di pensionati, che anche solo per il servizio al centralino o alla centrale radio sono per noi figure fondamentali». Ruoli coperti anche da una decina di soci ex soccorritori, che a causa dell’età non possono più uscire con le ambulanze.
La Croce Viola, che aderisce ad Anpas Lombardia, oltre a garantire il servizio di soccorso d’emergenza nell’area Nord milanese, fa servizio di guardia medica Asl ed effettua – insieme a Sos Lambrate – il cosiddetto “servizio di stazionamento” (due soccorritori e un medico) al binario 21 della Stazione Centrale di Milano per il primo soccorso ai passeggeri. «Purtroppo abbiamo sospeso il servizio di Protezione civile», continua il presidente, «non era più possibile garantirlo, un po’ per carenza di volontari, ma soprattutto perché abbiamo scelto di specializzarci nel soccorso: abbiamo soccorritori abilitati al defibrillatore e a settembre sono partiti i corsi per effettuare gli elettrocardiogrammi. In questo modo il nostro servizio non è più solo il trasporto, ma si ha la possibilità di intervenire».
La forte presenza femminile (molte le caposervizio) si fa sentire soprattutto per quanto riguarda il ruolo dell’autista, «una figura fondamentale, anche se sono poche le volontarie che accettano di farlo», precisa Giavarini, «dopo aver seguito un corso ad hoc di guida e, da qualche anno, anche uno di toponomastica». Un servizio fondamentale che però soffre di un problema: i ritardi di pagamento tipici degli enti pubblici – la Croce ha a che fare soprattutto con l’Asl e il 118 – che a volte rendono complessa la gestione dal punto di vista economico.
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