Giornata Nazionale del Sollievo

Cure palliative: ancora solo per uno su tre

A beneficiarne sono ancora solo il 33% dei malati che ne avrebbero bisogno. La Società Italiana Cure Palliative Sicp e la Federazione Cure Palliative Fcp si chiedono se, con questo passo, si raggiungerà mai l'obiettivo prefissato per legge di una copertura del 90% entro il 2028

di Nicla Panciera

Tra forti disparità regionali e territoriali e una copertura complessiva che non supera il 33% di chi ne avrebbe bisogno, il diritto alla cura e al sollievo in presenza di malattie croniche e inguaribili non è ancora garantito. È questo il messaggio della Società Italiana Cure Palliative Sicp e la Federazione Cure Palliative Fcp in occasione della XXIV Giornata Nazionale del Sollievo, promossa dal Ministero della Salute e dalla Fondazione Gigi Ghirotti, la cui edizione 2025 si celebra a cento anni dalla nascita di Umberto Veronesi che la costituì per «promuovere e testimoniare, attraverso idonea informazione e tramite iniziative di sensibilizzazione e solidarietà, la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale in favore di tutti coloro che stanno ultimando il loro percorso vitale, non potendo giovarsi di cure destinate alla guarigione».

Qualche dato

Secondo dati ufficiali del Ministero in Trentino la copertura ha superato il 70%, in Veneto il 55%, in Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna è sopra il 40%, Lazio e Umbria tra 39 e 36%. Puglia al 33%, FVG al 31%, Sicilia al 23%. Di contro, in Sardegna non raggiunge il 5% (4,3%), in Calabria appena il 6,4%, in Campania e nelle Marche circa l’8,5%.

In Italia l’accesso alle cure palliative e l’assistenza alle persone affette da patologie croniche e inguaribili, pur con un trend in crescita, è ancora ben al di sotto dei livelli di sufficienza, attestandosi al 33% come media nazionale. Ma con forti ed evidenti disparità territoriali e differenze regionali. Cifre che spingono Sicp e Fcp a chiedersi se, a questo passo, l’obiettivo fissato dalla Legge 197/2022 di arrivare al 90% di copertura delle cure palliative entro il 2028 sul territorio nazionale, impegnando Regioni e Province autonome a un progressivo potenziamento dei servizi, sia davvero raggiungibile.

«Siamo in uno scenario in continua evoluzione spiega Gianpaolo Fortini, presidente Sicp «Abbiamo ottenuto molti risultati, ma la strada è ancora lunga. Basti pensare agli effetti positivi della Legge 106/2021 che ha vincolato le Regioni che ancora non lo avevano fatto, a garantire l’erogazione delle cure palliative domiciliari e residenziali attraverso l’attuazione delle Reti di Cure Palliative. È fondamentale che le politiche sanitarie nazionali e soprattutto regionali si concentrino sul potenziamento delle strutture e dei servizi di cure palliative, soprattutto nelle aree con minore offerta, per garantire un accesso equo e uniforme a tutti i cittadini, come ha richiamato nel recente incontro con le Regioni e le provincie autonome il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella».

Questa disparità compromette l’equità del sistema sanitario nazionale e lascia molti pazienti senza il supporto necessario

Tania Piccione

 «Il divario territoriale e regionale è una delle principali sfide e criticità rispetto al bisogno di garantire ed erogare un adeguato supporto terapeutico a persone malate affette da malattie croniche e inguaribili» afferma Tania Piccione, presidente Fcp. «Alcune Regioni hanno sviluppato servizi avanzati, mentre altre faticano a garantire l’accesso alle cure palliative, sia domiciliari che residenziali. Questa disparità compromette l’equità del sistema sanitario nazionale, lascia molti pazienti senza il supporto necessario e rappresenta uno dei principali ostacoli alla garanzia di un’assistenza che non è un atto estremo, ma un diritto di continuità e appropriatezza terapeutica. In questo scenario, il Terzo Settore, con il suo radicamento nelle comunità e il patrimonio di competenze maturate sul campo, è ancora troppo poco coinvolto nei processi di co-programmazione e co-progettazione delle reti territoriali: una risorsa preziosa che deve diventare parte strutturale delle politiche regionali per le cure palliative».

La carenza di personale, già segnalata da Sicp e Fcp, e la mancanza di supporto psicologico per le équipe di cure palliative concorrono agli elevati livelli di stress degli operatori. «È altresì allarmante l’assenza, nella maggior parte dei servizi, di psicologi formati e dedicati alla supervisione delle équipe di cura, professionisti essenziali per il benessere degli operatori, a maggior ragione in contesti di criticità» afferma Andrea Bovero, referente area psicologi Sicp. «Questi fattori possono compromettere la qualità dell’assistenza e incrementare il rischio di burnout tra i professionisti».

Foto di Junior REIS su Unsplash

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