Non profit
da malati a conduttori:va in onda meyermeo,la prima tv in ospedale
pediatria Succede a Firenze. Già prodotto il numero zero
di Redazione
L’unica tv che fa bene, soprattutto a chi la guarda. Si chiama MeyerMeo ed è appena nata in uno degli ospedali pediatrici più famosi d’Italia, il Meyer di Firenze. Fa bene non soltanto perché rialza il morale dei piccoli pazienti, ma anche perché dice «cose serie con il sorriso». Per ora c’è solo un “numero zero”, 40 minuti di video che raccontano come sarà la tv dei ragazzi del Meyer. Ma da ottobre, assicura il presidente della Fondazione Meyer Carlo Barburini, «la programmazione raggiungerà quasi tutte le stanze dell’ospedale e le sale d’aspetto per almeno un’ora al giorno».
Come sarà questa tv? «Divertente e seria allo stesso tempo», assicura Giovanni Miccoli, il futuro regista della Meyer tv. «Servirà ad intrattenere i nostri ospiti e a discutere di argomenti di cui nessuno parla». Ad esempio, i diritti dei bambini e dei ragazzi in ospedale: divertirsi, anche in reparto, e conoscere la propria malattia. Nel video di presentazione di MeyerMeo, per esempio, c’è un ragazzo che si mette a dipingere le lenzuola della sua stanza d’ospedale: 15 secondi per far capire a tutti i pazienti del Meyer che la noia, in ospedale, non è un sintomo della loro malattia.
Ma dentro MeyerMeo c’è molto di più: interviste doppie medico-paziente e dentro-fuori dall’ospedale e un originale hospital tg condotto da due clown. Per parlare di malattia, l’esperienza che hanno in comune tutti gli ospiti del Meyer, «al di là del pietismo e della retorica», ribadisce Miccoli. Format leggero, contenuti forti, insomma.
Ma a cosa serve una tv da ospedale? «Prima di tutto a ristabilire le pari opportunità all’interno della struttura sanitaria», spiega Barburini. «Al Meyer ci sono tantissime attività, come pet therapy e musica in corsia, e spettacoli, animazione e clownerie che fino a oggi erano riservate agli ospiti che potevano lasciare la propria stanza e andare in ludoteca; da oggi con MeyerMeo, tutti potranno usufruirne».
L’idea è infatti trasmettere in diretta dalla ludoteca dell’ospedale, creando una rete interna che trasmette i programmi di MeyerMeo via web in tutte le stanze. Per ora sono una quarantina quelle cablate, ma l’obiettivo è raggiungere con il segnale tv tutti i reparti (230 stanze in tutto) e le sale d’aspetto. Audience prevista: alcune centinaia di ragazzi al giorno, per un costo complessivo dell’operazione di oltre 75mila euro.
Davanti, ma anche dietro le telecamere, proprio loro: i ragazzi del Meyer. Già dieci pazienti hanno partecipato alla stesura e alle riprese del numero zero, come attori o sceneggiatori. Accanto a loro, 25 studenti dell’istituto d’arte di Firenze che, nell’ambito del progetto di cittadinanza solidale Noi con gli altri che propone percorsi di solidarietà per ragazzi delle superiori, hanno partecipato alla stesura dei testi e alla realizzazione del numero zero di MeyerMeo. E non solo nelle due ore settimanali che erano previste nel progetto didattico (e nel loro programma scolastico). «Hanno investito il loro tempo libero in questa tv e per molti si è trattato della prima esperienza di volontariato», spiega Claudio Vanni di Unicoop, che ha ideato il progetto e contribuito alla nascita di MeyerMeo. Una piccola tv, con molti autori.
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