Minori fuori famiglia
Da minori stranieri non accompagnati a cuochi in riva al mare
Sei care leavers tra i 16 e i 19 anni hanno iniziato a lavorare in cucina o in sala, nel ristorante di uno stabilimento balneare ad Ardea, sul litorale laziale. L’iniziativa dell’impresa sociale Solinc, voluta dalla Fondazione Protettorato San Giuseppe per i neomaggiorenni che escono dalla casa famiglia

Un’estate al mare, ma soprattutto un lavoro per diventare adulti: sono gli ingredienti principali che si trovano nella cucina di un ristorante molto speciale, che ha aperto i battenti nei giorni scorsi su una spiaggia del litorale laziale, precisamente a Tor San Lorenzo. Il lido si chiama Torre Marina, il ristorante, con annesso chiosco in riva al mare, è “Lo sguardo della Dea”. E poi c’è il mare: il Mediterraneo, quello stesso che pochi anni fa hanno attraversato gli otto ragazzi che oggi lavorano nella cucina e nella sala di questi locali. Sono tutti arrivati in Italia come minori stranieri non accompagnati e accolti dalla Fondazione Protettorato San Giuseppe, che a Roma gestisce diversi servizi per l’infanzia, l’adolescenza e le famiglie. Tra questi, appunto, la casa famiglia in cui sono cresciuti i ragazzi, che oggi troviamo nella cucina del ristorante.
Dalla casa famiglia al lavoro in riva al mare
Il progetto, una vera e propria “avventura sociale”, è nato dall’impegno e soprattutto dalla visione della Fondazione, che ha voluto creare l’impresa sociale Sol.Inc. (ne abbiamo parlato in queste pagine), allo scopo di non “lasciar andare” i ragazzi e le ragazze al compimento della maggiore età, ma di accompagnarli fino alla piena ed effettiva autonomia, che solo un lavoro può dare. Quel lavoro i ragazzi hanno avuto la possibilità di apprenderlo e sperimentarlo già quando vivevano in casa famiglia, tramite corsi di formazione e tirocini formativi che hanno frequentato, mentre imparavano la lingua e completavano gli studi. Una volta divenuti maggiorenni e acquisite le competenze necessarie, l’impresa Sol.Inc. ha offerto loro – e continua a offrirlo a tutti i ragazzi che diventano maggiorenni in Protettorato – la possibilità di un lavoro, nelle sue attività di catering e ristorazione.

E quel lavoro, da qualche giorno, per questi otto ragazzi, si è spostato in riva al mare: grazie all’affidamento della gestione del chiosco e del ristorante del lido, infatti, Sol.Inc. ha potuto inserirli all’interno di queste strutture. Otto dei care leaver di Sol.Inc. si sono trasferiti qui, sul litorale di Ardea e hanno iniziato a lavorare al ristorante e al chiosco dello stabilimento Torre Marina, aiutando in cucina oppure in sala. «Assicuriamo loro l’alloggio, in case mobili all’interno di un campeggio poco distante – spiega il direttore, Armando Cancelli – Hanno imparato il mestiere e fatto pratica nei catering gestiti da Sol.Inc. durante l’anno, ma qui la situazione è un po’ diversa, la clientela è più esigente, la cucina è più raffinata: così hanno modo di affinare le loro competenze, di ‘alzare l’asticella’, per così dire. E di assicurarsi un mestiere, oltre che un’estate al mare, in un contesto vivace, in cui anche il divertimento è garantito. Finora, stanno dimostrando grande motivazione, dedizione ed entusiasmo: vederli lavorare insieme, in questo contesto così bello e vivace, al fianco di professionisti e a contatto con una clientela diversa da quella a cui sono abituati, è una grande emozione: li vediamo lanciati verso il mondo, pronti ad affrontare la vita che li aspetta e a realizzare il sogno di futuro che li ha portati fin qui».
Hamza, arrivato dalla Somalia a 17 anni
Lo conferma Hamza Hussein, il primo a trasferirsi qui per la stagione balneare e a “debuttare” all’interno dello Sguardo della Dea, accompagnato dagli altri professionisti che lavorano al ristorante e nel chiosco, oltre che dal “tutor per l’autonomia” a cui il Protettorato affida i ragazzi che escono dalla casa famiglia. Hamza ha 21 anni, dalla Somalia è arrivato a Lampedusa a maggio del 2021 e due mesi dopo è stato accolto in Protettorato, dove ha imparato l’italiano e frequentato la scuola, fino al conseguimento della licenza media. «In Protettorato ho anche imparato un lavoro – racconta – Il 21 aprile del 2023 sono uscito dalla casa famiglia. Il Protettorato mi ha dato la possibilità di vivere in un appartamento poco distante dalla casa famiglia, insieme ad altri amici usciti prima di me. Viviamo insieme e lavoriamo insieme. Avevo già iniziato a lavorare per Sol.Inc.. alla fine del 2022 – racconta – Prima di venire in Italia, avevo già lavorato nel mio paese: lavavo le auto e cambiavo olio e filtro».

Grazie a Sol.Inc, Hamza ha mosso i primi passi nel mondo della ristorazione: ha imparato a lavorare in cucina e in sala ed è stato il primo, a metà luglio, a trasferirsi a Tor San Lorenzo, per lavorare come cameriere presso il ristorante “Lo sguardo della Dea”. Successivamente, lo hanno raggiunto gli altri suoi compagni di avventura: Ahmed, che ha 21 anni e viene dalla Tunisia; Mahmoud, 21enne egiziano, che lavora come cuoco; Suleyman, 18 anni, arrivato dall’Afghanistan, che aiuta in cucina; Ismail, anche lui afghano, 19 anni; Khamis, 19 anni, arrivato dal Sud Sudan; Rayen, tunisino, 16 anni, vive ancora in casa famiglia e sta svolgendo qui a Tor San Lorenzo un tirocinio lavorativo, insieme a Emily, 17 anni, arrivata dall’Ecuador.
«Sono molto contento di lavorare qui – racconta Hamza, mentre aspetta di iniziare il suo turno in sala – Intanto perché sto al mare e questo mi piace molto. Ma soprattutto perché sto imparando a lavorare all’interno di un ristorante, sia come cameriere sia come aiuto cuoco. Penso che questo mi sarà molto utile in futuro. E poi è bello vivere e lavorare con gli altri ragazzi. Quando ho un po’ di tempo libero, vado al mare a fare una nuotata. Il mio futuro? Spero che sia luminoso!».
Dopo la complessa fase degli incartamenti burocratici e i lavori di ristrutturazione, le attività hanno preso il via: prima quella del chiosco, poi quella della pizzeria e, qualche giorno fa, anche quella del ristorante: «Non è stato semplice – commenta Armando Cancelli – Per noi è tutto nuovo, ma siamo stati motivati dalla certezza che fosse un progetto di grande impatto non solo per i nostri ragazzi, ma anche per il territorio: un’attività come questa richiede il massimo della professionalità: ed è quella che noi vogliamo offrire, dimostrando così che i nostri ragazzi ne sono all’altezza. Dopo i primi giorni di rodaggio, ora tutto è ben avviato, anche le attività di intrattenimento, fondamentali nella stagione estiva in una località balneare come questa. I ragazzi stanno dimostrando grande impegno e dedizione: segno che hanno fatto propri i valori che abbiamo cercato di trasmettere loro, pur nel poco tempo che hanno trascorso in casa famiglia».
La visita del presidente della Regione
L’iniziativa ha attirato anche l’attenzione del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, che nelle scorse settimane si è recato, con l’assessore all’Inclusione sociale e Servizi alla persona Massimiliano Maselli, in visita presso la sede della Fondazione Protettorato San Giuseppe, nel quartiere Nomentano a Roma, per inaugurare simbolicamente la nuova attività e conoscere da vicino quello che ha definito un «modello di accoglienza e inclusione». Nel corso della visita, i rappresentanti regionali hanno visitato la casa famiglia “Isola del Tesoro”, che ospita adolescenti italiani e stranieri, molti dei quali prossimi alla maggiore età. Qui hanno potuto ascoltare le testimonianze di alcuni giovani ospiti. Grande attenzione è stata dedicata proprio al cruciale passaggio alla maggiore età e quindi al tema dei care leaver, ai quali la Fondazione ha dedicato il suo ultimo impegno e la sua più recente sfida: quella, appunto, dell’impresa sociale Sol.Inc. «Da sempre consideriamo il lavoro uno strumento fondamentale da offrire ai ragazzi che accogliamo nelle nostre case famiglia, specialmente a quelli stranieri – commenta la presidente della Fondazione Protettorato San Giuseppe, Elda Melaragno – Sono loro che, una volta usciti da qui, rischiano altrimenti di diventare bersaglio di reti pronte a offrire facili e spesso illeciti guadagni. Per questo, sono davvero entusiasta che l’impresa sociale Sol.Inc, che abbiamo fortemente voluto, si sia aggiudicata la gestione del ristorante e del chiosco in uno stabilimento balneare: perché così possiamo offrire a questi ragazzi non soltanto un lavoro, ma un bel lavoro. Sono sicura che sapranno valorizzare e mettere a frutto questa opportunità, con la stessa serietà e responsabilità che hanno appreso e fatto proprie durante il periodo dell’accoglienza. Abbiamo dato loro un paio d’ali: ora sono pronti a spiccare il volo».

Il presidente Rocca, dopo aver ascoltato i ragazzi e la presidente, ha espresso interesse e apprezzamento per questa nuova iniziativa: «Abbiamo il dovere di sostenere chi costruisce ogni giorno opportunità per gli altri, soprattutto per i più fragili – ha detto – La Regione Lazio continuerà a investire in modelli capaci di generare impatto sociale reale, duraturo, misurabile. Quanto abbiamo visto oggi è un esempio di come si possa davvero cambiare il destino di una persona, partendo dall’ascolto, dalla fiducia, dal lavoro quotidiano e silenzioso che spesso si svolge lontano dai riflettori, ma che rappresenta la vera ossatura del nostro welfare regionale».
Parole di apprezzamento anche da parte dell’assessore Maselli: «La collaborazione tra pubblico e privato sociale è la chiave per affrontare le nuove sfide. Strutture come il Protettorato San Giuseppe rappresentano un patrimonio che va tutelato, potenziato e messo a sistema. Storie come quelle che abbiamo ascoltato oggi ci ricordano che dietro ogni numero, ogni pratica, ogni bando, ci sono vite, sogni, possibilità da coltivare».
Il risultato più importante? «Rafforzare chi è più fragile»
Massimiliano Umani è il tutor per l’autonomia a cui il Protettorato ha affidato il compito di seguire e accompagnare i care leavers nel loro percorso verso la vita adulta: «Sol.Inc. è un’esperienza di vita importante per questi ragazzi, perché la formazione e il lavoro agiscono sui minori stranieri non accompagnati in diversi modi: da un lato, assicurano la maturazione delle competenze trasversali, relazionali, sociali e tecniche, dall’altro permettono a questi giovani d rafforzarsi. Questo è importante soprattutto per chi tra loro è più fragile: verso queste fragilità Sol.Inc. ha il massimo rispetto e una grande attenzione. Parliamo di ragazzi che hanno in molti casi hanno vissuto diversi e gravi traumi, alcuni di loro sono passati per i campi di detenzione o sopravvissuti a viaggi drammatici. Ho visto ragazzi arrivati con grandi fragilità, insicurezze, problematiche psichiatriche: il lavoro, unito a un ambiente protetto, ha fatto maturare in loro competenze di rafforzamento, autostima ed empowerment grazie a cui hanno fatto un vero salto in avanti, scoprendo in sé la capacità di essere competenti, precisi, affidabili, puntuali. Questo è l’obiettivo più importante che stiamo raggiungendo». E poi c’è la casa, altro elemento fondamentale che Sol.Inc. assicura a questi giovani, lungo il loro percorso verso l’autonomia: «La casa è legata al tema della sicurezza e della salute, ma anche all’aspetto legale e documentale, che è un pilastro dell’integrazione, nonché un elemento di grande ansietà per i giovani migranti. Lavoro e casa permettono loro di regolarizzare la propria posizione e conquistare i diritti di cittadinanza. Questo assicura ai giovani una solidità grazie alla quale possono poi compiere le loro scelte con consapevolezza e costruire il loro futuro con la tranquillità e la serenità di non essere mai soli».
Le fotografie sono state fornite dalla Fondazione Protettorato San Giuseppe
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