Non profit

Da noi comandano i consumatori

Francesco Perrini - Bocconi

di Redazione

Francesco Perrini, 46 anni, laureato in Economia aziendale, è docente dell’Area Finanza aziendale e immobiliare della Sda Bocconi e al master “Piccole imprese”, ed è fondatore dell’Osservatorio Finetica con la Pontificia Università del Laterano.
Come sta cambiando l’attenzione per la responsabilità sociale d’impresa?
La Csr è sempre di più tenuta in considerazione e rappresenta anche una rilevante leva di comunicazione verso stakeholder, istituzioni e risparmiatori. A misurare la performance delle aziende che investono sull’etica, in termini di governance e di scelte strategiche, troviamo inoltre oggi un buon numero di indici, i cosiddetti “indici etici”, segno che i requisiti di maggior trasparenza e responsabilità interessano anche chi investe.
Chi guida le danze nel settore della Csr?
È importante capire che l’impressionante crescita dell’industria socialmente responsabile è un fenomeno “consumer-driven”, ossia guidato dal basso, dal lato della domanda. Infatti, prendendo come esempio il mercato statunitense, punto di riferimento per crescita e maturità, la maggior parte delle società d’investimento che correntemente s’identificano come gestori di portafogli etici non solo non praticavano questo business vent’anni fa ma soprattutto non ne avevano interesse. Prove suggeriscono fortemente che l’entrata sia motivata dal fatto che essi non volevano perdere clienti. Broker, planner finanziari e consulenti d’investimento tendono tuttora ad essere abbastanza reticenti nell’offerta di prodotti socialmente responsabili, spesso è il cliente stesso che ne deve fare domanda. Non è raro che investitori istituzionali, in cerca d’investimenti che riflettano i valori e i precetti dell’organizzazione, siano costretti a servirsi tramite canali alternativi.
Quali sono i numeri della Csr?
Secondo l’ultimo report di Eurosif, il Forum europeo dell’investimento sostenibile, il mercato europeo socialmente responsabile presenta un totale degli asset gestiti pari a 5mila miliardi di euro, in Italia 312,4 miliardi. Gli investitori istituzionali rappresentano da noi il 99% del mercato con un patrimonio investito di 310,2 miliardi, che constano principalmente in compagnie di assicurazione e fondi pensione.

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