Arte che cura
Da pazienti pediatrici ad autori: fare del cancro una commedia
Prima scrittori, poi sceneggiatori e, infine, attori. I giovani dell'oncologia pediatrica dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano presenteranno la seconda stagione della loro sit-com «Ho preso un granchio» al Giffoni Film Festival a Milano, dove alcuni di loro saranno presenti per il dibattito

«Volevamo trovare un modo per raccontare la storia della vita in ospedale di un adolescente malato di cancro, senza spaventare la gente, magari persino facendola ridere, e al tempo stesso raggiungendo le case di tutti». Questa è Teresa, 17 anni, in trattamento per un tumore raro all’Istituto Nazionale dei tumori Int. Nella sitcom «Ho preso un Granchio», la naturalezza e l’ironia dei piccoli pazienti che giocano a fare gli attori raccontando sé stessi fa quasi dimenticare che quelle stanze dove ora c’è il set è (o è stato) il loro luogo di cura.
I protagonisti, che sono anche autori e sceneggiatori, sono i ragazzi del Progetto Giovani della squadra dell’oncologia pediatrica diretta da Maura Massimino all’Istituto nazionale tumori di Milano Int, Irccs oncologico pubblico dove un secolo fa è nata l’oncologia italiana. Alcuni di loro, Marta (“la tonta), Giorgia (“la viziata”), Giorgia (“l’attrice), Edo (“il latin lover), dialogheranno con il pubblico del Giffoni Film Festival, portando l’attenzione del pubblico sulla realtà dei giovani pazienti oncologici. L’appuntamento è per il 19 luglio alla sala Truffaut.
Il settimo piano di via Venezian si trasforma in un set
È un progetto artistico. Ma è anche, e soprattutto, un atto di coraggio, un’educazione sentimentale, un modo radicalmente nuovo di parlare di malattia e adolescenza, che si è guadagnato anche una pubblicazione sulla rivista Pediatric Blood and Cancer. La serie, disponibile sulla piattaforma Infinity di Mediaset, è solo una delle esperienze e delle sperimentazioni del Progetto Giovani, ideato da Andrea Ferrari e ormai modello di riferimento per altri iniziative in Italia e all’estero, si pensi all’esperienza di Palle di Natale, canzone realizzata nel 2016 il cui video ha raggiunto oltre 15 milioni di visualizzazioni su YouTube ed è stata sostenuta, come anche la sitcom, dalla Fondazione Bianca Garavaglia.

Vita di adolescente
La prima stagione della webserie «Ho preso un granchio» conta sette episodi di 5-6 minuti ciascuno, su un tema di volta in volta diverso, alcuni dei quali sono i problemi di ogni adolescente. Dall’arrivo di una ragazza viziata che inizialmente disprezza il reparto, fino all’ansia della raccolta del liquido seminale, passando per una festa a base di sushi organizzata a sorpresa. In due episodi compaiono anche ospiti speciali come Aldo, Giovanni e Giacomo. «Quando hai il cancro, tutti ti parlano sottovoce, come se non fossi più tu. Noi invece volevamo farlo sapere a tutti: ci siamo ancora», dice ancora Teresa, che nella sitcom interpreta la “problem solver”. Ci sono poi il latin lover, la sbadata, l’aliena, l’influencer e così via, che danno vita a episodi pieni di gag divertenti ma anche momenti di verità nuda e spiazzante. «Abbiamo provato a raccontare tutto quello che di solito non si dice», racconta Marco, 18 anni. «Mettendo in scena anche le cose più difficili, come la chemio o come un’operazione, con una battuta». Divertimento e paura: «Abbiamo giocato con le parole per esorcizzare la paura», dice Chiara, 18 anni. «Ma tutti insieme abbiamo anche imparato il valore della condivisione, il vedere il lato positivo delle cose, il sentirsi davvero noi stessi».

Non solo fruizione, ma anche creazione
Niente di nuovo: i primi luoghi di cura, gli asklepieia greci, prevedevano spazi dedicati alla fruizione artistica. Dio Apollo era la divinità della musica e suo figlio, Asclepio, della medicina. Oggi, la letteratura sull’arte terapia e la fruizione cinematografica come momento di cura è sempre più ricca di evidenze. I ragazzi del Progetto Giovani scrivono e recitano: entrare nella fiction regala spazi di distanza dalla realtà salutari per persone che stano già attraversando un periodo importante della vita, ricco di cambiamenti e di ribaltamenti come è l’adolescenza, e si trova a doverlo fare affrontando nel contempo una malattia oncologica. «Ho preso un granchio» insegna anche che sul cancro si può scherzare.
Foto del set dell’Ircss Istituto nazionale dei tumori di Milano
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