Mondo

Darfur, al via una campagna per l’arresto dei criminali di guerra

Oltre 40 associazioni - tra cui Italians for Darfur - in Europa, Nord America, Medio Oriente e Africa hanno lanciato la campagna Wanted For War Crimes

di Redazione

Ad un anno dalla citazione in giudizio da parte della Corte penale internazionale di Ahmad Harun e Ali Kushayb, oltre 40 associazioni – tra cui Italians for Darfur – in Europa, Nord America, Medio Oriente e Africa hanno lanciato la campagna Wanted For War Crimes, che richiama il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a esercitare pressioni per un immediato arresto dei due esponenti del governo sudanese, nonche’ ad attivare sanzioni mirate, come la confisca dei beni, a quanti a Khartoum continuino a offrire loro rifugio. Ad annunciarlo e’ oggi ‘Italians for Darfur’. Nel 2005, la Commissione d’inchiesta dell’Onu in Darfur ha redatto una lista di 51 nomi di individui sospettati di crimini contro l’umanita’. Questa include 10 funzionari di governo centrale di grado elevato, 17 funzionari di governo locali, 14 membri dei Janjaweed, 7 membri delle diverse fazioni ribelle e 3 soldati stranieri. Secondo il mandato di comparizione emesso dalla CPI, Ahmad Harun e Ali Kushayb devono rispondere di oltre 40 capi di accusa, tra cui: omicidi di massa, stupri, incendi di moschee e l’espulsione di piu’ di 60,000 persone da quattro cittadine nel Darfur Occidentale.

James Smith, Direttore Generale della Aegis Trust, tra i membri fondatori della campagna Wanted for War Crimes (”Ricercati per crimini di guerra”), ha dichiarato: ”Dopo aver orchestrato le terribili violenze del 2003 e 2004, Ahmad Harun e’ ora responsabile del ritardo nella consegna degli aiuti umanitari e dell’ostruzionismo nei confronti degli operatori di pace, contribuendo cosi’ alle morti al rallentatore alle quali stiamo assistendo oggigiorno in Darfur. C’e’ un’ironia grottesca nel fatto che proprio lui sia oggi incaricato di sfamare le vittime dei suoi stessi sospetti crimini”. In Darfur, secondo l’Onu, non meno di 200,000 persone sono morte e piu’ di 2.5 milioni di civili sono stati costretti ad abbandonare le proprie case (cifre non ufficiali parlano di 400mila vittime e 2.8milioni di rifugiati).

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