Mondo
Darfur: Bolton attacca l’Onu, “non prema solo sugli Usa”
Secondo il rappresentante permanente degli Usa, Kofi Annan dovrebbe "parlare con Unione africana e Lega araba".
di Redazione
Gli Stati Uniti accusano l’Onu di non fare abbastanza per mobilitare i paesi africani ed arabi per arginare la violenza nel Darfur, la regione del Sudan in preda alla guerra civile, e di fare pressioni soltanto su Usa ed Europa.
Il rappresentante permanente americano John Bolton ha detto ai giornalisti che ”sarebbe utile, penso, se il segretario generale (Kofi Annan), oltre a premere sugli Usa, si mettesse a parlare con l’Unione Africana e con la Lega Araba, e se si decidesse a parlare con i suoi peacekeeper sull’importanza di andare avanti” nel Darfur.
Annan si e’ rifiutato di rispondere alle accuse di Bolton, ma il suo portavoce Stephane Dujarric ha detto che ”il processo di pianificazione sta andando avanti a velocita’ sostenuta”. Annan era stato ricevuto nei giorni scorsi alla Casa Bianca e il presidente George W. Bush, piuttosto riluttante ad inviare truppe Usa in loco, ha suggerito un’operazione sotto l’ombrello della Nato. Cioe’ con militari essenzialmente europei, ma mezzi soprattutto americani. Attualmente circa 7mila militari dell’Unione Africana, male armati e poco efficienti, si trovano in Sudan, ma il loro mandato scade alla fine di marzo.
Secondo il rappresentante speciale di Annan per il Darfur, Jan Pronk, occorrono circa 22mila militari -ben armati, ben addestrati ed appoggiati da elicotteri-, per ottenere qualche risultato. Il Sudan non e’ favorevole alla presenza di truppe non africane sul suo territorio e chiede l’invio di forze delle Nazioni Unite. Un fatto che blocca l’eventuale approvazione di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza, presieduto a febbraio da Bolton, perche’ Khartoum ha l’appoggio di diversi paesi arabi ed africani.
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