Mondo
DARFUR. Karthoum è in contatto con i rapitori
Dal ministero degli Affari Esteri sudanese arriva la notizia di un contatto con i rapitori dei tre operatori di Msf, ma il Jem accusa: sono nelle mani dei janjaweed
di Redazione
Le autorità sudanesi hanno stabilito un contatto con i sequestratori dei tre operatori di Medici senza frontiere (Msf), rapiti due giorni fa nel loro ufficio nel Nord Darfur. Lo riferisce l’Associeted Press. «Abbiamo stabilito un contatto e abbiamo buone speranze» di poterli liberare, ha detto oggi il sottosegretario agli Esteri, Mutrif Siddiq. Il medico italiano, Mauro D’Ascanio, il coordinatore medico francese, Raphael Meonier, e l’infermiera canadese, Laura Archer lavorano per la sezione belga di Msf. «Sappiamo dove sono» ha aggiunto Siddiq «ma per evidenti ragioni non possiamo essere più precisi». Ieri il governatore del Nord Darfur, Osmane Mohammed Yousif Kibir, ha fatto sapere di aver ricevuto una richiesta di riscatto per la loro liberazione. Oggi Khartoum ha dichiarato che il sequestro è stato messo a segno da “banditi”, ma ieri i ribelli del Darfur del Movimento per l’uguaglianza e la giustizia (Jem) hanno puntato il dito contro i miliziani arabi Janjaweed (diavoli a cavallo, ndr), alleati del governo nella guerra in atto dal 2003 nella regione. «E’ una zona controllata da Musa Hilal», un influente capo delle milizie arabe, ha detto un portavoce del Jem, Ahmed Hussein. «I responsabili del sequestro sono nove persone sotto il suo controllo hanno portato le vittime a Gelli, nel nord-est della zona di Kebkabiya» situata 150 chilometri a ovest di El Fasher, capitale del Nord Darfur.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.