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Ddl anticorruzione, via libera dal governo
Tra le misure previste nel disegno di legge, l'ineleggibilità in Parlamento per i condannati passati in giudicato e un Piano nazionale e un Osservatorio contro i reati nella P.A.
di Redazione
Il governo ha dato il via libera al ddl anticorruzione. L’approvazione in Consiglio dei ministri è arrivata con il ”sostegno pieno del Pdl e della Lega” ha sottolineato il Guardasigilli, Angelino Alfano, in una conferenza stampa a palazzo Chigi.
”Oggi il Cdm ha approvato tre grandi capitoli del provvedimento che fissa un principio fondamentale: la trasparente gestione della cosa pubblica frena la corruzione” ha rimarcato il ministro della Giustizia, assicurando inoltre che ”c’è stata anche la volontà ferma di Berlusconi di procedere a una normativa ampia che riguarda non solo gli aspetti sanzionatori ma che sia in grado di garantire una maggiore efficienza e un buon governo”.
Un grande capitolo del provvedimento approvato oggi ”è quello delle sanzioni – ha rilevato Alfano – Abbiamo stabilito dei regimi nuovi in materia di incandidabilità secondo i quali in talune circostanze, in caso di condanne, non ci si possa candidare negli enti locali. Abbiamo esteso queste regole anche a livello parlamentare e abbiamo previsto un inasprimento di pene nei confronti della pubblica amministrazione”.
Il ministro della Giustizia ha spiegato che il nuovo provvedimento prevede un regime di ineleggibilità alla Camera e al Senato per i condannati con sentenza passata in giudicato in relazione a reati come peculato, malversazione, corruzione, concussione. Aspetto questo per il quale il ministro della Semplificazione legislativa, Roberto Calderoli, ha espresso ”viva soddisfazione”. Il ddl ”recepisce anche la mia proposta emendativa, presentata in Consiglio dei ministri, che introduce l’ineleggibilità alle cariche di deputato e senatore per coloro che sono stati condannati, con sentenza passata in giudicato, per i reati di cui alla lettera B dell’articolo 58 del Testo Unico Enti Locali, per un periodo di 5 anni” ha detto l’esponente del Carroccio.
Alfano ha parlato di una sorta di ”fallimento politico” riguardo ai presidenti delle Regioni: ”Per i presidenti di Regione è stata prevista una incandidabilità specifica così come accade in ambito privato per il fallimento. Così come si portano i libri in tribunale”, pari modo ”si portano i ‘libri’ davanti agli elettori”.
L’aspetto più innovativo del ddl anticorruzione, per quanto riguarda il capitolo messo a punto dal ministro per la Funzione pubblica, Renato Brunetta, consiste nel Piano nazionale anticorruzione, cui si accompagna l’Osservatorio sulla corruzione e gli altri reati contro la Pubblica Amministrazione. A spiegarlo è stato lo stesso Brunetta in conferenza stampa.
”Il Piano nazionale anticorruzione rappresenta il quadro complessivo con misure di prevenzione da parte delle singole amministrazioni locali e centrali – ha chiarito Brunetta – ogni amministrazione sarà tenuta a predisporre un piano specifico (difesa, scuola, giustizia, ecc.) e l’insieme di tutti i piani coordinati sarà il Piano nazionale anticorruzione che verrà presentato al Parlamento e periodicamente aggiornato”. Il Piano nazionale inoltre, come ha precisato il ministro, corrisponde e attua una delle previsioni della convenzione Onu contro la corruzione e viene predisposto e coordinato dal Dipartimento della Funzione pubblica, quale Autorità nazionale anticorruzione.
Accanto al Piano si pone l’Osservatorio che rappresenta una sorta di ‘faro’ per quanti cercano informazioni ufficiali, complete e corrette su questo fenomeno. Quindi ”non ci saranno più analisi più o meno estemporanee – ha detto Brunetta – ma statistiche ufficiali”. Il suo compito sarà infatti quello di curare l’analisi aggiornata di fenomeni corruttivi e riferirne con cadenza annuale al ministro per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione. Questi, a sua volta ne informerà il Governo, il Parlamento, gli organismi internazionali nonché la Commissione per la valutazione e la trasparanza delle Pubbliche amministrazioni.
Le misure sulla trasparenza, che viene considerata “l’antidoto alla corruzione”, incideranno su tre dei settori maggiormente a rischio: appalti, contributi e assunzioni, ha poi spiegato Brunetta.
Giudizio negativo sul disegno di legge ha espresso invece il presidente dei deputati dell’Italia dei Valori, Massimo Donadi. “Il ddl anticorruzione è solo uno specchietto per le allodole, una presa in giro con cui Berlusconi spera di far dimenticare ai cittadini gli scandali cha hanno coinvolto il governo e il Pdl negli ultimi tempi” attacca l’esponente dell’Italia dei Valori.
Per il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, “le norme sulla corruzione approvate dal governo vanno bene, poi però nelle liste non ci devono essere personaggi dicussi e discutibili”.
”Difficile esprimere un giudizio sul Ddl varato oggi dal Consiglio dei ministri e comunicato ai giornalisti che non hanno potuto fare neanche una domanda” commenta critico il vicecapogruppo del Pd alla Camera, Alessandro Maran. ”Alcune correzioni dell’ultim’ora sembrano aver migliorato il testo che valuteremo appena ne avremo la possibilità. Siamo disponibili fin da ora a lavorare perché si ponga un vero freno alla corruzione. Senza spot, come sembra la comunicazione stampa fatta oggi dai ministri”, conclude Maran.
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