Famiglia
Deficit di attenzione per 300mila bambini
Al congresso della Società italiana di psicopatologia uno studio rivela che solo l’1% riceve la diagnosi
di Redazione
Si chiama Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (Adhd – Attention-Deficit Hyperactivity Disorder) e in Italia colpisce 300 mila bambini. Solo l’1,3%, circa 4 mila piccoli, riceve però una diagnosi, mentre in Francia, dove la prevalenza stimata è di poco superiore (473.408 casi) si arriva alla diagnosi nel 17% dei pazienti (80.479) e in Spagna nel 59% dei casi. È la denuncia lanciata in occasione Dell’incontro “Adhd: diagnosi, terapia e ripercussioni nell’adulto”, che si è tenuto oggi a Roma al congresso della Società italiana di psicopatologia (Sopsi).
Anche per quanto riguarda l’approccio terapeutico esistono differenze tra i vari Paesi europei. In Francia, su 80.479 bambini diagnosticati con Adhd il 27% riceve una terapia multimodale, cioè una combinazione di interventi medici, educativi, comportamentali e psicologici sul bambino e sui genitori, e l’8% la psicoterapia. In Spagna, su 182.471 baby-pazienti il 54% è sottoposto a terapia multimodale e il 5% a psicoterapia, mentre in Italia dei 4.442 bambini con diagnosi di Adhd il 23% riceve una terapia multimodale e il 44% la psicoterapia. Eppure, sostengono gli esperti, un Adhd trascurato nell’infanzia può portare, nell’adolescenza e nell’età adulta, a tossicodipendenza, alcolismo e al disturbo bipolare. Una precoce diagnosi e un’adeguata terapia sono quindi fondamentali per un futuro sereno del bimbo.
«Completata la diagnosi – sottolinea Alessandro Zuddas, del dipartimento di Neuroscienze dell’università di Cagliari – il primo intervento consiste nel comunicare e spiegare alla famiglia cosa significa avere l’Adhd. È necessario comunicare anche con gli insegnanti per aiutarli a comprendere le difficoltà e i punti di forza, che spesso non sono pochi, del paziente. L’approccio terapeutico, che è sempre preceduto da una dettagliata valutazione clinica, deve essere accuratamente personalizzato: prevede una terapia multimodale a cui può essere associata, nelle forme più importanti, una terapia farmacologica».
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.