Famiglia

Diario dell’adozione/3: A cena da altri genitori per non sentirci soli

I consigli di chi è già “arrivato” sono il bagaglio più prezioso. Quindi via libera alla “caccia” ad altre coppie e nessun limite alle domande (di Andrea Giamarino e Mariachiara Rubino)

di Redazione

Accoglienza, solidarietà e soprattutto, e prima di tutto, un grande amore verso i propri figli: sono le sensazioni più forti e più ricorrenti che abbiamo respirato (quasi) ogni volta che le nostre strade si sono incrociate – spesso volutamente, qualche volta anche casualmente – con dei genitori adottivi. Nella lunghissima strada che una coppia deve necessariamente percorrere per trasformarsi da genitori aspiranti a ?permanenti effettivi? gli scambi di informazione, i consigli e i racconti di chi ha già vissuto questa esperienza sono la compagnia più preziosa.
Il viaggio è accidentato e faticoso, tanto che a volte si ha la sensazione che non abbia una fine. Avere davanti agli occhi e nella testa gli esempi di chi è arrivato in fondo è un ottimo carburante. Ogni genitore adottivo ha vissuto sulla propria pelle una serie di vicissitudini, di paure e di emozioni: lo stress dei colloqui, i mille dubbi nella scelta dell?associazione ?giusta?, la frustrazione per un?attesa che sembra interminabile (ma quando ci saranno, davvero, ?adozioni più facili?, e magari anche più veloci, come in tanti altri Paesi europei più evoluti?). Nessuno meglio di loro è in grado di capire, sostenere, consigliare chi sta vivendo questi momenti. È un po? come scalare una grande montagna con l?aiuto di una guida esperta: non vi toglie la fatica, ma un po? di inquietudine sicuramente sì.

Scordatevi il jackpot
La nostra scelta è stata, fin dall?inizio, di cercare il più possibile il contatto, l?incontro, la richiesta di informazioni con questi padri e madri. Alcuni li avevamo già ?in casa?, nella cerchia dei nostri amici più cari. Diversi altri ce li hanno ?procurati? amici e conoscenti: in poco tempo dal sentirsi ?gli unici? a non riuscire ad avere figli ci siamo ritrovati in abbondante compagnia. Non sappiamo se la nostra esperienza sia stata particolarmente fortunata: sappiamo però che abbiamo fatto degli incontri per lo più felici, oltre che utili. Ci hanno aiutato a sentirci meno soli, a sopportare l?attesa, a immaginare come sarà avere un figlio nato in un?altra pancia, a capire anche quali saranno le difficoltà, i problemi, le situazioni che ci si troverà ad affrontare. Un bagno di sano realismo, lontano da leggende metropolitane di neonati dati in adozione a chi aveva fatto domanda da pochi mesi (ma è come fare jackpot all?Enalotto) e da ?racconti dell?orrore?, che sembrano fatti apposta per terrorizzare i futuri genitori.

Attenti ai cambiamenti
Nel chiedere informazioni e consigli, è bene tenere presente una cosa: nel variegato mondo dell?adozione, le situazioni si evolvono rapidamente e cose vere l?altro ieri oggi possono essere buone solo come aneddoti. I formulari per le domande vengono aggiornati, gli assistenti sociali e gli psicologi che fanno i colloqui cambiano, Paesi che fino al mese prima offrivano grandi opportunità possono improvvisamente chiudere le adozioni, i documenti da produrre si modificano. In particolare, il cambio della legge sull?adozione (quella in vigore è stata approvata nel 2001) ha creato un prima e un dopo.
Prima esisteva il fai da te, oggi ci si deve necessariamente affidare a un?associazione riconosciuta. Con il vantaggio di un più rigoroso controllo sulla liceità dei processi adottivi, ma con l?indubbio svantaggio che le adozioni a tempi record, un tempo possibili, oggi sono decisamente improbabili.

Incrollabile certezza
Ma al di là delle informazioni e dei consigli, pur utilissimi, le cose più belle che abbiamo portato a casa dopo tutti i nostri incontri sono le sensazioni. Forti. Intense. Profonde. Da estranei a questo strano mondo delle adozioni, quali ancora siamo, ci hanno colpito in particolare due cose. La prima è l?incrollabile convinzione che tutti i genitori adottivi che abbiamo incontrato hanno che i loro figli sono proprio i loro. Nel senso che nessun altro avrebbe potuto esserlo. C?è chi ringrazia Dio, chi il proprio karma, chi il destino. Il risultato non cambia: l?alchimia dell?amore ha trasformato un bambino e due adulti che non si conoscevano in un figlio e nei suoi genitori. Fatti l?uno per gli altri.
La seconda è la grande naturalezza con cui, nella maggior parte delle famiglie che abbiamo incontrato, si parla di adozione. Anche in presenza dei figli. Una naturalezza capace di trasformare una storia di vita vissuta non priva di aspetti duri e momenti difficili in una bella favola con il più classico dei finali: «E vissero felici e contenti». Il che, ovviamente, non vuole affatto dire senza problemi.
Ci dimenticavamo dell?ultima sensazione, la più importante. La dolcezza infinita dei bimbi. Dei loro bimbi.

Consigli in pillole:
? Raccontate a familiari e amici le storie che vi hanno colpito di più. Li aiuterà a condividere il vostro percorso e aiutarvi nei momenti difficili.
? Non temete le nuove amicizie: le famiglie adottive sono disponibili.
? Se siete ospiti di una famiglia adottiva, non parlate di adozione davanti ai bambini finché non capite l?attitudine della famiglia in proposito.
? Attenzione alle parole: i genitori raccontano ai bimbi la loro storia adattandola. Non usate mai le parole ?abbandono? o ?abbandonato?.
? Per informazioni: www.commissioneadozioni.it, tel. 800.118330

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