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Disabili, serve un patto, non solo promesse

L'opposizione ha lanciato in materia alcune proposte di legge.

di Livia Turco

Quando si costruisce un patto, tanto più con il cuore, questo va rispettato. Anche quando si hanno pochi strumenti e possibilità di incidere. Il patto con le persone disabili per me, per noi Ds, è scaturito da un incontro profondo in cui sentiamo in gioco coerenza morale, calore umano e scelte politiche. Per questo fin dall?inizio della legislatura, in silenzio, tante volte non ascoltati, sempre ignorati dal governo, abbiamo continuato la nostra battaglia. Abbiamo deciso di alzare il tiro della nostra battaglia, tanto più a fronte del silenzio del governo. Che dopo le promesse, a dire il vero molto vaghe, fatte alla conferenza di Bari, non sta facendo nulla, anche sul tema della disabilità. Per questo abbiamo da tempo depositato una mozione parlamentare che impegna il governo su punti concreti: applicazione della 328/2000, definizione di un fondo per le persone non autosufficienti, piena applicazione della legge sull?inserimento lavorativo, incremento ogni sei mesi degli insegnanti di sostegno, finanziamento dei progetti del ?dopo di noi?. Abbiamo inoltre presentato un pacchetto di leggi di cui chiediamo l?iscrizione all?ordine del giorno della Commissione Affari sociali. Una di esse prevede l?istituzione di un fondo per le persone non autosufficienti finanziato da una tassa di scopo che incrementa le risorse pubbliche per dotare le persone non autosufficienti e le loro famiglie di servizi domiciliari adeguati, di servizi per la riabilitazione, o della integrazione delle rette per pagare la struttura semiresidenziale e residenziale. Una seconda legge modifica i criteri di accertamento della disabilità, l?uso delle tecnologie applicate alla pubblica amministrazione, e, soprattutto rilancia il progetto ?dopo di noi?. Nella nostra proposta di legge sono in particolare previste risorse aggiuntive per costruire una rete adeguata di famiglie/comunità, per migliorare il congedo pagato per due anni, che già avevamo previsto, e per prevedere la contribuzione figurativa di tre anni al fine di consentire il pensionamento anticipato. Ma le proposte di legge non bastano. È importante lanciare un forte messaggio culturale. Per questo abbiamo indetto a settembre la prima festa nazionale sulla disabilità, per richiamare l?attenzione di tutta l?opinione pubblica sulla necessità di abbattere gli ostacoli e i valorizzare i talenti e le capacità, o, per usare un?espressione cara alle associazioni, le diverse abilità di ciascuna persona.


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