Diritti
Disabilità, gli ausili strumenti di cittadinanza vittime del Nomenclatore
Quando hanno approvato il decreto tariffe il 30 dicembre 2024 sono saltati alcuni codici Iso. Risultato: non è più previsto il rimborso per le riparazioni di alcune componenti delle carrozzine elettriche. In Veneto, dove è scoppiato il caso, la regione è corsa ai ripari, ma resta il problema per il resto d’Italia. La Fish si è rivolta ai ministri Schillaci e Locatelli. Si chiede non solo il ripristino della copertura economica e l’aggiornamento, ma di affrontare anche il tema in modo strutturale

«Occorre definire delle soluzioni strutturali. Non è possibile che la burocrazia prevarichi sui diritti. Oggi un ausilio è uno strumento di cittadinanza. Se si rompe la carrozzina elettrica che cosa fa una persona? Deve rimanere a letto? Chiusa a casa?». Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per i diritti delle persone con disabilità e famiglie – Fish non usa giri di parole.
I codici esclusi dal rimborso
Il fatto è che dopo l’approvazione del Decreto tariffe del Nomenclatore non è più previsto il rimborso per il cambio delle batterie o di altre componenti delle carrozzine elettriche. Il provvedimento, infatti, ha revocato l’efficacia del DM n. 332/1999, determinando una lacuna che Fish definisce «inaccettabile»: l’esclusione dei codici relativi alle riparazioni e sostituzioni degli ausili classificati sotto il codice ISO 12.23, ovvero le carrozzine a motore elettrico.
Il caso in Veneto
«L’hanno approvato il 30 dicembre scorso», ricorda Falabella. Poi poco tempo fa in Veneto è scoppiato il caso nel momento in cui una persona ha denunciato il fatto che le aziende sanitarie non avevano avvisato dell’esclusione del rimborso le riparazioni per le carrozzine elettriche.
«In Veneto dopo l’interessamento dell’assessore Lanzarin e del presidente Zaia hanno risolto il problema, ma questo taglio ai rimborsi riguarda tutte le altre regioni. Ci saranno situazioni simili ed è per questo che come federazione abbiamo scritto ai ministri Schillaci e Locatelli perché intervengano al più presto perché tutto questo mette a rischio l’autonomia delle persone con disabilità».
A rischio la mobilità e l’autonomia delle persone
Al ministro Orazio Schillaci, Salute e alla sua collega ministra alla Disabilità Alessandra Locatelli, si ricorda come il taglio dei rimborsi è andato a incidere su dispositivi, essenziali per la mobilità e l’autonomia di migliaia di persone con disabilità, non autosufficienti. Dispositivi che necessitano di manutenzione ordinaria e straordinaria, con interventi spesso costosi legati alla sostituzione di batterie, motori, joystick e ruote.
«La mancanza di copertura per tali voci», sottolinea la missiva della Fish «rappresenta un gravissimo vulnus per i diritti delle persone con disabilità, costrette a farsi carico di spese insostenibili in un contesto già segnato da disagio economico e costi elevati legati alla condizione di disabilità. È inaccettabile che si proceda a un alleggerimento del Ssn a discapito dei più fragili, privandoli di un supporto vitale per la loro quotidianità».
Le richieste a Schillaci e Locatelli
Tre le richieste che vengono fatte dalla Fish ai due ministri:
- Ripristinare la copertura economica per le riparazioni e le sostituzioni delle carrozzine elettriche, garantendo l’accesso ai servizi essenziali senza oneri aggiuntivi per i cittadini.
- Valutare da subito un’integrazione del Nomenclatore, assicurando che nessuna persona con disabilità veda limitata la propria autonomia per mere questioni burocratiche.
- Definire soluzioni strutturali che evitino il ripetersi di simili criticità, in linea con i principi della Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità.
«Ora attendiamo una risposta», conclude il presidente Falabella.
In apertura photo by Jon Tyson on Unsplash
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