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Disagio abitativo per 1,5 milioni di famiglie

400mila persone in lista d'attesa per la casa popolare, costi per le locazioni che crescono e stipendi inchiodati. Per Legacoop Abitanti è tempo di puntare su un piano con nuove forme di partnership pubblico-privato, fondi rotativi, blending. Nel pomeriggio del 15 settembre la presidente Rossana Zaccaria affronterà il tema con gli assessori di Milano Torino e Bologna

di Redazione

«Un milione e mezzo di nuclei familiari vive una condizione di disagio abitativo acuto o grave, cioè fatica a pagare l’affitto o le rate del mutuo; almeno 400mila sono registrati nelle liste di attesa per un alloggio popolare nei Comuni. Questi pochi dati testimoniano come continui a sussistere un’emergenza casa, alimentata da stipendi bassi, costo della vita in crescita, mutui alle stelle, canoni di locazione in aumento». Parole di Rossana Zaccaria, presidente di Legacoop Abitanti.

Risposte non più rinviabili

Zaccaria continua: «Ad essere colpite sono, naturalmente, le fasce più vulnerabili: famiglie numerose, lavoratori precari, giovani studenti. Per questi ultimi, in particolare, il problema assume un’urgenza e un’evidenza maggiore all’avvio dell’anno accademico. Non è più rinviabile una risposta a questa emergenza: si dia attuazione ad un Piano strutturale per la casa, sulla cui necessità concordano sia il ministro delle infrastrutture sia le forze di opposizione, definendo, in vista della legge di bilancio, proposte che siano sostenibili e che vedano la collaborazione di tutti i soggetti interessati, a partire dalla cooperazione di abitanti che nella sua esperienza ha maturato buone capacità gestionali e attenzione alla dimensione sociale».

La presidente di Legacoop Abitanti, anticipa così i contenuti di “Cooperare per abitare”, tre conversazioni con gli assessori Piefrancesco Maran (Milano), Paolo Mazzoleni (Torino), Emily Clancy (Bologna) che stanno affrontando la pressione del bisogno abitativo, con l’urgenza di un’offerta accessibile economicamente e nuova nelle forme. 

Obiettivo dell’incontro, in programma oggi, 15 settembre a Cinisello Balsamo nell’ambito del Festival Generazioni promosso dalla cooperativa Uniabita, è mettere a fuoco alcuni assi di azione previsti dai Comuni per discutere insieme di risorse, strumenti, ruolo della cooperazione di abitanti, che intende essere un soggetto attivo nella realizzazione dei programmi, in posizione di corresponsabilità con la governance pubblica.

Affitti cresciuti troppo

Sono i dati a testimoniare la necessità di rispondere a questa emergenza. A Milano – ricorda una nota -, dal 2015 ad oggi sono cresciuti i prezzi di locazione e vendita di circa il 40% e i salari invece di circa il 5%. Per quanto riguarda gli studenti, la domanda di stanze singole è aumentata del 27%, con una punta del 55% a Roma e i prezzi medi vanno da 626 euro al mese per una stanza a Milano (+1% rispetto al 2022), a 482 a Bologna (+8%), città che supera Roma dove il prezzo medio è di 463 euro. 

Il tema, insomma, è “caldo”. In queste ultime settimane, oltre che di un Piano casa strutturale, si ragiona sulla possibilità di reperire dei fondi, anche sulla scorta di una ricognizione del fabbisogno.

Il piano di Legacoop Abitanti

«Legacoop Abitanti», sottolinea Zaccaria «sta lavorando a un piano che definirà obiettivi, strumenti e metodologie di applicazione, mettendo a disposizione il track record cooperativo che dimostra nei dati capacità gestionale (morosità sotto il 3%), manutenzione costante ed efficientamento degli alloggi, progetto sociale, tempi rapidi di assegnazione, presenza radicata nei territori». 

Un piano strutturato su alcuni presupposti essenziali – sottolinea la nota – come il «fare tesoro delle sperimentazioni dell’ultimo decennio, integrando la componente quantitativa e finanziaria (quanti alloggi per quante famiglie e a che costi) a quella relazionale (quali servizi per quale comunità) e gestionale (quale modello organizzativo e di gestione tra servizi immobiliari e di comunità); mobilitare la pluralità dei soggetti in campo animati da una logica non speculativa e che, come la cooperazione di abitanti, siano in grado di attivare il capitale sociale insieme a risorse finanziarie diverse (impact investing, finanza pubblica, crowdfunding, fondi mutualistici); valorizzare le esperienze di filiera in grado di determinare nuove forme di sostenibilità finanziaria».

Per Legacoop Abitanti è poi indispensabile integrare alcuni strumenti in una logica di blending e di ridotto impatto sulla finanza pubblica, a partire dalle risorse pubbliche come leva di investimenti privati non speculativi, da attivare per abbattere le rate dei mutui e con formule rotative. Su questi temi Legacoop Abitanti ha allo studio una proposta che prevede l’evoluzione di strumenti utilizzati in alcune regioni come il Piemonte e altri Paesi europei, con alcuni correttivi e aggiornamenti.  

E, ancora, operare sulle grandi aree dismesse di proprietà pubblica o di soggetti statali (Cassa Depositi e Prestiti, Demanio, Invimit, Ferrovie dello Stato) interrompendo la logica della valorizzazione finanziaria per far sì che il costo delle aree diminuisca con una logica produttiva e sociale; ripensare i bonus fiscali per l’efficienza energetica in una logica strutturale, orientati a interventi su scala urbana e con chiare finalità sociali; infine, attivare alleanze con soggetti della finanza di impatto disponibili a sostenere investimenti di lungo periodo con redditività certe e limitate, su progetti innovativi ad alto impatto sociale.

In apertura photo by mike nguyen on Unsplash


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