Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Politica & Istituzioni

Disagio giovanile il Veneto previene

Progetto pilota regionale per la tutela dell’età adolescenziale e la prevenzione del disagio minorile

di Alba Arcuri

Regione Veneto. Deliberazione della giunta regionale n. 2863 del 5 agosto 1997. Progetto pilota regionale per la tutela dell?età adolescenziale e la prevenzione del disagio minorile (Ppr-ta); avvio delle procedure per la presentazione delle domande di partecipazione all?attuazione del progetto. B.U. n. 77 del 19 settembre 1997. Saranno le associazioni, ancora una volta, a essere coinvolte in prima persona per la realizzazione di un progetto pilota regionale per la tutela dell?età adolescenziale, la prevenzione del disagio minorile e la promozione della salute, che ricalca le linee fondamentali del Piano nazionale per l?infanzia e l?adolescenza. Muovendosi in questa direzione l?assessore alle politiche regionali, Raffaele Zanon, nella seduta del 5 agosto ha esposto alla giunta la necessità di dare attuazione, dal punto di vista organizzativo a un progetto pilota finalizzato alla tutela dei minori e degli adolescenti, al sostegno delle situazioni di fragilità o problematicità delle mamme con figli in età prescolare, e di potenziare i progetti di affido come stabiliva la deliberazione della giunta regionale n. 980 del 2 giugno 1994. La giunta ha accolto positivamente la proposta approvando il progetto pilota e le modalità di attuazione. Già dal 27 maggio scorso la giunta regionale, con delibera n. 1914, aveva approvato uno stanziamento di fondi destinato allo sviluppo del progetto, che prevedeva una quota di 2 miliardi e 300 milioni, da destinare allo sviluppo degli obiettivi prefissati. Il nuovo provvedimento intende determinare gli aspetti organizzativi e gestionali del progetto, di approvarne l?articolazione e i contenuti, di individuarne il coordinamento e di assegnare i contributi agli enti che saranno idonei a portare avanti le finalità del progetto. In particolare la delibera intende coinvolgere nelle iniziative, che si prevede avranno durata triennale, le istituzioni pubbliche che sono coinvolte con i problemi dell?età evolutiva e tutte le forme del privato sociale, del volontariato e dell?associazionismo che «operano con decisione – così si legge nel testo – per uno sviluppo positivo di vita per le nuove generazioni». Verrà istituito un gruppo di lavoro che avrà il compito di verificare i risultati raggiunti, ma a cui soprattutto spetterà di coordinare le attività in vista di una collaborazione tra più enti e tra pubblico e privato sociale. Il gruppo verrà presieduto dal dirigente del dipartimento delle politiche sociali; ne faranno parte due direttori di aziende sanitarie locali e alcuni esponenti delle associazioni. È previsto un particolare coinvolgimento delle aziende sanitarie locali, invitate anch?esse a costituire gruppi di lavoro in grado di creare sinergie tra i vari organismi, di coinvolgere le varie istituzioni, di valorizzare appieno e di coordinare le risorse locali, in primo luogo quelle degli enti locali (come individuate dal Dpr 616 del 1977 e dalla legge 142 del 1991).


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA