Famiglia

Doha: le multinazionali resistono all’accordo

Buon viso a cattivo gioco: le multinazionali farmaceutiche  dichiarano che l'accordo raggiunto a Doha non cambia nulla

di Redazione

Nonostante le multinazionali farmaceutiche si siano trovate nelle condizioni di dover accettare un compromesso sulla questione dei brevetti farmaceutici al meeting della World Trade Organization (WTO) in Qatar, una volta a casa insistono nel dire che nulla è cambiato. “Le multinazionali volevano essere certe che il linguaggio finale della dichiarazione non riducesse gli obblighi relativi ai brevetti farmaceutici” ha dichiarato Alan Holmer, presidente del Pharmaceutical Research and Manufacturers of America (PHARMA). “In questo senso possiamo dire di essere pienamente soddisfatti”, dicono sul Wall Street Journal.

In realtà, dopo l’accordo raggiunto a Doha, gli attivisti ed i rappresentanti della nazioni più povere hanno vinto una lunga e sofferta battaglia. L’accordo è sostanzialmente un interpretazione degli accordi TRIPS, che riafferma il diritto degli stati nazionali ad appropriarsi dei brevetti farmaceutici qualora ciò venisse ritenuto essenziale per proteggere la salute pubblica. “Si tratta del momento più bello della nostra campagna” ha dichiarato Jamie Love, direttore del Ralph Nader’s Consumer Project on Technology. “La dichiarazione non sarebbe stata migliore se l’avessimo scritta noi stessi”. 
 
Gli analisti ritengono che non sarà possibile comprendere l’effetto reale dell’accordo finché gli stati nazionali non definiranno con chiarezza il confine che separa i farmaci di cui esiste un disperato bisogno per far fronte alle emergenze sanitarie e quelli che sono “semplicemente” utili per la popolazione  Le  violazioni dei brevetti farmaceutici saranno comunque confinati ad aree del pianeta in cui gli interessi economici delle multinazionali sono comunque irrilevanti.     

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