«Il valore delle donazioni monetarie negli Stati Uniti è stato pari nel 2009 al 2,1% del Pil e la donazione media delle famiglie americane è stata di 1.940 dollari (includendo i non donatori): questo elevato ammontare di risorse è indirizzato a sostenere l’attività di 1,2 milioni organizzazioni caritative». Sono i dati resi noti da Lugi Campiglio, docente di economia politica e prorettore della Cattolica di Milano. «Nonostante la crisi, la diminuzione delle donazioni nel 2009, rispetto al 2008, è stata contenuta al 3,6%», ha spiegato Campiglio, dal palco del Meeting riminese. «Ed è proprio nel corso della crisi che le famiglie Gates e Buffett hanno promosso un’iniziativa del tutto nuova, invitando i miliardari americani a sottoscrivere un impegno a lasciare in eredità almeno il 50% del loro patrimonio: ad agosto 2010 già 40 altri miliardari americani hanno aderito all’iniziativa denominata “The Giving Pledge”, cioè “La promessa solenne a donare”».
Per quanto riguarda la situazione italiana, l’indagine campionaria più recente evidenzia un’ampia platea di donatori individuali, regolari o saltuari, per importi annui medi pari a 180 euro per quelli regolari e 48 euro per quelli saltuari. «Si tratta di una stima per difetto», ha precisato Campiglio, «perché esclude offerte, elemosine, contributi e il 5 per mille, ma nel confronto con il corrispondente contributo americano emerge implicitamente un ampio spazio di potenzialità e di ulteriore crescita. (A. Ne.)
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