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Economia & Impresa sociale 

Donne in cooperativa: Qui siamo la maggioranza

Giovanna Zago della Commissione cooperatrici dirigenti di Confcoop

di Davide Nordio

«Le disparità di genere ci sono anche nel nostro settore, sebbene rappresentiamo il 60% dei soci. Ma oggi gli uomini sono più maturi verso la famiglia». Per questo «mi auguro che fra dieci anni questa Commissione non esista più» «Senza la cooperazione la strada delle donne nel mondo del lavoro sarebbe stata ancora più in salita»: non ha alcun dubbio Giovanna Zago, coordinatrice nazionale della Commissione cooperatrici dirigenti di Confcooperative, da lei fortemente voluta per promuovere le pari opportunità anche nel settore cooperativo «dove», spiega, «forse le differenze tra uomini e donne sono minori rispetto al mondo del lavoro in generale, ma comunque ci sono. Mi auguro che tra dieci anni questa commissione abbia esaurito il suo ruolo, in quanto siamo riusciti ad appianare anche le più piccole disparità». Veronese, mamma di tre figli e nonna, Giovanna Zago ha guidato per anni il consorzio di cooperative sociali Il Solco e nel 2000 è stata vicepresidente nazionale di Federsolidarietà: attualmente continua a rimanere operativa nel settore con la cooperativa Alchimia del cuore, attiva nel settore dei servizi alla persona.
Vita: Qual è oggi il peso femminile in Confcooperative?
Giovanna Zago: Siamo in assoluto la maggioranza. In controtendenza rispetto ai dati europei, ben il 60% dei soci di Confcooperative è donna. E mi piace molto sottolinearlo nei nostri incontri…
Vita: E secondo lei perché c’è questa grande partecipazione?
Zago: Credo che questo derivi in parte dagli ambiti di azione della cooperazione, dove c’era e c’è molto spazio per la partecipazione femminile. E perché il modo di lavorare nelle cooperative ha sempre presentato quegli aspetti di flessibilità necessari a chi, come le donne, è impegnata su due fronti: il lavoro e la casa.
Vita: È ancora così?
Zago: Certo, le cose non sono poi tanto cambiate da cinquant’anni a questa parte. Ma è maturata anche una maggior responsabilità verso la famiglia da parte degli uomini. Per questo la nostra commissione punta ad un maggior confronto con loro: perché da qui possa essere trovata una strada per migliorare la qualità della vita di entrambi. Riconoscendo le diversità.
Vita: Per esempio?
Zago: Possono essere tanti. Come la creazione di servizi all’interno del luogo di lavoro, come i centri estivi o i nidi aziendali. Credo che una collaborazione su questo fronte possa essere davvero foriera di un cambiamento di mentalità, rispondendo all’esigenza che sempre più emerge dalle lavoratrici: uguali opportunità nel lavoro, ma senza rinunciare al ruolo in famiglia.
Vita: Proprio in questi giorni la commissione da lei presieduta insieme a Confcooperative Veneto è stata promotrice di un evento insolito, ovvero lo spettacolo teatrale «L’impresa delle donne e degli uomini: la passione per la cooperazione» dedicato alla storia delle donne nell’ambiente cooperativo…
Zago: Già, in occasione della Festa della donna abbiamo messo in scena a Padova alcune storie reali di donne e uomini nel nostro ambito. È stata una esperienza entusiasmante perché spiega come è cambiato l’approccio delle donne con il mondo del lavoro. Dalle ultrasettantenni che dovevano per forza dimostrare di essere donne “con gli attributi”, quindi rinunciando ad una parte di loro stesse, alle trentacinquenni di oggi che, come ho detto, vogliono uguali diritti e opportunità, ma non sono disposte a travestirsi da uomini.
Vita: Com’è cambiato l’atteggiamento degli uomini nei confronti delle donne nei decenni?
Zago: Beh, moltissimo. Dalla assoluta diffidenza nelle prime esperienze di lavoro negli stessi ambiti, oggi gli uomini ritengono del tutto normale avere delle colleghe a loro fianco. E questo mi pare un ottimo punto di partenza per rendere ancora più concreto nei fatti quel confronto su cui vogliamo lavorare in Confcooperative. E, attenzione, lo sta chiedendo la maggioranza…


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