Welfare

Droga, le proposte della Fict a Giovanardi

La Federazione italiana comunità terapeutiche, presente quest'oggi al tavolo con il sottosegretario Giovanardi: "Gli scenari si aggravano, è ora di programmi condivisi"

di Redazione

 

Si è concluso da poco presso la Sala delle conferenze della Camera dei deputati l’incontro tra il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi e i rappresentanti delle comunità terapeutiche impegnate del settore delle tossicodipendenze per ascoltarne i suggerimenti e le problematiche.

La Fict, Federazione italiana comunità terapeutiche, ha raccolto l’invito e ha esposto a Giovanardi la propria posizione, avanzando diverse proposte. “Sono più di 15 anni che le problematiche e le istanze sono sempre le stesse ma presentate ad interlocutori diversi, nel frattempo gli scenari delle dipendenze si aggravano”, ha aperto il proprio intervento la Fict. “Oggi l’abuso di sostanze rende più difficile il trattamento anche a causa della pesante insorgenza di problemi psichiatrici, esacerbati o indotti dall’uso di droghe, anche quelle che, ancora in molti, continuano a considerare ‘leggere’ e tali non sono più.
Si ritiene fondamentale che il nuovo Dipartimento nazionale assuma un ruolo di cerniera tra le diverse conoscenze, esperienze tecniche e le scelte politiche del Governo. Ci si domanda se saranno utilizzati gli atti e le conclusioni della passata Conferenza Nazionale messi in disparte dal sopravvento del Governo Prodi e se saranno recuperati i lavori della Consulta degli Operatori e degli Esperti convocata dall’ex Ministro Ferrero”.

La Fict ha avanzato al sottosegretario anche alcune richieste:

– che ‘l’integrazione dei servizi’ avvenga in un’ottica simmetrica con il passaggio da Enti ausiliari a Enti accreditati, evitando competizioni inutili tra pubblico e privato. Per attuare ciò, serve una programmazione condivisa sulle linee di sviluppo dei servizi e sulla valutazione degli stessi. La valutazione dei servizi del privato sociale dovrebbe avvenire sulla base di indicatori di qualità, efficienza ed efficacia, ed andrebbe effettuata da organismi misti e super partes. L’accesso alle strutture accreditate, da parte del cittadino, dovrebbe accadere in maniera diretta, pur lasciando la responsabilità del trattamento al servizio pubblico.

– ‘Omogeneità di trattamento su base nazionale’: molte Regioni, circa la metà, non hanno ancora applicato gli Atti di Intesa Stato Regioni previsti nel 1999, né per quanto concerne gli aspetti organizzativi (Dipartimenti delle Dipendenze), né per gli accreditamenti delle strutture. Esiste una notevole differenza negli investimenti sui servizi, ad esempio: nelle diverse Regioni, le rette per le comunità terapeutico residenziali oscillano dai 146 euro pro capite ai 37 euro; inoltre non vengono adeguate al costo della vita o se avvengono è con enorme ritardo.

– ‘Maggiori risorse economiche’: si assiste, anno dopo anno, al depauperamento delle risorse sia economiche (l’Italia investe nel settore la metà di quanto stanziato dagli altri paesi della UE) sia in personale per i servizi. C’è l’impossibilità di effettuare una vera programmazione nelle Comunità a causa di invii irregolari da parte dei Sert, legati a problemi di budget e non alle reali necessità degli utenti. I pagamenti delle rette non avvengono in tempi congrui (in alcune regioni si superano anche i due anni!!) e ciò impedisce una equa remunerazione di tutto il personale, specialmente di quello specialistico indispensabile per offrire prestazioni di qualità. Anche l’erogazione dei finanziamenti per i diversi progetti avviene con estremo ritardo e obbliga le comunità ad anticipazioni onerose con esposizioni bancarie notevoli.

Infine, la Fict ha proposto:
– un coordinamento forte tra il il Governo Centrale e quello locale delle Regioni: il Dipartimento potrebbe svolgere l’importante ruolo di cabina di regia, ovvero vigilare sui diritti e sulle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale, ora che sono stati stabiliti i Lea, i Livelli essenziali di assistenza
– il ripristino del fondo Nazionale per la lotta alla droga, separato per le Dipendenze; oggi è nel fondo indistinto e le Regioni lo destinano per altri settori
– impegnare le Regioni ad uno stanziamento per le dipendenze pari almeno all’ 1,5% del fondo sanitario di loro competenza
– costituire un Osservatorio Nazionale sulla droga che permetta una lettura omogenea e coordinata con quella delle Regioni
– stimolare la nascita di un Coordinamento Regionale per concertare le azioni con i vari attori delle dipendenze: sociale, sanità, giustizia, lavoro, scuola…
– pensare ad una ‘Budgettazione’ dei Servizi accreditati, attraverso formule che diano certezza organizzativa e gestionale, al fine di uscire da quella situazione di precarietà in cui si vengono sempre più frequentemente a trovare i Servizi di pubblica utilità.

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