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Droga:un’altra overdose di parole

Dopo la presa di posizione antiproibizionista al congresso D.S. si profila una nuova battaglia sul tema "droga che fare". Già ci sono alcune Comunità contrarie, Radicali favorevoli ...

di Riccardo C. Gatti

D opo la presa di posizione antiproibizionista al congresso D.S. si profila una nuova battaglia sul tema “droga che fare”. Già ci sono alcune Comunità contrarie, Radicali favorevoli … A.N. sul piede di guerra contro la “droga di stato”. Chi lavora in questo settore credo che, ormai, sia in grado di prevedere dettagliatamente quali saranno le dichiarazioni dei prossimi giorni, i protagonisti e le loro esatte parole, semplicemente perché sono già state fatte più volte. Sino ad oggi queste battaglie non hanno portato a nulla. Le posizioni proibizioniste ed antiproibizioniste sono trasversali alle forze politiche e sembrano sorreggersi e giustificarsi le une con (o contro) le altre. C’è fin troppo aria di campagna elettorale (una campagna elettorale che dureràrà un intero anno) per pensare che si affrontino ora e seriamente troppi problemi gravi e mai affrontati. Se vincerà la sinistra avremo qualche sperimentazione controllata di somministrazione di eroina che andrà ad aggiungersi ai tre sostitutivi degli oppiacei (metadone, buprenorfina e LAAM) che già abbiamo o stiamo per avere a disposizione. Naturalmente non sapremo cosa fare per la maggior parte dei pazienti dei SERT che sono politossicomani e a cui l’eroina, da sola, non basterà. Gli studenti di buona famiglia, e gli impiegati trasgressivi,finalmente, avranno la possibilità di comprare legalmente derivati della cannabis in qualche luogo selezionato a fronte di un mercato clandestino in grado di venderli ovunque e, magari, ad un prezzo migliore. Davanti a qualche discoteca si analizzeranno le “paste” in modo che si possa essere sicuri che contengano veramente ecstasy e, poi, si prometteranno più fondi a disposizione per le Comunità. Se vincerà la destra si riproporrà il tema delle disassuefazioni obbligatorie, naturalmente senza preoccuparsi di dire dove, come e perché farle ed a cosa dovrebbero effettivamente servire. Si inaspriranno le attuali sanzioni amministrative e forse, in alcuni casi, anche la cura in Comunità diventerà obbligatoria. E poi si prometteranno più fondi a disposizione per le Comunità. Ma siccome, come di solito accade in questo campo, non vincerà nessuno, si tirerà un colpo al cerchio ed uno alla botte come si è fatto negli ultimi dieci anni. Oppure si proporrà qualcosa di eclatante che non verrà mai portato a termine in attesa della prossima riforma … che ancora una volta non si farà, poiché ulteriori investimenti in questo settore nessuno vuol farli, non aumenteranno i fondi per le Comunità e, naturalmente ed a maggior ragione, per i SERT che hanno in cura migliaia di tossicomani. Eventualmente verranno investite risorse per un referendum. Comunque non succederà nulla. Vista la povertà generale di pensiero politico in questo settore forse è meglio così. Bene ha fatto la ministra Livia Turco, diessina, ha riportare subito le cose nell’ordine delle cose reali. Ma così facendo ha sottolineato una volta di più come a Torino s’è fatto un generale “pour parler” sulle cose, ma la realtà è davvero altrove.


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