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Cop28

Droni, robot e sensori high-tech per un’agricoltura sostenibile

Beeco, ecosistema di innovazione italiano, è stata una delle poche aziende italiane a partecipare alla Cop28 presentando due progetti: Sfera Agricola e HortoMio. « Le tecnologie avanzate, come l'agricoltura basata su droni e l'uso di robot agricoli, possono aumentare la produttività riducendo la dipendenza dal lavoro manuale. Questo non solo fa sì che l'agricoltura sia più redditizia, ma riduce anche la pressione sulla necessità di aprire nuove aree per la coltivazione, preservando e proteggendo gli ecosistemi naturali», spiega il Ceo Marco D'Angelo

di Sabina Pignataro

Riunire idee e soluzioni innovative, dimostrando come la tecnologia e l’innovazione possano essere alleate fondamentali nella lotta contro il cambiamento climatico e nella costruzione di sistemi alimentari più sostenibili e salutari. È (anche) questo uno degli obiettivi della Cop28, la conferenza annuale che riunisce i leader mondiali, gli scienziati e i decisori politici per concordare come intensificare l’azione globale al fine di risolvere la crisi climatica.
Beeco, ecosistema di innovazione italiano, è stata una delle pochissime aziende italiane a parteciparvi, portando la propria esperienza nell’affrontare le sfide dell’alimentazione globale, garantendo al contempo la salvaguardia delle risorse e degli ecosistemi.

BeeCo Farm a Dubai, nel padiglione delle Nazioni unite,



L’agricoltura tecnologica, o agricoltura di precisione, è un approccio innovativo che utilizza avanzate tecnologie per ottimizzare la produzione agricola», spiega Marco D’Angelo, Ceo di Beeco. «Questo approccio può contribuire in modo significativo a rendere il nostro pianeta più sano e resiliente attraverso un utilizzo più efficiente delle risorse naturali come acqua, suolo e fertilizzanti; l’utilizzo di sensori e sistemi di monitoraggio permette agli agricoltori di applicare fertilizzanti e pesticidi solo quando e dove sono necessari».

In questo contesto, specifica l’esperto, «Sfera Agricola e HortoMio, le iniziative che abbiamo presentato a COP28, sono esempi viventi di come l’innovazione sostenibile nel settore agricolo possa creare un impatto positivo e tangibile».

Sfera Agricola la più grande serra tecnologica idroponica in Italia (13 ettari in provincia di Grosseto) per la coltivazione sostenibile di pomodori, lattughe e erbe aromatiche si distingue per la produzione di ortaggi di alta qualità in un ambiente controllato, riducendo l’uso di risorse naturali come acqua e terreno. Questo metodo, oltre a limitare l’uso di prodotti chimici e fertilizzanti, massimizza la produttività e offre un’alternativa più sostenibile alle pratiche agricole tradizionali.  

L’interno di Sfera Agricola

HortoMio, il progetto per risolvere i problemi legati alla cattiva alimentazione e agli sprechi, educando a migliorare il nostro rapporto con il cibo, non solo fornisce strumenti per i settori produttivi e di ricerca, ma svolge anche un ruolo cruciale nell’educare le nuove generazioni a tecniche di coltivazione avanzate e all’uso consapevole delle risorse naturali.  L’obiettivo di questa iniziativa è quello di educare, partendo dai più giovani, ad un corretto rapporto con il cibo attraverso l’esperienza diretta di una coltivazione a basso impatto ambientale: seminare, testare, giocare per recuperare quel rispetto verso l’ambiente e le risorse alimentari che sono andati perduti, provocando danni ed effetti negativi

Beeco ha recentemente avviato dei progetti pilota in scuole superiori e università, mirati a formare i futuri ‘manager’ delle aziende agricole. «Spesso, l’agricoltura viene percepita come un settore primario, quasi privo di competenze avanzate. Noi stiamo cercando di cambiare questa percezione fornendo competenze manageriali a un settore che ne ha sempre più bisogno», chiarisce D’Angelo. Questi programmi educativi sono progettati per equipaggiare gli studenti con le competenze necessarie per gestire efficacemente le aziende agricole moderne, integrando le tradizionali pratiche agricole con le ultime innovazioni in termini di tecnologia e gestione sostenibile. «Il nostro obiettivo è di creare una nuova generazione di professionisti dell’agricoltura che possano guidare il settore verso un futuro più sostenibile e tecnologicamente avanzato».

Per arrivare ad un futuro dove l’innovazione l’agritech rappresenti la chiave di volta della sostenibilità manca davvero poco», prosegue. «Tra 5/10 anni i vecchi agricoltori saranno tutti in pensione e il loro figli avranno preso il loro posto. Questi ragazzi, digitalmente avanzati saranno i nuovi agricoltori, quelli che permetteranno alle nuove tecnologie di attecchire in modo massiccio. So che è un discorso impopolare, ma questa è la realtà!».

Tra 5/10 anni i vecchi agricoltori saranno tutti in pensione e il loro figli avranno preso il loro posto. Questi ragazzi, digitalmente avanzati saranno i nuovi agricoltori, quelli che permetteranno alle nuove tecnologie di attecchire in modo massiccio

Marco D’Angelo, Ceo di Beeco

In piu, aggiunge, «le tecnologie avanzate, come l’agricoltura basata su droni e l’uso di robot agricoli, possono aumentare la produttività riducendo la dipendenza dal lavoro manuale. Questo non solo fa sì che l’agricoltura sia più redditizia, ma riduce anche la pressione sulla necessità di aprire nuove aree per la coltivazione, preservando e proteggendo gli ecosistemi naturali. Un esempio è l’impiego di droni per monitorare le condizioni del terreno e delle colture, consentendo un uso più efficiente delle risorse».

Tuttavia, conclude il Ceo di Beeco, «è fondamentale riconoscere che la tecnologia da sola non è una soluzione universale. Le buone pratiche agricole e la ricerca continua di competenze sono altrettanto cruciali per trasformare l’agricoltura in modo sostenibile. L’innovazione deve andare di pari passo con un approccio olistico che include la conoscenza tradizionale, le competenze gestionali e una profonda comprensione degli ecosistemi agricoli».


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