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Dubai dà l’addio al fossile, Modena il benvenuto all’idrogeno

Mentre Cop28 si accorda, seppure a livello lessicale, sull'uscita dai fossili, in Emilia diversi players, guidati da Hera con Snam nel progetto IdrogeMO, decidono di costruire un polo dell'energia pulita. Nascerà nel Modenese la Hydrogen Valley. Territorio coeso, con l'Unimore in testa

di Giampaolo Cerri

A Bologna c’è la Data Valley e presto, a Modena, ci sarà la Hydrogen Valley. Sulla via Emilia infatti sta prendendo forma un altro distretto dell’innovazione, un polo dell’idrogeno, dopo quello che ha visto aggregarsi supercalcolo, cloud e ora anche Ai intorno al capoluogo regionale. Con un tempismo perfetto, tra l’altro, perché da Cop28, arriva la notizia dell’accordo, almeno lessicale, sull’uscita dai fossili (vedi l’articolo di Elisa Cozzarini qui sotto).

È infatti di ieri la firma di un protocollo d’intesa per la creazione di un polo di produzione dell’idrogeno con l’obiettivo di contribuire alla decarbonizzazione dell’Emilia-Romagna, e il cui possibile sviluppo di filiera potrebbe avere importanti e positive ricadute di carattere ambientale, sociale ed economico in una regione a forte vocazione imprenditoriale.

Al centro della Hydrogen Valley modenese, due nomi noti della produzione e della distribuzione di energia:il Gruppo Hera, capofila, e Snam, impegnate nel progetto IdrogeMO, che prevede, spiega una nota della prima «la realizzazione di un polo produttivo in grado di produrre fino a 400 tonnellate di idrogeno rinnovabile l’anno, con la possibilità di futuri ampliamenti per incrementarne la produzione. Complessivamente, l’investimento previsto ammonta a oltre 20 milioni di euro. Data la sua rilevanza ai fini della transizione energetica e della decarbonizzazione del territorio, ha già ottenuto lo scorso aprile da parte della Regione Emilia-Romagna un finanziamento da 19,5 milioni di euro, stanziato nell’ambito del Piano Nazionale di ripresa e resilienza – Pnrr»

L’Hera dell’idrogeno

«Il nostro impegno sull’idrogeno», dice l’ad di Hera, Orazio Iacono, «è una delle tante espressioni del ruolo che una multiutility come la nostra, anche attraverso altre progettualità – dalla produzione di biometano alle altre energie rinnovabili -, intende giocare nel percorso di transizione energetica delle nostre città. L’Emilia-Romagna da questo punto di vista è un territorio ideale per innovare e sviluppare ecosistemi energetici, che rappresentano il volano di nuove opportunità per incrementare la crescita economica e il benessere delle comunità. IdrogeMO, progetto di cui siamo capofila, ne è la dimostrazione più evidente, in linea con gli obiettivi comunitari di decarbonizzazione e con le esigenze del settore della mobilità e delle industrie più energivore».

Per parte Snam, Piero Ercoli, executive director Decarbonization Unit aggiunge: «La realizzazione di progetti di decarbonizzazione necessita di pragmatismo e sinergie fra gli operatori del comparto energetico, fondamentale per intercettare i bisogni reali del tessuto industriale e civile del territorio. Queste sono proprio le caratteristiche dell’Hydrogen Valle, a cui lavoriamo con Hera nell’ambito del progetto IdrogeMO, che ha attratto l’interesse dall’industria e dal terziario del territorio. Snam ricerca da sempre questo tipo di partnership, apportando il valore aggiunto dato dai suoi asset e dal suo consolidato know how. In Emilia-Romagna, tutto questo è anche agevolato da amministrazioni locali particolarmente lungimiranti, come la Regione e il Comune di Modena».

Territorio coeso

Che non sia solo un manifesto di intenti ma, viceversa, si gettino le basi di un’aggregazione importante la qualità dei firmatari: il rettore di Unimore, Carlo Adolfo Porro, il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Vincenzo Colla, il presidente di Seta; Alberto Cirelli, il direttore di Aess, Piergabriele Andreoli, il presidente della Cciaa Giuseppe Molinari, il direttore di Cap, Luca Biancucci, il presidente della Fondazione Democenter-Sipe, Roberto Zani (foto sotto, ndr).

Da sinistra, il rettore Porro, Vincenzo Colla, Gian Carlo Muzzarelli , Orazio Iacono e Piero Ercoli

E infatti il documento è stato sottoscritto appunto anche dal municipio modenese da Seta, , l’azienda di trasporti cittadina, l’ateneo Unimore, Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile – Aess, il Consorzio Aree Produttive – Cap, Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, Energia e Sviluppo Sostenibile (Enea), Fondazione Democenter Sipe e Camera di Commercio di Modena. 

Era poi presente anche Giuseppina Gualteri, presidente dell’azienda regionale dei trasporti Tper ed è intervenuta, videocollegata, Giulia Monteleone, direttrice del Dipartimento tecnologie energetiche e fonti rinnovabili di Enea.

L’illustrazione in apertura è da Agenzia LaPresse.


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