Non profit

E adesso la Locride ha bisogno di tutti

L'appello dopo il trasferimento di Bregantini

di Redazione

Era il 7 maggio 1994. Quel giorno monsignor GianCarlo Maria Bregantini fece il suo ingresso da vescovo nella Chiesa di Locri-Gerace. Lo fece percorrendo l?impercorribile statale 106. La spina dorsale della Locride lungo la quale, di fronte al mare, scorre una ferrovia in via di smantellamento. Ma soprattutto il filo che cuce insieme una comunità di 140mila abitanti. Allo stesso tempo sacca di povertà estrema nella regione più povera d?Italia (in Locride solo un giovane su quattro svolge un lavoro regolare) e culla dell?infinita ricchezza della ?ndrangheta che vanta un giro d?affari di 36 miliardi di euro annui. Da Reggio a Catanzaro, in 13 anni Bregantini avrà percorso migliaia di volte la 106. Ma la ?sua? capitale l?ha fissata a Roccella Jonica, 17 chilometri più a nord di Locri. Proprio a Roccella, dopo nove anni di incubazione, nel 2003 è nato il consorzio Goel, affidato alla guida di Vincenzo Linarello. Il fiore sboccia anche grazie a due fedeli compagni di viaggio, il consorzio nazionale Cgm (1.071 cooperative sociali e 35mila lavoratori) e il network trentino di Consolida (circa 6mila soci). Non manca nemmeno la collaborazione con le antenne calabresi di Legacoop e Confcooperative. L?iniziativa è a suo modo rivoluzionaria.

Gli attentati delle cosche
Dopo tre anni di vita non certo facili, in cui le cosche non hanno mai smesso di guardare in cagnesco la crescita di queste realtà, i numeri danno ragione all?ostinazione di Bregantini. Il capitale sociale del consorzio, dal 2003 al 2006 è passato da 27mila a 100mila euro. Il valore della produzione da 3.362 a 272.833 euro. La stragrande parte (254.859 euro) frutto del buon esito di progetti, bandi e gare. In aumento anche i tassi occupazionali. Il Goel l?anno passato ha impiegato 135 persone, 80 delle quali con contratto da dipendenti. Nel 2005 i dipendenti erano appena 42 per un totale di 83 addetti. In particolare è stato sorprendente il boom dell?occupazione femminile che in 12 mesi è più che raddoppiata (da 45 a 104). Un trend che è coinciso con il +55% che ha fatto registrare il fatturato medio aziendale sempre rispetto al 2005. Fra le realtà più attive della rete – che comprende 11 cooperative, due associazioni e una fondazione -, spicca la coop Jonica Serv.Eco (nel 2006 un fatturato di 265mila euro) che a Siderno si occupa di servizi di raccolta di rifiuti solidi urbani e raccolta differenziata. Rispetto allo scorso anno, una delle migliori performance (da 95mila a 135mila euro) l?ha però ottenuta la Valle del Bonamico, malgrado proprio questa cooperativa nel marzo del 2006 sia stata vittima dell?avvelenamento mafioso di 12mila piantine di lamponi.

Deserto sociale
Piccoli numeri, dirà qualcuno. Può darsi. Ma lungo la 106 nessun?altra impresa legale può vantare trend di crescita così positivi. Tanto più che chi in Calabria crea lavoro nel sociale continua a viaggiare con la zavorra di una Regione che ancora nel 2007 non ha istituito l?albo della cooperazione sociale e, unica in Italia, a quattro anni dall?approvazione della legge regionale non può contare sul regolamento dei Piani di zona. Risultato? I fondi regionali vengono distribuiti al di fuori di ogni norma e controllo e – ma è solo un esempio fra mille – in Locride non esiste alcun centro diurno per disabili finanziato con risorse pubbliche.

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