Mondo
E Bossi ci disse: «Siete le orecchie del territorio»
il sociale della Lega Viaggio nel non profit in camicia verde
di Redazione

Ce n’è per tutti i gusti. Dalla difesa della scuola privata ai progetti di sviluppo in zone di guerra. Dallo sport di base alla donazione di sangue. Dalla salvaguardia del patrimonio artistico alla promozione dei diritti delle donne. In tutto fanno 26 associazioni. Ma tutte rigorosamente made in Lega. Nate e cresciute sotto l’ala protettiva del partito del Nord. Fedeli, fedelissime. Bossi le ha definite «le nostre orecchie sul territorio». Il Forum del terzo settore? Nemmeno sanno che cosa sia. In fondo non ne hanno bisogno. Il senatùr basta e avanza.
Tira dritto Renata Galanti, da dieci anni coordinatrice del network social padano, che poche settimane prima delle elezioni ha redatto un manifesto comune con la lista dei desideri da sottoporre agli 85 parlamentari del contingente in camicia verde: «Ho qui una lista lunga un chilometro di sigle che vorrebbero entrare nel nostro circuito». Qualche nome? «Siamo in trattativa con i camperisti, ma dobbiamo valutare bene il loro curriculum», informa dal quartier generale di via Colombi. Un indirizzo non casuale. Via Colombi è una traversa di via Bellerio, la casa della Lega. Il palazzo però è lo stesso. Il partito infatti oltre al coordinamento, ospita anche la sede di gran parte delle associazioni del Carroccio. Inclusa l’Umanitaria Padana onlus.
Dal Kosovo all’Iraq, dall’Afghanistan al Libano, le missioni umanitarie quasi sempre coincidono con la presenza di un contingente militare tricolore. Una strana liaison. «Non bisogna sorprendersi», avverte la Fumagalli, «è ovvio che non potendo disporre di mezzi propri il fatto che ci sia una staffetta militare rende più agevole il trasporto degli aiuti». Che nell’ultimo anno sono quantificabili in 112.292,33 euro comprensivi sia del valore dei fondi che di quello dei beni donati. «Arrivano tutti da donazioni di privati e aziende che ci conoscono e sostengono». Una consistente iniezione di fondi arriverà presto dal 5 per mille. L’Umanitaria Padana è infatti una della quattro sigle leghiste che fin dal 2006 ha usufruito della rivoluzione fiscale introdotta dall’amico Tremonti.
Ai nastri di partenza del 5 per mille 2008 ci sono invece sei associazioni in camicia verde. Fra queste la Padas, che si occupa di donazione di sangue e conta 200 iscritti, quasi tutti militanti leghisti. Fondata a Genova dal 63enne Renzo Di Prima, broker assicurativo, con i fondi del 5 per mille si augura di «incrementare il numero delle adozioni a distanza». Sangue e minori. Anche qui un binomio sui generis. Eppure «quello è un percorso che abbiamo intrapreso lo scorso anno con un’adozione dallo Zambia, appoggiandoci alla parrocchia di San Francesco d’Albaro, qui a Genova». Il refrain è sempre lo stesso: «Aiutiamoli a casa loro». «È quello che dice Bossi, è quello che pratichiamo noi», spiega Di Prima.
Fra le ammiraglie sociali in camicia verde non si può infine sorvolare su Guardie padane, Sport Padania e Associazione federale donne padane. Sulla prima difficile avere dettagli in più, per esempio il numero dei volontari arruolati. Il neo presidente – 59enne, triestino doc, con la passione per le immersioni – Renzo Oropesa, in aperta polemica col suo predecessore il generale Alfredo Pollini, si limita a riferire che la sua «è un’associazione di protezione civile e non un corpo paramilitare». «Per avere le cifre, occorrerà aspettare che il suo insediamento sia completato», conferma la coordinatrice Galanti.
A portata di mano ecco invece i numeri di Sport Padania (il Coni lumbard, da cui proviene lo stesso Oropesa), che il 7 maggio organizza l’amichevole di calcio fra Padania (guidata dall’ex campione di Milan e Inter, Maurizio Ganz) e Tibet: 80 società e 17mila iscritti (3mila dei quali nel comparto più rappresentato, quello delle arti marziali) e un budget annuale da 30mila euro. «Il 66% proveniente dalle quote di affiliazione, il resto dalle sponsorizzazioni», precisa il capo dello staff organizzativo Claudio Gallo. Infine le Donne padane, guidate da Ornella Callioni. Quaranta sedi sparse in tutto il Nord e 2mila tesserate. Gli obiettivi dell’associazione? «Organizzare convegni, viaggi culturali e raccogliere fondi per l’Umanitaria padana», risponde la presidente.
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