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Economia & Impresa sociale 

È facile essere buonisti

A Sanremo D’Alema promette di togliere i debiti. Ma incassa miliardi

di Redazione

Aprile avrebbe dovuto essere un mese molto importante per sei Paesi poveri del mondo. Per Benin, Mozambico, Senegal, Tanzania, Mali e Burkina Faso, infatti, sarebbe dovuta scattare la seconda fase dell?operazione di cancellazione del debito estero avviata dalla Banca Mondiale, la famosa iniziativa Hipc (Highly indebted poor countries – Paesi poveri altamente indebitati). I condizionali però sono d?obbligo, in quanto tale cancellazione è più che mai in forse. Basti pensare che al Mozambico, messo in ginocchio da alluvioni senza precedenti, il debito non sarà condonato neppure in considerazione dei gravi danni subiti, ma solo ?sospeso?. In Italia, intanto, spente le luci di Sanremo le bocce sono ancora ferme, nonostante le dichiarazioni di D?Alema ripetute anche al vertice euroafricano. Anzi, da Jubilee 2000 arrivano notizie sconcertanti sui pagamenti che i Paesi poveri stanno continuando a versare all?Italia. La Guinea Conakry – 550 dollari di reddito pro capite – ha pagato nel 1998 2,8 miliardi di interessi su un debito di 17 miliardi con lo Stato italiano, e precisamente con la Sace, l?agenzia pubblica che assicura i crediti all?esportazione e li prende in carico quando vanno insoluti. I guineani, che vivono con un dollaro e mezzo al giorno, stanno pagando alla Sace il 16-18% di interessi l?anno. Appena un po? meglio va al Ciad – 230 dollari pro capite, meno di un dollaro al giorno per abitante – che versa ogni anno nelle casse dell?agenzia italiana 400 milioni su un debito di 3 miliardi: il 13%. Il Madagascar invece nel ?98 ha sborsato quasi 8 miliardi su un debito di 141: appena il 5,6%. Siamo a tassi europei, per una popolazione che vive con un reddito 80 volte inferiore a quello italiano.Queste e altre scoperte sono contenute in una tabellina dal titolo innocuo – ?Recuperi effettuati? – infilata tra molte altre nella Relazione semestrale che il Ministro del Tesoro trasmette al Parlamento sull?attività svolta dal Mediocredito Centrale e dalla Sace nel settore dell?assicurazione e del finanziamento delle esportazioni. Sono gli unici dati disponibili sul ?servizio del debito?, cioè sugli interessi e gli ammortamenti che i paesi poveri stanno pagando all?Italia.Delle tre componenti dei crediti italiani, una, quella dei crediti d?aiuto, comporta per definizione un servizio del debito molto basso; di un?altra, i crediti commerciali privati e bancari, si sa poco o nulla; di questa, gli ?indennizzi da recuperare? della Sace, cioè i crediti privati divenuti pubblici, conosciamo appunto i ?recuperi?, che in genere avvengono a seguito di scadenze di pagamento ristrutturate. Sono cifre che gettano una luce particolare sulle intenzioni del governo sulla cancellazione del debito. Il disegno di legge di Natale prevede la cancellazione di 3000 miliardi di debiti, prevalentemente verso la Sace, ?in gran parte inesigibili, in quanto… potenzialmente recuperabili su periodi molto lunghi e a tassi di interesse prossimi allo zero?, come si legge nella relazione illustrativa. Nell?ultima, in ordine di tempo, delle liste di ?beneficiati? – resa nota dal Sole-24 Ore qualche settimana fa (precisamente il 7 gennaio) si citano 18 paesi con reddito pro capite inferiore ai 300 dollari annui. Due di essi, Niger e Ruanda, non sono neanche indebitati con l?Italia. Dieci paesi – Burkina Faso, Burundi, Congo ex Zaire, Malawi, Mali, Sao Tomè, Sierra Leone, Somalia, Sudan e Yemen pagano pochissimo o nulla: i loro debiti sono, appunto, praticamente inesigibili. Solo 6 paesi tra quelli individuati – Ciad, Etiopia, Guinea Bissau, Madagascar, Mozambico e Tanzania – stanno pagando qualcosa: per loro la cancellazione avrà un effetto reale. Ma anche qui, non si sa quando.


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