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È guerra al confine con il Sud. L’allarme di Intersos

L'escalation di violenze sta provocando oltre 100.000 tra sfollati e rifugiati

di Redazione

E’ allarme internazionale per gli scontri armati scoppiati, lunedì, al confine tra le forze governative del Sudan e le truppe del Sud Sudan. I bombardamenti dell’aviazione sudanese e le reciproche accuse di attacchi armati rendono il quadro confuso, ma cresce la preoccupazione per lescalation di violenze che sta provocando oltre 100.000 tra sfollati e rifugiati nelle aree di frontiera. Sia il Nord che il Sud reclamano la sovranità su Heglig, una zona ad alta concentrazione di petrolio, che è stata al centro di pesantissimi combattimenti durante i 22 anni di guerra civile nel paese. A rischio è la vita dei rifugiati ospitati nei campi di Yida, Pariang e Nyeel ospitati a pochissimi chilometri dal confine e dei moltissimi sudsudanesi in attesa di rimpatriare dal Sudan, dopo la secessione di luglio scorso.

Sono 16 mila le persone in fuga. “I nostri operatori umanitari e i rifugiati nei campi transitori di Pariang e Nyeel stanno bene” – racconta Davide Berruti, capomissione INTERSOS in Sud Sudan. “La minaccia di una vera guerra è sempre più concreta, gli sconfinamenti delle truppe e le violenze ai danni della popolazione civile spingono verso la regione dello Unity State migliaia di persone in fuga dal Nord, ci aspettiamo che il flusso aumenti nonostante il percorso ormai pericolosissimo”. Finora i 16.000 rifugiati in fuga dal Sud Kordofan ospitati nell’insediamento di Yida avevano ritardato a raggiungere i campi d’accoglienza più a sud. La paura di allontanarsi troppo dai propri villaggi d’origine e la  strada di collegamento minata frenavano i viaggi con i convogli messi a disposizione dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

Dieci ore di cammino per la salvezza. “I due campi che abbiamo allestito e gestiamo sono per ora al sicuro” – continua Berruti – “chi si è messo in salvo ha raggiunto Pariang e Nyeel affrontando quasi 10 ore di cammino, sono principalmente donne e bambini piccoli e tantissimi giovani ragazzi tra i 16 ed i 25 anni che stanno per riprendere a studiare”. Vista l’alta presenza di bambini e ragazzi in età scolare INTERSOS sta costruendo a Pariang due scuole temporanee con 4 classi, dove, con l’aiuto degli insegnanti della comunità locale ospitante, si prendono i corsi di educazione primaria e secondaria, interrotti dalla guerra. Per assistere psicologicamente chi ha subito i traumi delle violenze, gli operatori sociali organizzano incontri e  attività ricreative quotidiane con le mamme e i bambini.

La tensione aumenta. Mentre la visita del presidente del Sudan, Bashir nella capitale del Sud Sudan Juba è stata rimandata e gli appelli dell’Unione africana, del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e della Ue sono caduti nel vuoto, la tensione tra i due paesi continua a salire, lasciando senza soluzione le questioni post-secessione, prima fra tutte quella dei confini dove si concentrano le concessioni petrolifere.

INTERSOS per sostenere i soccorsi ai rifugiati in Sud Sudan dedica la sua campagna 5XMILLE alle vittime del conflitto.Lo staff in Sud Sudan sta fornendo tende, beni di prima necessità: come coperte e contenitori per l’acqua, dando protezione alle persone bisognose di assistenza medica e psicologica.

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