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È in arrivo la spugna anti-infiammatoria

I ricercatori di Napoli, insieme a colleghi di Valencia,hanno provato le capacità antibiotiche e antidolorifiche della sostanza, utile contro artrosi, artrite e psoriasi

di Alma Grandin

Dagli organismi marini potrebbe venire una nuova generazione di farmaci antibatterici. Si chiama, infatti, fascipongia, vive nei nostri mari, ed è una spugna con proprietà anti-infiammatoria e antidolorifica. È stata scoperta dai ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Napoli, coordinati dal professor Salvatore De Rosa, che da vent?anni è a caccia di nuovi composti chimici estratti dalle spugne del mare. Gli studiosi partenopei, in collaborazione con i farmacologi spagnoli dell?università di Valencia, hanno identificato alcune sostanze, particolarmente attive, in una spugna che cresce nel golfo di Napoli, in alcune zone del Mediterraneo e anche nell?alto Adriatico, vicino alle coste istriane. Proprietà che fanno di queste spugne dei futuri farmaci anti-infiammatori, e antibiotici con possibile impiego anche come antidolorifici in numerose terapie. Si potrebbe così aprire una nuova via per la cura di patologie come l?artrite, l?artrosi e la psoriasi. Dagli anni ?70 a oggi, i ricercatori dell?Istituto per la chimica di molecole di interesse biologico del Cnr di Napoli hanno isolato più di 200 molecole venute dal mare, alcune delle quali si sono rivelate di notevole interesse in campo farmacologico. La nuova famiglia di potenziali farmaci, chiamati ?cacospongionolidi?, ha mostrato una potente attività contro i batteri, paragonabile a quella di un antibiotico comune come la gentamicina. «Nonostante tutte queste proprietà farmacologiche», sottolinea però il professor De Rosa, «queste nostre scoperte spesso non vengono prese in considerazione dalle industrie farmaceutiche, a causa della difficoltà a ottenere i prodotti in quantità sufficiente per l?eventuale commercializzazione. Per superare questi ostacoli la fonte naturale è la strada migliore da percorrere. E per evitare i danni ambientali derivanti da una massiccia raccolta di organismi marini si possono utilizzare due alternative: l?acquacoltura e la bioproduzione in laboratorio».


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