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Cooperazione & Relazioni internazionali

E l’Italia stanzia altri 58 milioni per la “guerra umanitaria”

Missione prorogata di tre mesi. Già spesi oltre 260 milioni di euro

di Sergio Segio

A settembre ? la notizia non ha avuto più di tanto risalto ? è stata decisa un’ulteriore proroga di tre mesi dell’intervento militare della Nato, iniziato nel marzo scorso. Il che si traduce in nuove ingenti risorse da stanziare, proprio nel momento in cui si falcidiano pensioni, welfare e stipendi: il governo italiano, solo per i costi vivi, ha già destinato 202 milioni di euro, mentre il nuovo trimestre di attività bellica ne costerà 58; a queste somme vanno poi aggiunti circa 60 milioni di euro, corrispondenti al costo di bombe e missili lanciati. Una somma importante, se si pensa che una potenza come gli Usa ha avuto costi appena tre volte superiori, la Francia 320 milioni di euro e il Regno Unito 120 milioni di sterline. L’impegno italiano in Libia è stato in effetti consistente: 16 aerei, tre navi, 1.970 uomini sul totale dei 9.250 impegnati nelle tante e diverse missioni all’estero cui l’Italia partecipa, per un costo complessivo di 700 milioni al semestre. I raid italiani sono stati circa 2.400, con l’individuazione di 1.500 obiettivi, di cui oltre 500 attaccati. Dal 31 marzo al 22 agosto la coalizione ha invece compiuto quasi 20mila missioni aeree, di cui oltre un terzo di bombardamento, sganciando 40mila ordigni; oltre i due terzi sono partite da basi italiane, solo da Sigonella sono state 3.814.
Le bombe e i missili italiani sganciati sinora sono stati oltre 850. Non è dato sapere quante siano state le persone uccise per mano italiana: la contabilità delle vittime non viene registrata e comunicata. Nello stesso giorno (4 marzo 2011) in cui il ministro degli Esteri Frattini affermava che un intervento italiano in Libia era da escludere «per ovvi motivi legati al nostro passato coloniale», l’esternazione del Presidente della Repubblica era di tutt’altro tenore: «Credo ci sia la piena disponibilità dell’Italia per ogni tipo di missione che si renderà necessaria». Una posizione molto determinata, quella di Napolitano, trasformatasi in un pressing che è riuscito a trascinare anche una titubante opposizione (tranne l’Italia dei Valori) all’interventismo e al voto favorevole all’operazione denominata Odyssey Dawn (Odissea all’alba), poco dopo ribattezzata Unified Protector. Visto che di albe ne erano passate un bel po’…


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