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E ora, il blogbdella casa bianca
"Postare" le leggi cinque giorni prima dell'approvazione.bPer permettere agli americani di dire la loro
di Redazione

N onostante tutti i soldi che la campagna di Obama ha speso per gli spazi sui media nel 2008, è stato l’esercito dei volontari digitali a valorizzare ogni dollaro speso per il branding e per le comunicazioni come se fossero due o tre dollari investiti. Alla base di questa strategia c’era un intelligente piattaforma ideata per creare un rapporto di familiarità con i sostenitori: My.Barack Obama.com era un centro d’organizzazione virtuale che ha raggruppava blog, gruppi di outreach, volontari virtuali, eventi di fundraising e una serie di strumenti per dotare ogni attivista di Obama dei mezzi e dei network necessari per reclutare altri sostenitori.
Si poteva facilmente dirottare il sostegno ad Obama su una strada virtuale, sui siti di aggregazione sociale come Facebook, LinkedIn e MySpace, condividere materiale su Flickr e YouTube, dare il proprio feedback sugli articoli di giornale attraverso Digg.com o partecipare alle reti sociali per includere tra i target elettorali vari gruppi demografici come Enos (i baby boomers), BlackPlanet (Afroamericani), Faithbase (cristiani praticanti), AsianAve.com (Asiaticiamericani), e MiGente.com (Latini). E ovunque si andava, l’onnipresente brand di Obama era sempre visibile, ben in vista e ben posizionato al centro di grandi foto celebrative.
«Abbiamo provato ad applicare due principi in questa campagna», ha detto Joe Rospars , nuovo media director di Obama a The Atlantic. «Uno consiste nel rendere l’accesso il più semplice possibile per tutte le persone che visionano il nostro sito. L’altro consiste nell’aumentare l’aspettativa in relazione a cosa significhi essere un sostenitore. Non basta andare in giro ed esporre un’etichetta. Ci aspettiamo che i sostenitori contribuiscano con cinque dollari, facciano delle telefonate e organizzino un evento».
«Quello che Obama sembra promettere è, con tutti i limiti, una democrazia partecipativa nella quale le opportunità di coinvolgimento sono radicalmente ampliate. Propone di creare database pubblico stile Google per ogni dollaro federale speso. Punta a “postare” online ogni legge, che non rientri nelle legislazioni che riguardano tematiche sulle emergenze, per cinque giorni prima che le firmi in modo che gli americani le possano commentare.
Un blog della Casa Bianca, con relativi commenti, è quasi certo. Per la gestione di questo apparato ci sarà un chief tecnology officer.
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