Non profit

Eas e 5 per mille, comiche di Natale

Due cortocircuiti esemplari raccontati da Carlo Mazzini

di Redazione

Le Entrate minacciano di cancellare
dal 5 per mille un’ong, malgrado sia riconosciuta dalla Farnesina. E poi c’è la proroga per l’Eas: dei 15 giorni previsti effettivi solo 10Lo stupore è la nostra salvezza. È bene stupirsi quando accadono fatti come quelli che vi sto per raccontare.

Primo caso
Un’ong (Transparency Italia) riconosciuta idonea da alcuni anni dal ministero degli Affari esteri, si iscrive al 5 per mille, ne riceve – con i consueti ritardi – le somme 2006 e 2007. Una Direzione regionale delle Entrate, nella verifica a campione della sussistenza dei requisiti degli iscritti all’elenco 2008, si imbatte nella nostra ong. Non trovandola nell’elenco Mae, né in altro elenco, le scrive una lettera a metà dicembre nella quale impone – come legge richiede – una solerte risposta entro 10 giorni, pena la cancellazione dagli elenchi del 5 per mille 2008.
Due sono le questioni: la prima è che non è proprio una genialata inviare a metà dicembre la raccomandata (arriverà a ridosso di Natale). Entro Capodanno l’organizzazione avrebbe dovuto rispondere dando le informazioni opportune all’amministrazione affinché quest’ultima non procedesse alla cancellazione dell’ente dall’elenco dei beneficiari. Per fortuna gli uffici dell’organizzazione erano aperti e – seppur con qualche affanno – sono riusciti a dimostrare la loro adeguatezza. La seconda questione è che quella raccomandata non doveva partire; io stesso ho trovato il nome dell’ente sull’elenco delle ong pubblicato sul sito del Mae. Una telefonata al ministero avrebbe evitato perdite di tempo e costi inutili; la telefonata sarebbe stata utile per verificare il numero di codice fiscale ed essere sicuri di non essere in presenza di un’omonimia. Ribadiamo il concetto che per legge è l’amministrazione pubblica che deve verificare il mio stato soggettivo, e solo dopo ricerche puntuali non andate a buon fine, mi può chiedere un approfondimento. Il carico di lavoro deve rimanere sulle spalle dell’amministrazione pubblica, non deve essere scaricato sul cittadino / contribuente.

Secondo caso
Secondo stupore. È ormai questione vecchia, ma con conseguenze prossime e nefaste: il modello Eas. Il termine ultimo per presentare il modello è stato prorogato dal 15 dicembre al 31. Ma ce l’hanno un calendario? Dato che l’hanno fatto per dare maggiori opportunità alle organizzazioni che non avevano contattato in tempo gli intermediari abilitati per l’invio telematico, ci chiediamo se l’Agenzia delle Entrate si è resa conto che in realtà ha dato non due settimane di proroga, ma 10 lavorativi, di cui la metà tra Natale e Capodanno.
Dobbiamo stupirci se un’amministrazione (la prima) non aspetta il nuovo anno per inviare le comunicazioni e inoltre non controlla per bene – come la legge le impone – i nominativi degli elenchi, elenchi che deve ottenere dalle altre pubbliche amministrazioni? Dobbiamo stupirci se un’amministrazione (la seconda, che poi è la stessa della prima) si rifiuta di dare un termine più congruo, dopo che ha dormito per nove mesi per pubblicare un questionario folle e inaccessibile al buon senso? Io dico che dobbiamo stupirci, per non rassegnarci ai malfunzionamenti della pubblica amministrazione; e non dobbiamo farci zittire dalla frase «è la legge», soprattutto quando la legge impone – proprio alla pubblica amministrazione – altri e ben più elevati atteggiamenti.

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