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eccoci, siamo le yalla girls

Una redazione in rosa quando la realtà smonta gli stereotipi

di Redazione

Cara Yalla Italia, la tua redazione è tinta di rosa. Questa dato è una delle certezze di questo tuo primo anno di vita. Quando sei nata potevi contare su otto fratelli e sorelle; le quote rose erano pari al 75% e quelle azzurre al 25%. Non è che la situazione oggi sia cambiata. Anzi, strada facendo, il numero delle rappresentanti del genere femminile che compongono il tuo “Harem” è aumentato del 400% e le quote azzurre solo del 100%. Ci vogliono più maschi nella redazione. Yalla maschi, non nascondetevi.
La tua realtà cara Yalla, presenta un paradosso: le donne arabe in Medio Oriente fanno battaglie e/o mozioni a favore delle quote rose e noi Yalla girls ci vediamo costrette a fare battaglie per le quote azzurre in Europa. Per una femminista araba e musulmana come me questo è un po’ un paradosso.
Tu, mia cara Yalla Italia, presenti una situazione opposta a tutti i canoni convenzionali. Le donne arabe sono in maggioranza e quando siamo in riunione le nostre voci coprono quelle degli uomini. Non so spiegare se il motivo riguarda il fatto che le donne non perdano occasione di farsi ascoltare, o forse… La carenza delle quote azzurre nella tua redazione, cara Yalla Italia, mi ricorda il film What Women Want in cui Nick Marshall, interpretato da Mel Gibson,è un maschilista convinto fino al giorno in cui viene colpito da un fulmine e inizia a “sentire” i pensieri più profondi di tutte le donne che gli sono intorno fino a capire e a conoscere veramente l’altro sesso.
Capendo finalmente «quello che le donne vogliono», Nick diventa più sensibile verso le donne della sua vita le quali, a loro volta, incominciano ad apprezzare la sua sensibilità, intelligenza e gentilezza.
Questo film riflette una necessità di conoscerci reciprocamente, di sbirciare ognuno nella testa dell’altro attraverso magari le tue otto pagine mensili anche se nella realtà sono pochi gli uomini con cui viaggiamo sulla stessa lunghezza d’onda.
Comunque, cara Yalla Italia, non vorrei che tu pensassi che non apprezzi le quote azzurre che abbiamo in redazione. Sono bravissimi ragazzi e c’è grande affetto tra di noi. Non voglio neppure che tu pensi che alla prossima riunione di redazione, mi aspetti che quello che bussa alla porta sia uno tipo George Clooney o Mel Gibson con una bottiglia di Martini in mano, preferibilmente analcolica. Aspetto ragazzi normali, con la testa sulle spalle, e non quelli che si presentano dicendo: no men, no party.

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