Famiglia
Ecofocus: quale turismo “dopo?”
Alcune domande fatte ad Alberto Corti e ad Alfredo Somoza.
di Redazione
Risponde Corti:
Quali dovrebbero essere le linee guida per la ricostruzione delle strutture turistiche nel Sud-Est asiatico dopo
lo tsunami?
Riscontri scientifici hanno rilevato che la barriera corallina e il sistema di mangrovieti, laddove preservati, hanno offerto la loro naturale funzione di protezione delle coste, limitando molto i danni dello tsunami. Sarà dunque essenziale imparare da quest?esperienza per implementare un?adeguata politica di salvaguardia di questi asset naturali, e non solo per il loro valore estetico. Proteggere questi sistemi naturali implica anche politiche di gestione che diventeranno imprescindibili nella ricostruzione, delle acque, dei rifiuti, delle attività ricreative.
Quale dovrebbe essere il coinvolgimento delle comunità locali nella ricostruzione ?
Le comunità locali devono essere protagoniste della ricostruzione e dovrebbero essere coinvolte con un processo condiviso e partecipato, che le identifichi con tutte le realizzazioni delle quali si andranno a porre le basi per ottimizzarne la gestione futura. Un modello partecipativo di questo tipo è quello abitualmente sviluppato da Terre des hommes, organizzazione non governativa attiva nella tutela dei minori, con la quale Astoi collabora da anni e con la quale si avvia a collaborare nuovamente nei prossimi mesi in Thailandia in un?area gravemente colpita dallo tsunami.
Come dovrebbero essere gestiti i finanziamenti a livello internazionale e locale in modo che favoriscano la ripresa turistica dell?area?
I finanziamenti dovrebbero essere gestiti e rendicontati secondo aree di priorità, destinandoli innanzitutto alle necessità delle popolazioni locali, oltre che per ripristinare i servizi turistici. Una volta risolta la fase iniziale, più critica e problematica, si dovrà comunque tener conto della necessità per questi Paesi anche di appoggi in termini di marketing in modo da riconquistare la fiducia di chi viaggia.
Quali sono le azioni da realizzare nei confronti dell?ambiente?
La fase della ricostruzione e del rilancio non potranno non tener conto dell?esigenza di preservare gli asset ambientali che rappresentano l?appeal dei Paesi coinvolti dallo tsunami. Tutte le scelte prossime future dovranno avere questo fondamento basilare.
Che posto occuperanno i criteri di sostenibilità nel processo di ripresa del settore turistico?
È necessario che i criteri di sostenibilità siano integrati negli standard di qualità, perché è proprio quest?ultima che il turista infine percepisce. Pertanto un prodotto che racchiude in sé anche questi criteri darà maggiore garanzia al mercato in termini di sicurezza ed esperienza turistica positiva.
Quali sono gli impegni che si assume o sollecita la sua organizzazione?
L?Associazione tour operator italiani ha voluto dedicare l?anno 2005 alla sostenibilità, definendo la sostenibilità non un dogma assoluto ma un percorso progressivo e dinamico di continuo miglioramento da offrire ai propri associati con progetti e iniziative da condividere e con l?attivazione di occasioni di confronto con realtà esterne da sempre attive e impegnate nel turismo sostenibile.
Risponde Somoza:
Quali dovrebbero essere le linee guida per la ricostruzione delle strutture turistiche nel Sud-Est asiatico dopo
lo tsunami?
I grandi resort sono stati costruiti in buona parte in violazione o in mancanza di leggi a tutela delle coste e abbattendo foreste di mangrovie. La prima cosa è quindi riportare la legalità e punire l?abusivismo. Il secondo punto riguarda le piccole attività, di comunità e singoli, che avevano costruito strutture per accogliere i turisti o avevano acquistato barche per gite: sono loro i più colpiti perché, a differenza dei grandi resort, non hanno assicurazioni né possibilità di accedere al credito. La priorità è quindi aiutarli a riprendere attività di turismo sostenibile.
Quale dovrebbe essere il coinvolgimento delle comunità locali nella ricostruzione ?
I piani di sviluppo turistico in questi Paesi non sono mai stati discussi con le comunità locali, sono decisioni prese centralmente dai governi che sono stati o rimangono regimi totalitari. Non c?è stata e ancora in molti casi non c?è un minimo di dialettica democratica, le comunità locali hanno subito il turismo più che parteciparvi. Ora non dobbiamo lasciar sfuggire la possibilità di coinvolgerle come organismi partecipativi, come avvenuto altrove. La partecipazione della comunità potrebbe garantire anche la giusta distribuzione delle risorse.
Come dovrebbero essere gestiti i finanziamenti a livello internazionale e locale in modo che favoriscano la ripresa turistica dell?area?
Da una parte sappiamo che si è fatto un grande sforzo perché la gestione dei fondi fosse centralizzata presso le Nazioni Unite, dall?altra la situazione è caotica poiché ogni Paese sta ricostruendo, c?è addirittura una lotta per rimettere in piedi le case dei pescatori poiché così vengono destinati più soldi, ma si sta rischiando di disperdere il coordinamento tra governi. Sarebbe auspicabile anche un coordinamento europeo, perché è impensabile che l?Unione europea continui a non avere una direzione per le sue politiche di cooperazione.
Quali sono le azioni da realizzare nei confronti dell?ambiente?
Programmazione alla ricostruzione, introduzione dell?impatto ambientale, controllo dello stato di salute delle coste. Prima ancora però serve un grande sforzo di programmazione territoriale: il luogo dove sorgeranno i nuovi insediamenti abitativi dovrà essere pianificato onde evitare che per dar posto ai grandi alberghi i villaggi dei pescatori siano ricostruiti a molti chilometri dalla costa. La programmazione deve quindi riguardare anche la proprietà della terra, e il diritto delle comunità a vivere in un luogo favorevole alle loro attività.Programmazione alla ricostruzione, introduzione dell?impatto ambientale, controllo dello stato di salute delle coste. Prima ancora però serve un grande sforzo di programmazione territoriale: il luogo dove sorgeranno i nuovi insediamenti abitativi dovrà essere pianificato onde evitare che per dar posto ai grandi alberghi i villaggi dei pescatori siano ricostruiti a molti chilometri dalla costa. La programmazione deve quindi riguardare anche la proprietà della terra, e il diritto delle comunità a vivere in un luogo favorevole alle loro attività.
Che posto occuperanno i criteri di sostenibilità nel processo di ripresa del settore turistico?
Questo è tutto da vedere. Diciamo che i tour operator italiani e l?organizzazione mondiale del turismo sembrano voler prendere in modo più serio il discorso della sostenibilità. Astoi ha ideato il Laboratorio della sostenibilità, quattro incontri rivolti ai loro associati, cui ha chiamato a partecipare le associazioni di turismo responsabile. C?è stata quindi l?apertura di dialogo che auspicavamo da tempo e crediamo, come movimento, che sia importantissimo discutere con loro per il peso che hanno, soprattutto nei Paesi del Sud-Est asiatico.
Quali sono gli impegni che si assume o sollecita la sua organizzazione?
Le linee guida sono quelle del turismo responsabile: il rispetto ambientale, la programmazione territoriale, il coinvolgimento delle comunità locali nel turismo, la ricaduta economica a favore della località dove si fa turismo e non della località dove è venduto il pacchetto, la preparazione del turista prima di partire sui problemi e sulle ricchezze del Paese che va a conoscere. Non dimentichiamo poi la presa di distanze e la denuncia del turismo sessuale, purtroppo molto diffuso in quei Paesi.
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