Economia

Economia civile, dal passato al futuro

Nato da un’idea di Federcasse, il Festival Nazionale dell’Economia Civile è stato progettato e organizzato insieme alla Scuola di economia civile e da NeXt–Nuova economia per tutti. Un luogo e un tempo per confrontarsi, dibattere e approfondire i temi legati ad un’interpretazione alternativa del produrre, dell’amministrare, del fare banca, del rapportarsi con la cultura che regala valori e valore, con le rabbie economiche e di senso che non si placano con scorciatoie

di Sergio Gatti

«Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla». Questa frase di Martin Luther King suona quasi come un monito nell’Italia e nell’Europa di oggi, quanto meno disorientate… La ripropone Stefano Zamagni nella “pillola” che ha scritto per accompagnare la nascita di una tre giorni primaverile che si propone come momento di cambiamento. Cosa fare? Per superare il disorientamento ci serve una breve sosta. Per recuperare i riferimenti ci serve di alzare lo sguardo e capire se la direzione di marcia è quella giusta.

Una bussola può servire.

E un Festival che non ti aspetti può rifissare i punti cardinali. Soprattutto se il Festival è un momento di racconto, di emersione e valorizzazione delle tante forme di economia civile presenti in Italia, in Europa e nel mondo. Un luogo e un tempo per confrontarsi, dibattere e approfondire i temi legati ad un’interpretazione alternativa del produrre, dell’amministrare, del fare banca, del rapportarsi con il clima ormai cambiato, con la cultura che regala valori e valore, con le rabbie economiche e di senso che non si placano con scorciatoie. Una bussola contemporanea può costruirsi alla luce della grande tradizione culturale che ha visto il nostro Paese essere, sin dal XIV secolo con i francescani e poi dal XVIII con la Scuola napoletana di Antonio Genovesi, un laboratorio di innovazione e un modello di riferimento.

Abbiamo pensato di tenere la prima edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile la prossima primavera, a Firenze, dal 29 al 31 marzo. Coincide con l’avvio delle attività per recuperare tutto il messaggio di Leonardo da Vinci a 500 anni dalla sua morte.

Una sovrapposizione stimolante. Firenze ha una ineguagliabile storia culturale. Ha dato un impulso straordinario alla crescita della coscienza universale con l’Umanesimo. Ha generato intuizioni e prodotto realizzazioni innovative in tanti campi come quelli di Leonardo, e anche in materia di organizzazione del lavoro, di economia, di finanza e di welfare.

Nato da un’idea di Federcasse (la Federazione italiana delle Banche di Credito Cooperativo), il Festival Nazionale dell’Economia Civile è stato progettato ed organizzato insieme alla Scuola di economia civile (unico centro di ricerca e studio specializzato con un Comitato scientifico guidato da Luigino Bruni) e da NeXt–Nuova economia per tutti (rete nazionale di organizzazioni che promuovono l’economia civile attraverso nuove forme di dialogo e coordinamento tra imprese, cittadini, startup, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione ).

Il punto di partenza è una consapevolezza: non è più sufficiente un atteggiamento “neutrale”. Non danneggiare il prossimo con le proprie azioni e scelte è certamente utile e meritevole, ma forse occorre una nuova consapevolezza su quello che ciascuno di noi può fare, nel concreto, per invertire una tendenza disgregatrice che rischia di non lasciare indenne alcun ambito sociale.

Fare sosta a Firenze, entrare e “vivere” Palazzo Vecchio ancora una volta ma con occhi nuovi. Ascoltare, partecipare, confrontarsi è parte del cantiere che costruirà la nuova bussola. Potranno soccorrerci, in questa ricerca di nuova consapevolezza, i termini e le pratiche della mutualità, della reciprocità, dell’economia che include e che non propone “balsami” lenitivi. Ma cammini controcorrente. E risposte non miopi. Pensando alle generazioni che verranno.

L’economia civile è prima di tutto un “patrimonio culturale” del nostro Paese che è diventato e si è tradotto (più o meno consapevolmente…) in esperienze che hanno generato lavoro, reddito, coesione sociale, fiducia, solidarietà efficiente. Che hanno fatto crescere interi territori e cambiato (in meglio) il profilo di paesaggi, abbellito borghi e città rendendoli luoghi “generativi”. In grado di costruire, realmente, fiducia, relazioni, opere d’arte diffuse, forme di ben vivere. Sono nate e si sono sviluppate esperienze di cooperazione, associazionismo, partecipazione attiva, mutualità di territorio e anche di un modo differente di intendere la finanza, partendo dal risparmio che diviene credito all’economia reale.

Saranno tre giorni di incontri e dibattiti (si discuterà naturalmente di economia, ma anche di innovazione, lavoro che cambia, sviluppo sostenibile, cooperazione allo sviluppo dal basso). Con la direzione scientifica di Leonardo Becchetti prenderanno vita 15 panel di confronto. Oltre 80 protagonisti e testimoni, nazionali ed internazionali. Due sessioni interattive dedicate ad imprese e, soprattutto, ai giovani. Verranno presentate tante buone pratiche dei territori, capaci di coniugare profitto e impatto sociale positivo; storie di imprenditori dello sviluppo responsabile; di intere comunità che cercano di far fruttare quei semi di cambiamento che possono trasformare la realtà. Il genio di Leonardo da Vinci, lo spirito e la voglia di Rinascimento nell’era digitale aiuteranno a costruire una nuova bussola.


*Sergio Gatti è direttore generale di Federcasse

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