Non profit

Educazione e motivazione, due fattori capitali

di Redazione

Intervista a Mario Tonini, presidente della sede nazionale del Cnos- Fap, l’ente formativo nato dai Salesiani. «Ci ha sorpreso che il ministro non ci abbia convocato al tavolo per le Linee guida sulla formazione»La Federazione Centro nazionale opere Salesiane, Formazione aggiornamento professionale (Cnos-Fap) nata nel 1977 è una struttura associativa che attualizza l’esperienza formativa dei Salesiani. È organizzata a tre livelli: europeo, nazionale e regionale. Don Mario Tonini, presidente della sede nazionale del Cnos, ha spiegato a Vita la realtà delle scuole professionali che nascono dall’esperienza di Don Bosco.
Vita: Perché da sempre vi occupate di formazione professionale?
Mario Tonini: Come Salesiani consideriamo la formazione professionale, per i giovani in particolare, lo strumento principe per un aiuto educativo e materiale. È nata inizialmente rivolgendosi ai ragazzi, ma nella realtà odierna, in cui gli adulti hanno bisogno di formazione continua, è stato allargato a tutte le fasce di età.
Vita: A proposito di formazione professionale rivolta agli adulti, il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi sembra puntarvi molto…
Tonini: Il ministro del Lavoro ha concordato con le Regioni questo documento per fare uno sforzo sinergico congiunto in favore degli adulti in difficoltà. Noi ufficialmente non siamo stati convocati a questo tavolo. Cosa che ci ha sorpreso perché ci consideriamo parte attiva, accanto ad altri soggetti, nell’operare sui vari territori. Siamo anche accreditati alle Regioni per fare formazione professionale a giovani e adulti. Detto questo, un dialogo aperto con le parti sociali e le organizzazioni sindacali lo abbiamo. Dunque immaginiamo che continueremo a fare corsi rivolti ai lavoratori, come in passato, ma con modalità di finanziamento alternative.
Vita: Per quanto riguarda invece i giovani?
Tonini: Ci sono i fondi interprofessionali che invece sono un discorso a parte. In questo senso è positivo che questo accordo sia riuscito a coinvolgere, oltre al ministero e alle Regioni, i soggetti che gestiscono questi fondi, perché hanno notevoli risorse.
Vita: La vostra offerta mira in particolare a recuperare giovani in difficoltà…
Tonini: Sì, i percorsi triennali sperimentali di formazione professionale sostenuti dal ministero del Lavoro e dell’Istruzione mirano proprio a questo. Noi li abbiamo valorizzati molto, sopratutto in quelle regioni che su questa formula hanno deciso di investire. In Lombardia, Veneto, Friuli, Piemonte, Liguria, Trentino, Emilia Romagna, Lazio e Sicilia sono ormai una solida realtà.
Vita: Ma qual è la meta della vostra formazione?
Tonini: La finalità formativa è di due tipi: educativa e professionalizzante. Per quanto riguarda l’educazione il nostro intento è mettere in piedi un ambiente che accolga e dia spazio anche alla dimensione culturale e ludica. Momenti di svago comuni tra allievi e maestri, ad esempio, sono fondamentali. Per quanto riguarda la parte didattica invece puntiamo tutto sui laboratori. Non vogliamo fare aggiornamento teorico ma formazione professionale. Strutturiamo l’ambiente perché accolga laboratori legati alle professioni, dalla meccanica industriale alla grafica passando per l’auto e la termica industriale fino al turistico alberghiero. Siamo convinti che gli allievi si devono esercitare. Senza esercizio non c’è apprendimento. Cerchiamo per questo di mantenere i laboratori aggiornati e moderni grazie anche alle imprese.
Vita: Le imprese giocano un ruolo fondamentale nei vostri percorsi formativi?
Tonini: Certamente, ma siamo critici nei confronti delle teorie che sostengono che l’apprendimento può avvenire solo nell’impresa. L’impresa è si irrinunciabile ma complementare. Questo perché il percorso deve essere polivalente e non un addestramento in una sola tecnologia.
Vita: Qual è il metodo educativo che avete adottato?
Tonini: Utilizziamo quello induttivo. Ci consente di motivare il giovane. Se teniamo presente le categorie cui ci rivolgiamo – immigrati, giovani valutati idonei al lavoro manuale dalla scuola primaria e drop out della scuola secondaria – il fattore motivazionale è capitale.
Vita: Gli esiti confermano queste convinzioni?
Tonini: I risultati sono ottimi. Siamo in generale sopra la media italiana che si attesta al 50%. Ma in alcuni corsi sfondiamo fino ad arrivare all’80%. Le differenze di successo nell’ingresso lavorativo tra i corsi dipende dalla crisi che ha colpito alcuni settori più duramente di altri.
Lorenzo Maria Alvaro

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.