La nostra vita da caregiver

Emanuela, Nicola e Matteo: «Un figlio diverso? Non lo vorrei»

Matteo non sente, ma percepisce tutto. Ha un polmone che non funziona, ma nuota benissimo. Non ha una gamba, ma ha imparato a camminare ogni volta che ha cambiato protesi. «Io non riesco ad immaginare un altro bambino che non sia lui, così com’è. Lo so che ha tante difficoltà, le vedo. Ma va bene così», dice mamma Emanuela. La loro storia nel magazine dedicato ai caregiver

di Anna Spena

«Mio fratello ha 12 anni, tre più di me, ma mi arriva solo fino a qui». Gabriele cerca l’ombelico da sopra la maglietta. Usa il suo corpo per spiegare che Matteo «è più grande di me, ma più basso di me».

Gabriele riempie con le parole tutti gli spazi, Matteo invece non parla. Per dire “ho fame”, si porta le quattro dita della mano sinistra sopra al mento. Per dire “voglio andare a casa” intreccia quelle di entrambe le mani. A Matteo è stata amputata la gamba destra, al suo posto adesso c’è una protesi. Matteo non mastica, non ha suzione. Matteo non vede niente, ma percepisce tutto. Quando sente che Gabriele è vicino, lo cerca. Si lascia prendere in braccio e poi sorridono, sorridono tantissimo. È una risata istintiva, piena. L’hanno presa dalla madre, Emanuela De Pompeis, una giovane donna di 40 anni, con gli occhi vivi e il viso punteggiato di lentiggini, le stesse che disegnano quello di Gabriele. Matteo pesa 15 chili e sarà alto poco più di un metro e venti. «Io spero che non cresca tanto», ammette Emanuela, «se rimane piccolino potrò prendermene cura più facilmente».

Emanuela è una dei cinque caregiver che si raccontano sul numero di VITA magazine dedicato a loro e titolato La solitudine dei caregiverSe hai già un abbonamento puoi scaricare subito qui la versione digitale del magazine per leggere le loro storie, oppure abbonati per scoprire il magazine e tutti gli altri contenuti dedicati.

Questa storia d’amore è iniziata presto. Emanuela aveva 28 anni quando è nato Matteo. Aveva scoperto di essere incinta un mese dopo il matrimonio, con suo marito Nicola Figliolia si erano conosciuti tre anni prima. Matteo è stato un bambino «voluto», racconta. Vivono in un appartamento in affitto al quinto piano di un condominio a Giugliano in Campania, in provincia di Napoli. Ma tra qualche mese cambieranno casa: «Siamo riusciti a comprarne una nostra, al primo piano. Se si rompe l’ascensore, io Matteo come lo porto su?».

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