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Eritrea: governo ordina a 6 ong italiane di andarsene

Si tratta di Cesvi, GVC, Nexus, Cosva, Coopi e Manitese. La motivazione pretestuosa addotta? Mancanza di requisiti...

di Redazione

Il governo eritreo ha ordinato a sei organizzazioni non governative (Ong) italiane di cessare le proprie attivita’ per la mancanza dei requisiti necessari ad operare nel Paese.

In una lettera pervenuta alle sei Ong e datata 9 febbraio 2006, il Ministero eritreo del Lavoro e degli Aiuti Umanitari, ringraziando le associazioni per il contributo dato negli anni ai programmi umanitari e di riabilitazione in Eritrea, spiega che le organizzazioni non hanno completato i moduli per la registrazione e informa che il termine per la cessazione delle loro attivita’ e’ fissato per il 31 gennaio 2006.

Nel maggio del 2005 il governo di Asmara ha promulgato una legge che prevede che ”le Ong devono rinnovare annualmente la propria registrazione e dispone circa 840.000 euro per le organizzazioni nazionali e circa il doppio per quelle internazionali per poter conseguire gli obbiettivi”.

L’ambasciata italiana in Eritrea non ha commentato la vicenda; tuttavia una fonte diplomatica che ha chiesto di rimanere anonima ha spiegato che”fino ad oggi 17 Ong hanno ottenuto l’autorizzazione, sei sono state rifiutate e dieci sono in attesa di una risposta”. Delle 17 Ong accettate, due sono italiane.

Le sei Ong in procinto di lasciare l’Eritrea sono Cesvi, GVC, Nexus, Cosva, Coopi e Manitese.

Nei mesi scorsi Asmara ha sottolineato i rischi della dipendenza dagli aiuti stranieri e da settembre il Governo ha bloccato la distribuzione gratuita di generi alimentari, anche se, secondo alcune fonti diplomatiche, la distribuzione sarebbe ripresa in due delle sei regioni dell’Eritrea.

Secondo le Nazioni Unite, nel 2005 circa i due terzi dei 3,5 milioni di eritrei si trovavano in condizioni di emergenza alimentare.

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