Essenziale
Cecilia, che abita nella campagna del bolognese, aveva 5 anni quando ha cominciato a disegnare il pianeta vivente per mandarlo a Giornalisti Nell’Erba. Ne aveva fatto due versioni: il mondo dentro e il mondo fuori.
Ecco la sua didascalia per il mondo “fuori”: “Da un lato ci sta il mondo, visto tutto insieme da lontano. In mezzo, il tondo verde è Marte, poi c’è ancora Mercurio, l’Austria, l’Africa, la Spagnola, l’America, Venere, l’Italia e due papere”. Invece nel mondo “dentro” c’è la sua vita: “La mia casa, il giardino con i fiori e l’albero con sopra un nido e un’uccellino, tanti uccelli nel cielo, splende il sole, ci sono le farfalle, il cane”. Cecilia ovviamente (e come potevamo non capirlo) non c’è perché è in casa. Sta facendo il disegno. Un disegno che cambia tutti i giorni, a cui vengono fatte delle aggiunte e a cui vengono cancellati dettagli. Il mondo cambia, continuamente, e lei lo continua a registrare ancora oggi che ha 7 anni.
“Il pianeta Terra è la vita, tutto quello che vedi è lui. Noi ci siamo sopra anche quando siamo fermi”, spiega Chiara in terza elementare ad Umbertide, in provincia di Perugia. Per Aurora, sua compagna di scuola, “sta male, questo pianeta, per le cose che noi umani gli leviamo”. E Chiara: “Questo pianeta è grande quanto la speranza di salvarlo dalla morte infinita”.
Eric e Davide, braccia incrociate sul tavolo della redazione del Gr1, forse a tenersi in su per sembrare più alti, discutono tra loro in una pausa di back stage prima di andare in onda. Uno da Ascoli Piceno, l’altro da Monte Porzio Catone, si sono incontrati a Saxa Rubra per parlare del loro lavoro agli ascoltatori dell’ora di pranzo. Nell’attesa, fanno due chiacchiere. “In classe abbiamo i cestini differenziati”, dice Davide che va in quinta, “ma io sono uno dei pochi che li usa correttamente, i miei compagni mica ci stanno attenti”. “Beato te che ce li hai”, replica Eric, che è in terza, “a me, proprio non mi stanno a sentire”. “E’ che nel nostro mondo non siamo abituati a rispettare l’ambiente”, riflette Davide. “Già, prendi le persone che vivono nei villaggi africani: da questo punto di vista hanno certamente meno problemi, nessun cestino differenziato perché non hanno nulla da buttare. Tutto è essenziale”. “Vabbé, mica possiamo vivere tutti come loro. Neppure loro lo vogliono”. “No, d’accordo, ma dovremmo imparare da loro a vivere con molto meno e loro, nel frattempo, non dovrebbero imparare da noi ma fare un salto in avanti”.
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