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Eugenio Vagni: «Non lasciateci morire»

La drammatica telefonata dell'ostaggio italiano rapito dal gruppo Abu Sayyaf

di Redazione

«Perché il governo ci vuole fare morire? Non capisco, non capisco». Lo ha gridato, parlando al telefono con il presidente della Croce Rossa delle Filippine Richard Gordon, l’ostaggio italiano Eugenio Vagni che insieme ad altri due volontari della Cri, la filippina Mary Jean Lacaba e lo svizzero Andreas Notter, e’ ostaggio dei guerriglieri di Abu Sayyaf sull’isola di Jolo, nel sud del Paese, dal 15 gennaio scorso. A riferire la conversazione telefonica che il senatore Gordon ha potuto avere con i tre volontari e’ il quotidiano filippino ‘Daily Inquirer’, a pochi giorni dalle minacce della guerriglia, accerchiata dai militari di Manila, di decapitare uno dei tre ostaggi. Per la paura provata durante i combattimenti in corso tra soldati e guerriglieri i tre ostaggi erano sull’orlo dell’isteria, ha riferito Gordon.

L’altro ostaggio, Mary Jean Lacaba, secondo quanto raccontato da Gordon al quotidiano filippino, ha sottolineato quanto sia difficile per i tre ostaggi mantenere la calma durante gli scontri armati dei loro rapitori contro i soldati. «Non sai mai dove sarai colpito da un proiettile, se alla testa o alla schiena, mentre guardi la battaglia» ha detto la donna «E’ stato terribile, abbiamo visto i morti, gli scontri armati davanti ai nostri occhi. Siamo prigionieri da 64 giorni. Non so nemmeno se saremo mai liberati». A nulla sono valse le rassicurazioni del senatore Gordon riguardo all’impegno di un loro rilascio in condizioni di massima sicurezza. Quando il presidente della Cri locale ha detto a Vagni di farsi coraggio, l’ostaggio italiano ha risposto: «Dobbiamo per forza essere forti, saremo piu’ forti, ma se i militari non si ritirano, rischiamo di morire».

Lo svizzero Notter, dal canto suo, non ha nascosto il suo sgomento perché il governo di Manila non è riuscito a liberarli, giudicando comunque una «mossa completamente sbagliata» l’offensiva militare lanciata contro i guerriglieri di Abu Sayyaf. Stando a quanto riferito dal senatore Gordon al quotidiano filippino ‘Daily Inquirer’, per Notter «la situazione è molto brutta, una catastrofe, non capisco cosa sta facendo il governo. Rilascio? Il governo ha mandato i militari per liberarci?» ha detto l’ostaggio svizzero. «No, questi sono arrivati per ucciderci, per farci ammazzare, non per liberarci». E ricordando l’impegno del Comitato internazionale della Croce Rossa in missioni umanitarie nelle Filippine fin dal 1982, Notter ha aggiunto: «E adesso ci vogliono ammazzare?». La telefonata tra Gordon e i tre ostaggi è durata oltre un’ora, riporta il quotidiano, ed è stato il primo contatto dagli scontri armati di lunedi’ e martedi’ scorsi nel corso dei quali sono rimasti uccisi 3 marine e 6 ribelli.

IN FOTO: Eugenio Vagni e, alla sua destra, il collega svizzero Andreas Notter

 

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