Welfare
Fao, Kirchner: fermiamo le speculazioni, gli aiuti non bastano
Così la presidnete argentina nel suo intervento alla plenaria Fao
di Redazione
Non bastano gli aiuti internazionali per risolvere la crisi alimentare presente, ma bisogna bloccare le speculazioni finanziarie sulle materie prime alimentari e aggregare nei paesi produttori del Sud del mondo maggiore valore aggiunto, sostenendo la trasformazione locale. Lo ha sostenuto nel suo intervento alla plenaria FAO la presidente dell’Argentina Cristina Fernandez Kirchner , secondo la quale, ”andando al cuore della crisi alimentari, abbiamo visioni diverse e in base a come ci riferiamo alle cause, offriremo differenti soluzioni”.
La presidente ha sottolineato che ”non esiste solo un problema di produzione, ma di distribuzione e di accesso, a prezzi sostenibili, agli alimenti”. La cause si dividono in scelte strutturali, ”di vecchia data, come quelle politiche protezionistiche che hanno trasformato moltissimi Paesi da esportatori netti di cibo a importatori netti”. Poi ci sono altri problemi strutturali, ”come le forme di organizzazione del mercato internazionale, l’oligopolio nella distribuzione, nei brevetti”.
Ma ci sono anche problemi contingenti ”tra i quali la maggior domanda di cibo da parte di nuovi attori economici non e’ una causa di crisi – secondo la presidente Argentina – quanto lo e’ l’irruzione dei capitali finanziari nel mercato agricolo, visto che la crisi dei mutui ha spostato un forte movimento speculativo sulle commodities, come anche sul petrolio. Nel mio paese un piccolo investitore che ponga 7mila dollari su questi prodotti finanziari, ottiene una rendita del 30% in dollari, ed e’ solo un esempio di come funziona”.
Tra le soluzioni, dunque, la presidente argentina chiede che le istituzioni multilaterali finanziarie riorientino gli investimenti, ma anche che si guardi con ”maggiore realismo la discussione in corso nel ciclo negoziale WTO. Si parla tanto di libero commercio, di misure contro il protezionismo, ma i Paesi in via di sviluppo incontrano forti difficolta’ ad accedere al mercato. Abbiamo bisogno di trattenere segmenti delle filiere, la trasformazione nel nostro territorio, per creare piu’ posti di lavoro e sconfiggere la poverta’, altrimenti tutte le azioni saranno solamente dei palliativi”.
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