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Fao: niente bandiera di protesta per gli attivisti di ActionAid

Il segretario Marco De POnte ha attaccato comunque la manncanza di politiche di contrasto dei governi. Italia compresa

di Chiara Sirna

Niente striscione di protesta per gli attivisti di ActionAid: circa dieci persone erano pronte a esporre stamattina davanti al Colosseo un manifesto con la scritta “Stop al business della fame”, ma non c’è stato niente da fare. Non hanno ottenuto l’autorizzazione a procedere da parte delle forze dell’ordine.
Il segretario dell’ong però non si è perso d’animo. E anzi non le ha mandate a dire. Dopo aver elogiato il Capo dello Stato per le critiche rivolte agli “errori” commessi nelle politiche di contrasto alla fame nel mondo negli ultimi anni Marco De Ponte, segretario generale dell’ong, ha attaccato infatti duramente l’assenteismo e i ritardi dei governi nell’affrontare la crisi alimentare in atto. ”E’ fondamentale – ha detto senza mezzi termini – che gli Stati si assumano le loro responsabilità, non solo in questa sede, ma che siano coerenti anche nelle loro politiche”.
Italia compresa, che invece raschia il barile sul fronte aiuti allo sviluppo.
”Purtroppo – ha concluso De Ponte – il nostro paese ha gravi ritardi nel rispetto degli impegni internazionali. Servono subito 750 milioni di euro per rilanciare la cooperazione. I primi segnali che il Governo ha dato per trovare le risorse necessarie all’abolizione Ici – ha concluso De Ponte – non vanno in questa direzione. Se Berlusconi vuole essere un vero leader di uno dei Paesi del G8 deve dimostrarlo nei fatti e non solo con le parole”.


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