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Animali & salute

Farmaci veterinari, se cambia la norma la cura di cani e gatti è a rischio

È in discussione alla Commissione Affari sociali della Camere uno schema di decreto legislativo che mette in discussione la possibilità, soprattutto per gli animali che vivono in contesti di fragilità, di poter essere curati. La Lega Anti vivisezione-Lav lancia un grido d’allarme e chiede di non fare un passo indietro nella tutela della salute animale. Senza dimenticare il contesto di crisi che ha visto quasi un terzo degli italiani rinunciare a cure e interventi sui propri pet

di Antonietta Nembri

Secondo l’Eurispes nel corso di quest’anno quasi un terzo degli italiani (il 28,5%) ha rinunciato a cure o interventi chirurgici per i loro animali. La crisi economica sta facendo sì che la possibilità per tanti pet di essere curati è a rischio con uno su tre che rischia di non essere curato. 

Il decreto legislativo

A questo, denuncia la Lega anti vivisezione-Lav, andrà ad aggiungersi un ulteriore problema. Nello Schema di decreto legislativo sul medicinale veterinario (adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2019/6, relativo ai medicinali veterinari e che abroga la direttiva 2001/82/CE) che è all’esame della Commissione Affari sociali della Camera (all’ordine del giorno giovedì 5 ottobre-ndr), infatti, viene esclusa la possibilità per il medico veterinario, in scienza e coscienza, di prescrivere un medicinale a uso umano per la cura di cani e gatti che vivono in contesti di fragilità sociale.

Medicinale che ha lo stesso principio attivo, ma che risulta meno costoso di quello veterinario.  

La preoccupazione

«La salute degli animali desta forte preoccupazione», sottolinea la Lav. Basti pensare che tre anni fa, con la Legge di Bilancio 30 dicembre 2020, n. 178, il Parlamento aveva introdotto questa norma di civiltà che – assieme al Decreto del ministero della Salute che stabiliva i criteri in base a cui il medico veterinario poteva prescrivere il medicinale a uso umano – era stata salutata con favore da tante persone che, a causa della crisi economica o per fragilità economica pregressa, non avevano la possibilità di curare i cani e i gatti.

Purtroppo, però, questa disposizione è destinata a decadere con l’entrata in vigore del nuovo Decreto legislativo sul farmaco veterinario.  

Diritto alla cura degli animali da garantire

«Per garantire il diritto alla cura degli animali che vivono nelle famiglie in situazioni di difficoltà economica, è necessario mantenere per il futuro quanto era stato voluto dal Parlamento e quanto già in vigore da tre anni», dichiara Ilaria Innocenti, Ufficio Rapporti Istituzionali Lav. «Farne perdurare gli effetti positivi e renderli più efficaci avrà una ricaduta positiva su animali che altrimenti non potrebbero essere curati».  

Il rischio di un passo indietro

«Non possiamo credere che Governo e Parlamento vogliano compiere un grave passo indietro. Per questi motivi», si legge in una nota di Lav «abbiamo scritto all’Esecutivo e alle Commissioni di Camera e Senato (dove il provvedimento è in esame) per chiedere di non spazzare via la possibilità di curare gli animali con un medicinale umano che abbia lo stesso principio attivo di quello veterinario, ma sia meno costoso, e abbiamo proposto ulteriori misure per rendere economicamente accessibili i medicinali veterinari»

La positiva disposizione, fortemente voluta da Lav, del cosiddetto “blisteraggio”, ovvero la possibilità di cessione frazionata del medicinale veterinario – contenuta nel provvedimento che diventerà Legge – da sola non basta per rendere realmente accessibile il medicinale veterinario.

Rendere le cure veterinarie più accessibili

Per gli animalisti, infatti, sono necessarie ulteriori misure, tra le quali un meccanismo che ne controlli il prezzo e lo renda concretamente acquistabile, così come avviene per il farmaco umano, e a fronte delle fragilità economiche mantenere la prescrizione in deroga del medicinale a uso umano. 

La necessità di rendere accessibile il medicinale veterinario è stringente anche alla luce del fatto che, come stabilito dalla giurisprudenza, non garantire agli animali l’accudimento e le cure dovute configura la violazione del Codice penale in tema di maltrattamento (articolo 544 – ter del Codice penale). Violazione che lo Stato, ai sensi del novellato articolo 9 della Costituzione, ha il dovere di prevenire in quanto esso attraverso la Legge “disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.  

«Chiediamo dunque con forza al Governo e alla Commissione Affari Sociali della Camera di sostenere le nostre richieste e di inserirle nel nuovo Decreto legislativo sul medicinale veterinario», conclude Innocenti di Lav.

In apertura photo by Krystian Tambur on Unsplash


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