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Famiglia & Minori

Fecondazione assistita: nate due bimbe da ovociti congelati

Successo di Eloenora Porcu e del S. Orsola Malpighi di Bologna

di Sara De Carli

Nuova vittoria dell’eticamente corrretto. Per la prima volta al mondo una donna ha partorito due gemelline concepite da ovuli congelati dopo aver vinto un cancro alle ovaie. Le due neonate, nate da una donna 31enne che vive in un paesino dell’Italia del sud, sono i primi bambini partoriti da madre resa sterile da un tumore, grazie alla tecnica del congelamento degli ovuli, in cui il Pliclinico di Bologna – e la dottoressa Eleonora Porcu in particolare – sono precursori. La gravidanza e il parto, avvenuti dieci mesi fa, sono stati assistiti da un’equipe medica guidata proprio dalla dottoressa Porcu: il caso sarà presentato in apertura del Secondo congresso mondiale sulla crioconservazione degli ovociti umani, in programma a Bologna, presso il Policlinico universitario S. Orsola Malpighi fino al 2 dicembre.
“Era un sogno che aspettavamo dal 1997 – commenta la dottoressa Porcu, che non nasconde l’emozione. “Si può stimare che il cancro in generale renda sterili ogni anno circa 3500 donne in Italia e alcune centinaia di migliaia nel mondo. Fino ad oggi la tecnica abitualmente impiegata per conseguire gravidanze di donne rese sterili dal cancro era quella della crioconservazione (conservazione per congelamento) degli embrioni, ottenuti da ovuli già fecondati col seme maschile”. La fecondazione e l’impianto degli ovociti sono avvenuti quattro anni dopo il congelamento: “Secondo gli ultimi studi – ricorda la ricercatrice – in Europa nascono dai 2,5 ai 3 bambini ogni cento ovuli impiegati, più o meno lo stesso risultato che si ottiene congelando gli embrioni”.
Il ministro Turco a giugno, presentando in Parlamento la sua relazione sull’attuazione della legge 40, aveva sottolineato che ?si evidenzia che la tecnica della crioconservazione degli ovociti è ancora sperimentale per molti centri e in molti casi non viene utilizzata perché troppo costosa rispetto alle probabilità di successo”. Il Consiglio superiore della Sanità, invece, a luglio, presentatnd le proprie indicazioni per l’aggiornamento delle linee guida della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, aveva suggerito di implementare gli studi sulla crioconservazione e lo scongelamento degli ovociti, favorendo l’estensione di tali tecniche in tutti i centri.


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