Non profit
Fiat e Papa, lavoro al centro della scena
Mentre il destino della Opel è ancora da decidere, Benedetto XVI riporta in primo piano il tema del lavoro: «Servono valide soluzioni alla crisi occupazionale, creando nuovi posto di lavoro a salvaguardia delle famiglie»
di Redazione

Nei giorni cruciali per la soluzione della vicenda Fiat-Opel, il Papa in visita a Montecassino lancia il suo appello per i cassintegrati e i licenziati. Le due notizie campeggiano sulle prime pagine dei giornali di oggi.
- Oggi la rassegna stampa si occupa anche di:
- MILANO
- LAMPEDUSA
- TENDENZE
- VOLONTARIATO
- BERLUSCONEIDE
- INFLUENZA
- IRAN
Fumata nera a Berlino, il destino della Opel è ancora da decidere e il CORRIERE DELLA SERA titola: “Berlino alza la posta per Opel”. Spiega il giornale: «Berlino frena sulle tre offerte per salvare l’Opel: il ministro dell’economia le giudica “insufficienti”. Secondo la stampa tedesca il Cancelliere Angela Merkel preferirebbe il piano Fiat a Magna». L’infografica alle pagine 2 e 3 mette a confronto le tre offerte. Fiat: tagli per 10mila posizioni in Europa (in Germania massimo 2mila) e garanzie richieste allo stato per 6/7 miliardi. Magna: tagli in Europa per 10mila persone di cui almeno 2500 nello stabilimento Opel di Bochum. 4,5 miliardi le garanzie chieste allo stato. Infine il fondo Ripplewood: 10mila tagli in Europa, 5 miliardi di garanzie. Raffaella Polato firma il pezzo sulle strategie di Marchionne, “E Marchionne riduce i tagli”: «Va avanti l’offensiva mediatica che Marchionneha scelto di condurre mettendoci la faccia: i tagli in Germania, dice alla Bild, saranno al massimo 2mila, i sindacati resteranno nel consiglio di sorveglianza, il Lingotto porterà 3 miliardi di cash flow e sinergie per 1,5 miliardi. Insomma «il piano Fiat è un bastione contro l’esodo di tecnologia dalla Germania e dall’Italia, diversamente da quello dei concorrenti e le nostre cifre non nascondono costi che poi ricadrebbero sui contribuenti: chiunque sappia far di conto, anche in politica può verificare».
Da Montecassino, intanto, il Papa lancia un appello contro i licenziamenti: «Create nuovi posti di lavoro». Parlando di «attenzione all’uomo fragile , debole, alle persone disabili e agli immigrati» ed esprime la sua solidarietà a cassintegrati e licenziati chiedendo «valide soluzioni alla crisi occupazionale». Un assist per il il ministro del Welfare Sacconi che rilancia la proposta di «una moratoria dei licenziamenti, in termini di autodisciplina, da parte delle imprese».
LA REPUBBLICA lega la vicenda Fiat e l’intervento di Benedetto XVI: “Governo tedesco diviso su Opel” è il titolo di apertura seguito da un sommario che cita il Papa: “Aiuti urgenti per i disoccupati”. I servizi all’interno: “Disoccupati, appello del Papa a imprese e Stato”. Ieri da Cassino (dove la Fiat ha uno stabilimento con circa 4mila dipendenti) il Pontefice ha parlato dell’emergenza lavoro: «la ferita della disoccupazione induca i responsabili della cosa pubblica, gli imprenditori e quanti hanno la possibilità, a ricercare, con il contributo di tutti, valide soluzioni alla crisi occupazionale, creando nuovi posto di lavoro a salvaguardia delle famiglie». Un appello molto netto, al quale il ministro Sacconi ha replicato invitando a una «moratoria, in termini di autodisciplina, dei licenziamenti da parte delle imprese». Sacconi ha così raccolto il plauso di Damiano, Pd ed ex ministro del lavoro. La Cgil invita il governo a seguire la stessa pratica evitando i licenziamenti. Per quanto riguarda la decisione tedesca, mancano poche ore: Fiat e Magna si sfidano a colpi di rilanci e dividono il governo. Merkel sarebbe più favorevole a Torino (che taglia meno posti di lavoro a Bochum, lo stabilimento della Westfalia che è governato dal partito della premier, la Cdu). Questa dovrebbe comunque essere la settimana decisiva.
Alla vicenda Fiat-Gm-Opel sono dedicate due pagine, la 10 e la 11, che ospitano anche la cronaca della giornata del Papa al monastero di Montecassino che ha parlato di Solidarietà con chi è disoccupato. Il Pontefice prende le mosse dalla regola “ora et labora” di san Benedetto oltre a lanciare un appello di solidarietà a favore di chi è disoccupato rivolge un invito a tutelare le famiglie. L’articolo riporta alcuni brani dell’intervento del Papa. «Umanizzare il mondo lavorativo è tipico dell’anima del monachesimo e questo è anche lo sforzo della vostra comunità che cerca di stare al fianco dei numerosi lavoratori della grane industria presente a Cassino e delle imprese ad essa collegate» «La famiglia ha urgente bisogno di essere tutelata poichè è fortemente insediata nelle radici stesse della sua istituzione. Ai giovani Il Papa ha detto «la Chiesa non vi abbandona». Proprio a Cassino c’è uno stabilimento della Fiat. Tocca a Claudio Borghi l’analisi dello scenario che si sta delineando sul fronte auto. Il suo intervento già in prima titola “Italia-Germania, per Fiat è la partita dell’anno” per spiegare a pag. 10 che «Dopo l’accordo con Chrysler il gruppo italiano è diventato a tutti gli effetti un concorrente di General Motors in territorio americano: il venditore infatti, non è la Germania, ma gli americani minacciati dalla bancarotta» In Germania in queste ore la grande coalizione di governo si è spaccata: la Merkel tifa Torino, mentre il ministro dell’economia boccia tutti i piani presentati dagli Italiani e da Magna.
“Il Papa a Cassino. «Più sostegno ai disoccupati»” così LA STAMPA titola il primo piano di pagina 3 dedicato all’allarme lavoro lanciato dal Pontefice e all’esortazione a trovare «valide soluzioni alla crisi occupazionale». Un cenno anche «ai giovani che fanno fatica a trovare una degna attività lavorativa che permetta loro di costruirsi una famiglia». Dopo il richiamo di Benedetto XVI, apertura del governo e del ministro Sacconi sulla moratoria per i licenziamenti. Intanto Marchionne torna a dire alla Faz che non chiuderà impianti (“Il caso Opel spacca il il governo tedesco”). Ma sulla “gara” Fiat e Magna si divide la coalizione guidata da Angela Merkel dopo le dichiarazioni rilasciate dal ministro dell’economia Karl-Theodor zu Guttemberg sull’ipotesi di «un’insolvenza regolata». Sotto l’occhiello “Gli strateghi”, LA STAMPA fa un mini ritratto delle tre eminenze grige che stanno dietro le quinte della vicenda Opel: il primo, Roland Berger, il superconsulente su cui punta Fiat per conquistare Berlino: oltre a guidare la società di consulenza strategica da lui fondata è nei cda di Telecom e della Scuola di business Insead, uomo di punta nei Board degli advisor di Sony e del fondo americano Blackstone Group. Secondo Business Week è colui che renderà possibile l’alleanza triangolare Fiat-Opel-Chrysler. Il secondo Herbert Demel, manager di Magna, ex Bosh, Audi, Wolkswagen, ma soprattutto ex amministratore delegato di Fiat Auto prima dell’arrivo di Marchionne, che ha poi voluto tenere l’incarico per sé. Facile immaginare che sia stuzzicati dall’idea di batterlo sul suo stesso terreno. Il terzo uomo è l’ex cancelliere Gerhard Schroeder, che secondo la stampa tedesca è la mano che sta dietro alla proposta russo-canadese di Magna con Sberbank e la Gaz di Oleg Deripaska.
Approccio molto tecnico di ITALIA OGGI nei confronti del quadro economico occupazionale del nostro paese. Tra i vari articoli molto specializzati su norme e leggi, il pezzo meno tecnico si intitola “Licenziamenti ridotti al minimo” nel quale, ITALIA OGGI, spiega come la struttura delle aziende italiane abbia permesso di rispondere meglio alla crisi. Scrive il quotidiano :«Mentre le imprese multinazionali fanno a gara per ridurre il proprio organico nel tentativo di alleggerire i pesanti rossi di bilancio, le aziende che hanno messo in atto piani drastici di licenziamento si possono contare sulla punta delle dita. E i numeri parlano chiaro. Se è vero infatti, che il ricorso alla cassa integrazione ha registrato un +180% nei primi tre mesi utilizzate sono state di poco superiori al 30% di quanto messo a disposizione dal governo per gli interventi a sostegno dell’occupazione dell’anno, è altrettanto vero che le risorse ». Ma quel è il segreto del successo delle pmi italiane? La risposta è affidata a Claudio Devecchi, ordinario di strategia e politica aziendale presso l’Università Cattolica che a ITALIA OGGI dice:«La dimensione delle imprese che costituiscono l’ossatura del sistema produttivo italiano ha avuto un peso rilevante sulle politiche di licenziamento. Le pmi sono agili, snelle, reattive, hanno una struttura ridotta all’osso, e sono capaci di rifocalizzare il proprio modello di business sulle nuove esigenze di mercato. Al contrario, le grandi imprese, soprattutto se quotate, hanno vincoli di scadenze a breve ( trimestrali) e gli analisti fuori dalla porta con i fucili puntati. Per questo sono costrette ad attenuare politiche di ridimensionamento in grado di dare risultati economi immediati».
E inoltre sui giornali di oggi:
MILANO
CORRIERE DELLA SERA – Continua la serie di interventi sul desino della capitale morale del Paese, lanciato con un’intervista al cardinale Tettamanzi. Oggi è il turno dell’economista Marco Vitale: «Milano può e deve ritrovare la sua vocazione di capitale morale…Io dico che c’è una speranza Milano che può contagiare il Paese intero. Ma questa speranza perché non ha visibilità? Perché non fa notizia?».
LAMPEDUSA
CORRIERE DELLA SERA – “Lampedusa, Cpt vuoto: da 2mila a 23 ospiti. Le coop senza lavoro”. Nel pezzo di Alfio Sciacca si spiega come : «I primi a subire le conseguenze sono stati gli operatori che si occupano dell’accoglienza dei migranti: per 40 assunti a tempo determinato non c’è più lavoro. Niente rinnovo di contratto, sostanzialmente licenziati…Potrà sembrare paradossale, ma da quando è cominciata la politica dei respingimenti Lampedusa deve fare i conti con le ricadute occupazionali, dovute alla mancanza di immigrati». Così il presidente della cooperativa Lampedusa Accoglienza Cono Galipò: «Da un picco di 120 addetti siamo passati a circa 60 fra effettivi e stagionali».
TENDENZE
SOLE24ORE – “Avvocati e psicologi debuttano al supermercato!”: è questo l’interessante servizio che il SOLE dedica ai nuovi servizi offerti dalla Grande distribuzione. Gli ipermercati diventano sempre più “centri servizi” globali per la persona e la famiglia, in cui trovare analisi mediche, artigiani (elettricisti, idraulici e falegnami), ottici, assistenza computer, pacchetti turistici, biglietti per concerti e cinema e perfino professionisti come avvocato e psicologo.
VOLONTARIATO
SOLE24ORE – In Affari privati (ormai molto magro, in verità) un punto sulle detrazioni per le modifiche della casa per renderla accessibile ai disabili. Poi un articolo che anticipa il Rapporto sulle crisi dimenticate di Msf e la conseguente campagna “adotta una crisi dimenticata”.
BERLUSCONEIDE
LA REPUBBLICA – Tra Noemi e Mills, continua l’inchiesta del quotidiano diretto da Ezio Mauro che nella edizione di ieri ha rivelato, con un’intervista all’ex fidanzato di Noemi, come la giovane abbia conosciuto e frequentato il premier. Da parte sua Berlusconi è furibondo. Oggi un’intervista a Dario Fo: “Fermiamo una cultura che nuoce al Paese”. Il premio Nobel considera «un errore fare il conto della spesa dei comportamenti di Berlusconi. Perché quello che fa paura non sono le cose belle o brutte che fa, ma la volgarità, la cultura, il senso della vita che esprimono… La cultura della pacca sul sedere, della barzelletta inutilmente triviale sempre e dovunque»…
LA STAMPA – L’altro tema che tiene banco è quello relativo al caso Noemi e alle rivelazioni dell’ex fidanzato, smentite per la parte che lo riguarda da Emilio Fede, con l’opposizione che incalza perché Berlusconi «dica la verità» (secondo Franceschini «un politico deve accettare che la sua vita passi ai raggi x»; ed Emma Bonino: «negli Usa sarebbe intervenuta una commissione d’inchiesta per accertare se il presidente ha mentito»), e la maggioranza che difende il suo leader (Cicchitto: «Il Pd fa concorrenza a Dagospia»). Si smarca Casini secondo il quale «se Berlusconi non vuole rispondere è affar suo». Per Roberto Calderoli il racconto di Gino Flaminio è quello di un «ex fidanzato abbandonato», ma fosse anche vero che il premier ha invitato queste ragazze in Sardegna, «chi lo ha detto che abbiano fatto qualcosa di male? Berlusconi fa come i mecenati che cercavano gli artisti e li facevano crescere alla propria corte. Un Presidente del consiglio si giudica per come governa il Paese: la vita privata va lasciata alla propria coscienza». Rosy Bindi, invece, individua nella vicenda Noemi e nel caso Mills un filo rosso, cioè, quello che fa emergere il premier come «corruttore morale». Ed esorta i suoi: «Noi del Pd, che siamo l’unico vero argine a quest’uomo, dobbiamo saper prendere la bandiera della resistenza morale. Senza imbarazzo. Di alcun genere». Persino l’arcivescovo Alessandro Plotti, ex vicepresidente della Cei, accetta di commentare la vicenda di Casoria: «. Non so quanto ci sia di costruito… ma simili scandali nella vita personale inficiano la credibilità personale di un leader politico…»
INFLUENZA
LA REPUBBLICA – Bel focus di R2 su “Vaccini. Se la pandemia diventa un business”. Come l’influenza (dopo Sars e aviaria) fa tornare ricche le imprese di farmaci. Il mercato degli antidoti, che sembrava a fine millennio destinato all’estinzione, torna a correre: tassi di crescita del 15% e giro d’affari di 20 miliardi. Aiutato dai governi che fanno piovere fondi…Mentre si approfondisce il divario con i paesi poveri, più esposti alle pandemie e meno capaci economicamente di affrontarle. Un editoriale di José Saramago: “Quei virus allevati dall’uomo” (fa notare ad esempio che la concentrazione di animali negli allevamenti aiuta lo sviluppo di virus: in Usa nel 1966 53 milioni di suini stavano in un milione di fattorie, oggi 65 milioni di suini stanno in 65mila strutture).
IRAN
IL GIORNALE – Zahra Rahnavard, moglie del candidato riformista Hussein Moussavi, partecipa personalmente ai comizi del marito, lo sostituisce e entusiasma le folle facendole ballare nonostante i divieti islamici. Gianni Micalessin traccia un ritratto di questa «donna di 64 anni mezza professoressa e mezza artista. Mezza Evita Peron, mezza Michelle Obama».
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