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Filantropia, 10 princìpi per cambiare

Il direttore di "Un ponte per", esperto di società civile, racconta il nuovo rapporto di Wings, il cartello delle big filantropiche - da Gates a Philea fino all'italiana Assifero. Riflessione sul ruolo dei benefattori, perché abbiano il coraggio di ripensarsi per essere più efficaci

di Tiziano Blasi

«Come filantropo, ti sei mai sentito come se stessi cercando di spegnere un incendio e avessi solo un cucchiaino per raccogliere l’acqua? Spesso mi sento così e presumo che molti di voi provino lo stesso. A questo punto, probabilmente ti aspetti che ti dia conforto e metta in risalto come piccoli sforzi alla fine condurranno a un cambiamento più ampio. Ma cosa succederebbe se riconoscessimo che in realtà ciò non è veritiero?»

Inizia in questo modo il nuovo rapporto Philanthropy Transformation Initiative di Wings, al quale ho avuto l’opportunità di contribuire. Wings è la rete globale della filantropia che conta fra i suoi 200 membri organizzazioni come le Fondazioni Gates e Ford, Philea, il Council on Foundations e Assifero, insieme a centri di ricerca come Cambridge e Stanford e reti di solidarietà come Givingtuesday. 

Le sfide del presente

La pubblicazione sottolinea come le sfide del presente sono diventate imponenti: il cambiamento climatico, la crescente espansione senza freni della tecnologia e dell’intelligenza artificiale, le pandemie, l’instabilità politica e persino la minaccia nucleare. Queste sfide, interconnesse in modo intricato, hanno generato una polycrisis globale che richiede risposte innovative e collaborative.

La filantropia, sebbene abbia il potenziale per rispondere a tali sfide, sembra ancora non essere all’altezza del compito. Affinché possa davvero essere efficace, è necessario affrontare una serie di scottanti questioni identitarie. La filantropia rappresenta un baluardo contro l’ineguaglianza globale o ne è un sintomo? Rappresenta un’entità antidemocratica che conferisce troppo potere a chi ha risorse finanziarie? Esistono concentrazioni di potere che la rendono incompatibile con l’ideale di giustizia ed equità a cui aspira? 

Questi interrogativi complessi e controversi illuminano la natura sfaccettata dell’istituto filantropico e il suo impatto sulla società e sulla politica.

Cambiare per rispondere

Per rispondere a queste domande è necessario adottare tre cambiamenti fondamentali di paradigma in modo che la filantropia si trasformi e, in questo modo, continui a trasformare il mondo.

In primo luogo, dobbiamo abbracciare la complessità della crisi odierna anziché cercare soluzioni semplificate. Serve abbracciare un approccio sistemico, in grado di costruire azioni di larga scala e affrontare le grandi sfide contemporanee. 

In secondo luogo, è indispensabile rinunciare a un eccessivo controllo e un potere centralizzato. E’ necessario che la filantropia garantisca una partecipazione più ampia ai processi decisionali. Ciò permetterebbe di dare spazio a una maggiore diversità di idee e  progetti e  di adottare un approccio più flessibile ed adattabile, fondamentale per affrontare le mutevoli complessità dell’odierno panorama globale.

Infine, l’allineamento fra risorse raccolte, erogazioni e stakeholders verso una missione condivisa è un passaggio indispensabile. È necessario quindi un approccio strategico che metta in primo piano gli obiettivi dell’ente filantropico e che consenta una collaborazione sinergica tra tutte le parti coinvolte. 

Dieci princìpi per una nuova filantropia

Wings declina questi cambi di paradigmi in 10 princìpi essenziali per trasformare la filantropia: 

  • Accountability e trasparenza
  • Coraggio
  • Condivisione del potere
  • Collaborazione
  • Promozione degli ecosistemi filantropici
  • Coerenza fra azioni e valori
  • Affrontare le cause primarie
  • Utilizzo di tutte le risorse disponibili
  • Sfruttamento del potenziale dei dati
  • Guardare al futuro dell’umanità

Per ciascuno di questi princìpi, si stanno raccogliendo delle buone pratiche.

Le buone pratiche

Il Foundation Practice Rating – Fpr, ad esempio, è un’iniziativa nata da 13 fondazioni allo scopo di valutare in modo indipendente e pubblico il livello di responsabilità e trasparenza nella filantropia del Regno Unito. Il 40% delle 100 fondazioni britanniche valutate ha già intrapreso azioni per migliorare le proprie aree di debolezza (“accountability e trasparenza”).

La nigeriana Tony Elumelu Foundation ha ricevuto 400mila richieste di supporto per avviare piccole imprese in Africa, una quantità ben al di sopra delle risorse disponibili. La fondazione ha superato il classico approccio erogativo, costruendo partnership multi-stakeholder con la Croce Rossa e l’Unione Europea, fornendo capacity building e sfruttando l’esperienza del suo consiglio direttivo e degli stakeholder come mentori (“utilizzo di tutte le risorse disponibili”).

La Fondazione Laudes aveva come obiettivo la trasformazione del settore edilizio, responsabile del 40% delle emissioni. Un approccio filantropico tradizionale non avrebbe ottenuto un impatto significativo, quindi è stata avviata una partnership P-P-P-P public-private-philanthropy, coinvolgendo innovatori, architetti e ingegneri, ma anche sviluppatori, investitori, municipi al fine di adottare soluzioni più sostenibili (“collaborazione”).

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E in Italia?

E in Italia cosa sta succedendo? Abbiamo ottime esperienze di collaborazione come quelle promosse da Acri con Fondazione con il Sud, Con i Bambini e ora il Fondo per la Repubblica Digitale, che superate le rigidità procedurali, possono fare scuola all’estero. Abbiamo il lavoro di capacity building del terzo settore lanciato da Fondazione Cariplo, l’approccio sistemico di “Periferia Capitale” di Fondazione Charlemagne o il lavoro sull’ecosistema filantropico di Assifero. Abbiamo invece molta strada da fare su altri fronti come quelli della condivisione del potere o della trasparenza.

La Philanthropy Transformation Initiative di Wings è un richiamo affinché il mondo della filantropia intraprenda un dialogo globale, condividendo le proprie pratiche migliori. L’invito di Wings, e Assifero in Italia, è quello di creare un movimento per agire e a lavorare insieme per un futuro sostenibile.

Che aspettiamo?

Nella foto di apertura, di Claudio Furlan per La Presse, volontari di Pane quotidiano a Milano.


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