Formazione

Finlandia, il comfort di un luogo estremo

La bellezza di vivere oltre il circolo polare artico

di Redazione

Parco nazionale di Riisitunturi, Finlandia del nord all?altezza del circolo polare artico. Nei primi giorni di marzo la temperatura è ancora rigida e durante la notte scende a – 34. Con gli sci di fondo accompagno gli amici naturalisti o solo gli appassionati del bello a vedere un fenomeno spettacolare: la galaverna, la formazione di cristalli di ghiaccio che ricopre di uno spesso strato alberi, sottobosco, colline, tutto. Parco nazionale di Oulanka, stessa zona della Finlandia, ma più a est: quasi a toccare il confine con la Russia. Alla fine di giugno la temperatura supera i 20 gradi. Tutto è verde smeraldo. Dall?alto del Pahkanakallio si ha una vista mozzafiato sul fiume Kitka. Si dice che questo sia il luogo più selvaggio d?Europa. Qui vivono orsi, lupi, linci, ghiottoni, alci, renne, lontre, visoni, ermellini e ogni specie di uccelli: dall?aquila reale al minuscolo codazzurro che arriva fin quassù per nidificare, dal sud est asiatico.

Da 20 anni frequento questa zona del nord Europa. E da altrettanto tempo mi sforzo di spiegare rudimenti elementari di geografia, ahimè cancellata dalla nostra testa di mediterranei. È difficile far capire agli amici che vengono a trovarmi come si svolge la vita naturale di un luogo estremo dove, dal momento più freddo al più caldo, ci sono più di 60 gradi di differenza; dove per mesi c?è luce, dove la notte artica è lunga poche settimane, dove il freddo è secco e sopportabile, dove la vita di noi umani si svolge nel massimo del comfort possibile, anzi il migliore possibile stando alle ultime scoperte tecnologiche. Così i naturalisti che raggiungono queste zone impervie e remote restano sbigottiti dalla qualità della vita. Loro sono assetati di natura, non vedono l?ora di incontrare questa o quella specie. Mi chiedono insistentemente come e dove potranno vedere il gallo cedrone, mito quasi invisibile delle nostre Alpi; dove e come potranno assistere alle parate dei galli forcelli o soltanto scorgere il funambolico francolino di monte, il picchio nero, l?aquila di mare. E ancora l?allocco di Lapponia, il mitico grande grigio, il fantasma della taiga, sacro agli sciamani.

Da tre anni, da quando mia moglie e io trascorriamo cinque o sei mesi all?anno nella nostra casa rossa ?dei due cieli?, questo il nome del luogo, ospitiamo il Gotha del naturalismo italiano, che siano fotografi professionisti, appassionati birdwatchers o ambientalisti doc. E ogni volta ci accorgiamo di quanto tutti loro abbiano bisogno di una full immersion di natura vera, senza falsi villaggi vacanze, ma con tutto quello che serve per poter trascorrere i sospirati giorni di riposo a contatto con piante, animali e paesaggi spettacolari. E dopo un paio di giorni di acclimatamento, dopo esser rimasti ipnotizzati dai cinque scoiattoli che vengono a far scorpacciata di semi e noccioline nelle mangiatoie del giardino, entrano in sintonia con il posto e si rilassano. Superano quella soglia di stress che li ha accompagnati fino all?uscita dell?aeroporto di Kuusamo, tornano a essere vitali e tranquilli.

Con loro si cammina lungo i sentieri che portano a scenari difficili da immaginare, sempre pronti a registrare, con sorpresa, l?apparizione di questo o quell?animale. È la vita della natura che si svolge secondo i ritmi scanditi da millenni di evoluzione, da sempre. D?inverno con gli sci di fondo a piedi si può uscire di casa e arrivare sul bordo del lago Kitka, 70 km di lunghezza e quindi scivolarci sopra, pattinando se si è bravi a farlo, o comunque avanzando veloci nel passo classico. Ci si può perdere. E all?inizio della primavera, con l?arrivo dei grandi migratori, le gru, i cigni selvatici e le oche selvatiche, si può pensare di essere finiti nell?Eden perduto. Da allora in avanti, dal disgelo all?estate dei fiori, all?autunno delle bacche e dei funghi, al ritorno delle aurore boreali, non c?è stagione che non lasci il segno. Loro, gli ospiti a cui tento di raccontare queste geografie, rimangono sopraffatti. Ma alla fine ci ringraziano per aver fatto conoscere loro un mondo diverso, possibile, vivibile soprattutto per quel che riguarda il modo d?affrontare i problemi giornalieri, risolvibili tutti con un sorriso e un senso di responsabilità collettivo. La natura è fuori dalla porta di casa. L?uomo, sulla soglia, osserva e cerca d?imparare a distruggere il meno possibile.

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