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Focsiv festeggia i 50 anni con il Papa e rilancia
La presidente della Federazione degli Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario riflette dopo l'udienza privata con papa Francesco: “Le sue parole e il suo spirito indicano e illuminano e danno forma al nostro cammino, verso i prossimi cinquant’anni. E sono speranza e fiducia e rinnovano il nostro impegno, la nostra promessa”
50 anni fa, donne e uomini di fede cristiana, volontari della cooperazione e della solidarietà internazionale, compresero che, per valorizzare il loro impegno verso il prossimo e per rendere più fruttuoso il loro lavoro, era necessario camminare insieme, e associarono gli organismi attraverso i quali prestavano le loro opere nella FOCSIV, Federazione degli Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario.
Una decisione, quella delle 20 ONG fondatrici, ispirata dai valori e dei messaggi innovativi del Concilio Vaticano II e delle encicliche Pacem in Terris di Giovanni XXIII e Populorum Progressio di Paolo VI.
In questi giorni li ricordiamo e li ringraziamo continuando il loro cammino con la determinazione e la passione che hanno motivato, e ancora motivano, gli oltre 28.000 volontari internazionali che, in questi cinquanta anni, sono stati e “sono parte” dei popoli e delle comunità che lottano per i diritti umani, per la dignità del lavoro, per la giustizia e per la pace.
Oggi, come ieri, con una ispirazione cristiana rinnovata dalla Laudato Si’ e dalla Fratelli tutti, la presenza e l’impegno dei 94 organismi che sono la FOCSIV in 80 Paesi del mondo e in Italia, si concretizzano in tanti progetti di cooperazione – dalla salute alla istruzione, dalla sicurezza alimentare alla cura dell’ambiente, dallo sviluppo della piccola impresa contadina e artigiana alla promozione dell’associazionismo, dal sostegno delle comunità locali al dialogo interreligioso- con l’obiettivo di tradurre la grammatica dei diritti in pratica quotidiana.
Con fiducia, come un antidoto contro la paura del futuro, nel contrasto delle cause profonde della povertà e delle disuguaglianze.
Questo cinquantesimo anniversario per la FOCSIV è una felice ricorrenza, ma è soprattutto un punto di passaggio in continuità con quel cammino tracciato e percorso dai soci fondatori e dalle donne e dagli uomini che li hanno seguiti.
Un momento per riflettere su quanto abbiamo vissuto e realizzato e sulle sfide che ci attendono e ci interpellano in un mondo in cerca di equilibrio e di speranza sopra la paura, con lo sguardo e il cuore giovane, come i nostri volontari, in avanti verso gli anni a venire.
In questa ricorrenza, Papa Francesco ha voluto esserci vicino e ha donato, alle donne e agli uomini rappresentanti della FOCSIV, la sua accoglienza in una udienza privata. Il Santo Padre ci ha ascoltato con attenzione e con generosità quando gli abbiamo raccontato la nostra attività per contribuire alla promozione dei diritti umani, alla lotta contro ogni forma di povertà e diseguaglianza, alla tutela della dignità umana. E in Italia, partecipando alla Campagna 070 che chiede al Governo e al Parlamento italiano di mantenere l’impegno, assunto in sede ONU nel 1970, di dedicare lo 0,7 per cento del reddito del nostro Paese agli aiuti pubblici allo sviluppo e alla cooperazione internazionale.
Abbiamo condiviso con lui i nostri dubbi e i nostri inciampi e la nostra volontà di migliorare per essere all’altezza di quello che il mondo ci chiede e la nostra consapevolezza che possiamo fare di più e meglio se non camminiamo da soli, allargando le nostre collaborazioni, ampliando la visione delle nostre responsabilità.
Con le sue parole “a braccio”, come segno di vicinanza, di comprensione, Papa Francesco ci ha ricordato che viviamo in una civiltà dello scontro, che ci ha portato a vivere la terza guerra mondiale. Dove la pace è calpestata e prevalgono le ragioni della forza. E ci sollecita a non essere come lo struzzo che nasconde la testa sotto la terra per non affrontare i problemi e impegnarci in prima persona a sostenere lo sviluppo di quei Paesi da dove partono tante persone in cerca di una vita migliore e patiscono sofferenze e morte.
Ha affermato che il volontariato è una delle cose più belle dell’Italia, perché con la propria libertà ognuno sceglie di fare un cammino di uscita verso l’altro. Perché è fatica di uscire per aiutare gli altri, e non c’è volontariato da scrivania perché il mondo non ha bisogno di parole vuote ma di interventi concreti, per risolvere, per risanare lo scontro. Volontariato che è investimento del vostro tempo che rende faconda la vita degli altri con la testa, con il cuore e la mano tesa (Qui il suo intervento).
E le sue parole e il suo spirito indicano e illuminano e danno forma al nostro cammino, verso i prossimi cinquant’anni.
E sono speranza e fiducia e rinnovano il nostro impegno, la nostra promessa.
*Presidente di Focsiv
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