Non profit
Fondazione Crt punta sul venture philanthropy
L'ente non profit torinese ha presentato oggi il bilancio sociale 2007
di Redazione
Fondazione CRT ha presentato questa mattina il proprio bilancio sociale – edizione 2007.
Il Presidente Andrea Comba ha introdotto i lavori spiegando che ?il bilancio sociale si propone di offrire informazioni, stimoli e proposte per favorire il dialogo tra la Fondazione e i suoi stakeholder. Un dialogo che resta elemento fondante dell?operare di CRT, mentre la logica che ne accompagna gli interventi vuole essere sempre più quella della venture philantropy, che richiede un notevole livello di coinvolgimento da parte di tutti i soggetti interessati e una beneficenza più attiva e imprenditoriale?.
Il Segretario Generale Angelo Miglietta ha illustrato e commentato i dati relativi alle erogazioni 2006 e presentato le priorità dell?attività sociale della Fondazione per il 2007: valorizzazione del capitale umano – elemento centrale anche per l?attività 2006 -, impulso all?innovazione e sostegno ad iniziative e progetti che fronteggino le nuove emergenze sociali e ambientali.
E? intervenuto l?economista Giulio Sapelli, Ricercatore Emerito della Fondazione Enrico Mattei.
I dati su erogazioni e patrimonio
Il 2006 è stato un anno caratterizzato da un alto tenore di intensità delle attività istituzionali. Grazie ai risultati degli investimenti le disponibilità per l?attività istituzionale sono salite a 90 milioni di euro, a cui si aggiunge lo stanziamento speciale di 60 milioni di euro per la costituenda Fondazione Sviluppo e Crescita CRT: nel 2006 perciò i contributi complessivamente deliberati nell?esercizio hanno raggiunto i 150 milioni di euro, rispetto ai 100 milioni di euro del 2005 e ai 75 milioni di euro del 2004.
Si è registrato un rilevante aumento dell?avanzo dell?esercizio (321,3 milioni di euro contro 182,2 milioni nel 2005: + 76,3%).
Il patrimonio netto si è attestato a 2,45 miliardi di euro a valori di libro (+6% sul 2005); a valori di mercato, al 31 dicembre 2006, tale patrimonio si attesta a 6 miliardi di euro.
Nell?ambito dell?attività istituzionale della Fondazione, i progetti specifici hanno conosciuto negli ultimi sei anni una crescita molto consistente, arrivando nel 2006 a interessare 30 iniziative. Il budget è più che triplicato, passando da 15 milioni di euro nel 2001 (24% delle risorse erogate complessivamente) a circa 52 milioni nell?esercizio 2006 (57% delle risorse messe a disposizione per l?intera attività istituzionale). La modalità progetti specifici interessa trasversalmente tutti i settori in cui la Fondazione opera.
Si registra un aumento delle risorse nella maggior parte dei settori, in particolare in quelli educazione e istruzione (+20%), arte e cultura (+15%) e nel comparto della ricerca scientifica e tecnologica (+11%).
Valorizzazione del capitale umano
Uno degli obiettivi che la Fondazione persegue da anni e che segnerà anche le scelte di investimento del 2007 è quello di ?liberare le capacità? dei giovani, valorizzarne il talento perché vi siano ritorni positivi per il territorio. Valorizzazione del capitale umano che si traduce anche in impulso alla mobilità sociale. Nel 2006 la terza edizione del progetto Master dei Talenti, a cui sono state destinati oltre 2,5 milioni di euro, ha consentito l?attivazione di oltre 100 borse di stage all?estero per neodiplomati, di 50 borse di tirocinio per neolaureati (39 italiani e 11 stranieri) e di 4 borse di perfezionamento e 6 di incoraggiamento nell?ambito dei talenti Musicali.
Innovazione
Fondazione CRT promuove e sostiene iniziative imprenditoriali o start up che si pongano nel panorama regionale come sfide nel proprio campo di attività. La scelta finora operata è stata quella di differenziare in diversi ambiti il proprio intervento, scelta che continuerà per tutto il 2007.
Che si tratti di favorire start up operanti nel settore delle nuove tecnologie (in particolare attraverso il Fondo Innogest) oppure nel nuovo concetto dell?housing sociale o dei servizi socio-sanitari (come nel caso della partecipazione al progetto Fondazione Oltre) oppure in aziende capaci di sviluppare progetti sulle nuove energie rinnovabili, CRT ritiene che questo sia il percorso virtuoso da favorire anche in futuro. Ancor più se sarà possibile sostenere giovani con capacità di elaborazione e produzione. Il ?filtro? dei fondi di private equity aggiunge un ulteriore elemento a garanzia di una valutazione professionale del lavoro che verrà finanziato.
Nell?ottobre 2006 Fondazione CRT, Unicredit Banca d?Impresa e un gruppo di imprenditori di successo hanno dato vita a Pegaso Investimenti Campioni d?Impresa Spa, una holding di partecipazione finalizzata a promuovere lo sviluppo dell?eccellenza imprenditoriale sul territorio, che opera in un?ottica di investimento a lungo termine per accelerare e aumentare competitività e dimensioni di piccole e medie imprese ad alta potenzialità di crescita.
Salute, energia e ambiente
Il 2007 segna inoltre l?allargamento dell?interesse della Fondazione ai temi dell?energia e dell?ambiente, nella consapevolezza che la tutela della salute passa attraverso il rispetto dell?ambiente e quindi del risparmio energetico, nel mantenimento dell?obiettivo di generare valore economico e ridurre la spesa pubblica. Tra i progetti che rientrano in questo filone c?è il progetto CAVOUR, che sostiene iniziative fondate sulla valorizzazione delle risorse agroforestali del territorio, economicamente sostenibili e in grado di agevolare l?occupazione anche presso fasce di disagio sociale, a supporto di attività produttive e rispettose dell?ambiente. All?iniziativa si affianca il progetto Edificio Eco ? compatibile, teso a favorire interventi per ridurre e razionalizzare il consumo energetico e di risorse idriche, con conseguimento di importanti risparmi economici.
Il private equity come volano per la crescita delle imprese e del territorio
La Fondazione CRT ha progressivamente differenziato i propri investimenti scegliendo già nel 2003 di partecipare a fondi di private equity con l?obiettivo di raggiungere realtà industriali diverse con bisogni specifici. La scelta del private equity nasceva da una molteplicità di considerazioni e per questo apparve uno strumento adeguato.
Da un lato consentiva di raggiungere più imprese connotate da profili comuni ? specializzate in produzione di energie rinnovabili oppure nelle nuove tecnologie o ancora nell?housing sociale ? e quindi riuscendo ad incidere su interi comparti e non agevolando solo singole iniziative. Secondariamente si trattava di uno strumento che garantiva a Fondazione CRT la partecipazione alle decisioni di professionisti dell?investimento, capaci di valutare e valorizzare imprese innovative o start up.
Infine permetteva di non disperdere risorse ma anzi cercare di ottenere, nel tempo, un ritorno di capitale da poter re-investire in ulteriori nuove iniziative.
Il vantaggio evidente ha portato ad un incremento in partecipazioni soprattutto proprio nel corso del 2006.
La Fondazione CRT ha definito un massimale per questa tipologia di investimento pari al 5% del patrimonio netto a valori di bilancio (circa 120 milioni di euro) che lasciano supporre che il ricorso a questo strumento proseguirà in futuro.
Il venture philantropy: una nuova modalità di intervento
Il bilancio sociale di quest?anno applica all?esame delle attività del 2006 alcune categorie concettuali ispirati alla logica del venture philantropy, un approccio alla filantropia che trae ispirazione da metodi e comportamenti propri del venture capital e che fa riferimento ad un nuovo modo di concepire la filantropia di una fondazione: da beneficenza a mecenatismo attivo, in grado di attivare processi virtuosi.
Sul fronte dell?attività istituzionale la Fondazione CRT si è dotata di un nuovo strumento di intervento nei settori rilevanti assegnando 60 milioni di euro alla costituenda Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, che ha l?obiettivo di intervenire attraverso la formula del venture philantropy in particolare nei settori dello sviluppo tecnologico e della ricerca.
?Il modello di base è il capitalismo anglosassone del private equity ? ha spiegato Angelo Miglietta – ma nella sua versione di investimento sociale: non solo erogazioni a progetti meritevoli, ma partecipazione a iniziative gestite in modo professionale e indipendente per favorire la nascita e lo sviluppo di imprese sociali ed attività in favore della comunità.?
Nel 2006 c?è stato il lancio dell?iniziativa UnoperUno, nell?ambito del progetto Sapere Donare, nato per promuovere il fundraising delle attività no profit fra i privati. L?iniziativa UnoperUno, attraverso un bando specifico, ha finanziato 75 progetti secondo le modalità del challenge grant. Obiettivo del progetto è quello di introdurre e rafforzare una cultura della donazione come progettazione consapevole piuttosto che fenomeno lasciato alla munificenza dei singoli.
La Fondazione intende inoltre promuovere nuove logiche di intervento sul territorio e di confronto con gli enti locali slegate dal concetto di assistenza e vicine a investimenti socialmente responsabili, che puntano allo sviluppo di interazioni economiche più complesse rispetto al rapporto di erogazione una tantum.
Attualmente infatti il rapporto della Fondazione con gli enti locali passa prevalentemente attraverso il sostegno di interventi di natura spesso sostitutiva della spesa pubblica. Nel contempo la Fondazione è partner naturale di larga parte del mondo dell?associazionismo e del volontariato.
?Il raggiungimento di livelli di best practice sul territorio ? ha dichiarato Angelo Miglietta – può avvenire solo se si riuscirà a favorire un quadro sempre più integrato di operatività da parte non solo degli operatori pubblici, ma anche e soprattutto di soggetti privati, per lavorare insieme in modo razionalmente coordinato. Le Fondazioni non possono essere enti puramente erogativi e o sostitutivi del welfare o del settore privato, ma soggetti che possono ricoprire un ruolo diverso, di innovazione, di libertà e creatività per la società civile a integrazione dell?azione del settore pubblico e di quello privato orientato al profitto?.
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