Non profit
Fondazioni, meno bancapiù sviluppo sociale
la ricerca Boom delle erogazioni (+16%) a quota 1,6 miliardi
di Redazione

Due telegrammi in arrivo nella buca delle lettere del terzo settore. Il primo porta buone novelle, il secondo il presagio di una cattiva. O meglio il rischio che il trend più che positivo delle fondazioni possa subire, il prossimo anno, una battuta d’arresto. E con esso un calo delle erogazioni al sociale. Per il 2006 è tutto rose e fiori. Le alleate del non profit, le 88 fondazioni di origine bancaria, sfoggiano conti brillanti, con una redditività in grande spolvero (+7,3%), patrimonio netto in crescita a quota 47 miliardi ed erogazioni filantropiche che valgono 1,6 miliardi.
Fin qui tutto bene appunto. Ma la tempesta finanziaria che sta scuotendo il sistema del credito (sono in picchiata la maggior parte dei titoli delle banche) potrebbe far ballare le principali fondazioni azioniste e quindi mettere in forse anche il sostegno al mondo non profit. «Nessun pericolo in vista», dice Stefano Marchettini, direttore generale dell’Acri, l’associazione delle fondazioni e delle casse di risparmio, commentando l’ultimo rapporto relativo all’esercizio 2006. «Se le quotazioni degli istituti sono in ribasso, non significa che conti e dividendi saranno negativi. E poi il comparto fondazionale è solido e sempre meno dipendente dalle banche». Le fondazioni investono infatti in maniera diversificata: le partecipazioni bancarie sono pari a 13 miliardi di euro e rappresentano il 25,1% del totale attivo (era il 25,6% nel 2006). E il resto del patrimonio in cassa, circa 38 miliardi, è investito in altre attività fruttifere.
«Dati che dimostrano», continua Marchettini, «quanto gli enti siano sempre più autonomi». Su 88 fondazioni, 17 non hanno più partecipazioni dirette nelle rispettive banche conferitarie; 56 ne detengono una quota minoritaria e solo le altre 15, che rappresentano il 4,5% del totale dei patrimoni delle fondazioni, hanno più del 50%. «E non dimentichiamo che le quote delle banche non sono contabilizzate a valore di mercato, ma a valori nettamente inferiori».
I beneficiari delle erogazioni delle fondazioni sono sempre soggetti che perseguono finalità non lucrative di interesse pubblico: a loro va il 61,4% degli importi erogati (il 60,2% nel 2005), per circa 28mila progetti realizzati con una propensione verso una specializzazione settoriale alta. Leggermente ritoccata al rialzo è la quota destinata agli enti pubblici: il 2,1% contro l’1,9% del 2005. «Le doti di efficienza e di efficacia delle fondazioni», ha poi ricordato il presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti,«sono confermate dal fronte di proventi in costante crescita mentre diminuisce il conto dei costi di gestione».
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